Lee Child – Una ragione per morire

1909



Il libro:
Editore Longanesi
Anno 2013
376 pagine – rilegato con sovracopertina
Traduzione di Adria Tissoni

Trama e recensione:
In Nebraska, paese dimenticato da Dio e dagli uomini, vivono alcune comunità di agricoltori. La loro intera vita consiste nello svegliarsi all’alba, lavorare la terra, ricavarne il raccolto e venderlo. Ma cosa succede se l’unico modo per trasportare il ricavato è attraverso il clan locale dei Duncan?
Seth Duncan e gli altri componenti della famiglia – padre e zii – gestiscono l’attività di trasporti, un nido di vespe – e tengono in pugno l’intera comunità, sottomessa e terrorizzata.
Jack Reacher, senza fissa dimora e dall’animo tormentato, finisce per essere coinvolto dall’ennesima vicenda di soprusi e prevaricazioni di pochi ai danni di persone tranquille, incapaci di reagire.
Grande e grosso, un metro e novantacinque per più di centodieci chili, l’ex militare è come un cespuglio sradicato dal vento e che se ne dovrà andare nello stesso modo.
Sarà compito suo sovvertire l’ordine delle cose e convincere gli agricoltori che l’unione fa la forza. Si aggiunge peraltro l’ombra della scomparsa di una bambina di otto anni – circa venticinque anni prima – che lo tormenta e per la quale vuole trovare risposte.
Come un McGyver che utilizza gli oggetti trasformandoli in armi di difesa, o come Charles Bronson ne “Il giustiziere della notte”, Jack sarà solo contro tutti, paladino delle ingiustizie, una sorta di vagabondo che riesce a fermarsi in un luogo il tempo necessario per riportare le vite degli altri alla giusta dimensione.
Peccato che questo non abbia nessuna influenza sulla sua indole, instabile a tal punto da doversi spostare continuamente, Paese dopo Paese, alla ricerca della parola “Fine” al suo peregrinare.
Lee Child, attraverso questo romanzo, sottolinea quanto sia importante essere uniti nel combattere il nemico, non essere schiavi del terrore e reagire, sempre e comunque.
Un messaggio che interpreto in maniera più estensiva, ricordando gli atti di terrorismo che sono avvenuti e che continuano a moltiplicarsi in molti Paesi, compresa la tragedia avvenuta pochi giorni fa a Boston durante la maratona, in cui due bombe hanno ucciso e ferito molte persone..
C’è una ragione per morire? No, mai. La vita è troppo importante e bisogna difenderla a tutti i costi.
Jack Reacher docet.


Lo scrittore:
Lee Child è nato a Coventry, in Inghilterra, nel 1954. Dopo aver lavorato per vent’anni come autore di programmi televisivi, nel 1997 ha deciso di dedicarsi alla narrativa: il suo primo libro, Zona pericolosa, è stato accolto con notevole successo di pubblico e critica, e lo stesso è accaduto per gli altri romanzi d’azione incentrati sulla figura di Jack Reacher, personaggio definito dall’autore «un vero duro, un ex militare addestrato a pensare e ad agire con assoluta rapidità e determinazione, ma anche dotato di un profondo senso dell’onore e della giustizia».
Ho recensito in questo blog I dodici segni e L’ora decisiva, ma la bibliografia di questo scrittore è davvero lunghissima!
Ho anche realizzato una Intervista

I titoli di Child in edizione Longanesi: Destinazione inferno, Trappola mortale, Via di fuga, Colpo Secco, Il nemico, A prova di killer, La vittima designata, Vendetta a freddo, Niente da perdere, I dodici segni, L’ora decisiva e La Prova decisiva (da quest’ultimo è stato tratto il film omonimo con Tom Cruise nei panni di Jack Reacher – gennaio 2013). Lee Child vive negli Stati Uniti dal 1998. La Crime Writer’s Association gli ha assegnato il prestigioso premio Diamond Dagger 2013. 
Sito dell’autore: www.leechild.com