Editore: Effequ – Collana Dodicidiciannove
Genere Noir
Anno 2014
172 pagine – ebook
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Ecco la quarta tappa del “Book Blog Tour” di Nessun dolore, romanzo noir di Riccardo Bruni edito da Effequ. Un viaggio tra i blog letterari che, come librerie “virtuali”, ospiteranno il libro e l’autore per raccontarsi ai lettori. Un’iniziativa nata anche dal rapporto di Bruni con il mondo della rete perché Nessun dolore é stato prima un book di successo per poi passare alla versione cartacea. Prima di noi il tour ha fatto tappa a Thrillerpages e il prossimo blog che accoglierà la recensione sarà B. among the little women.
Marco Tagliaferri, un avvocato poco capace e ancor meno onesto, ascolta Lucio Battisti mentre guida il suo Touareg attraverso la pioggia alla volta di uno strip club nel quale ha appuntamento con un industrialotto aggressivo e fin troppo sicuro di sé, un tale Zanin, che può garantirgli un pacchetto di voti che gli permetterà di essere eletto Sindaco del suo paese.
Così si apre questo breve romanzo, Nessun dolore.
La prima cosa che si nota è che nessuno dei personaggi principali è simpatico. Per qualcuno si può forse avere comprensione, ma non c’è un solo protagonista con cui il lettore possa aver piacere di identificarsi. Ma lo stesso l’autore ci costringe, in un certo senso, a simpatizzare con Tagliaferri, pur rimanendo consapevoli che tutto ciò che accade è solo ed esclusivamente colpa sua. Un colpo da maestro da parte di Riccardo Bruni.
La storia di quei giorni, per Tagliaferri, si lega a doppio filo con i versi delle canzoni di Battisti che ascolta ogni volta che sale in macchina, su quel Touareg che in fondo finisce per essere anch’esso uno dei protagonisti, sia pure involontari, del romanzo. A volte le parole del Lucio nazionale (e di Mogol) si rivelano profetiche, in altre situazioni sembrano rispecchiare gli avvenimenti, in altre ancora contrastano in maniera stridente con la realtà: ma sono sempre presenti. Bella, tra l’altro, la tecnica dell’autore, che non separa dal resto del testo le parole delle canzoni. E il lettore si chiede se quella che sta leggendo sia una frase di Battisti o un pensiero di Tagliaferri. O entrambe le cose. E spesso è così.
Nella rete di intrighi e disonestà che Tagliaferri permette ad altri di cucirgli intorno, l’avvocato/politicante finisce per avere un segreto personale, da nascondere anche ai più intimi. E non sto parlando della moglie, che ormai è poco più che un trofeo e un’arma elettorale, ma dei suoi associati nella massoneria. Già, perché Bruni mette in mezzo anche i massoni.
Quello che mi ha sorpreso di un romanzo che tocca così tanti luoghi comuni è… che sia molto bello. Perché in fondo nella vita i luoghi comuni avvengono, è capitato (e ce ne sono prove oggettive) che persone disoneste siano state candidate a cariche politiche, che certi industriali abbiano fatto favori personali a politici in cambio di altri favori, e anche che appartenenti alla massoneria abbiano gestito, diciamo, determinate situazioni in maniera poco trasparente. E Bruni ci proietta in una situazione assolutamente credibile. Certo, poi c’è anche il lato più soprannaturale, che menziono solo di passaggio in quanto discuterlo approfonditamente mi costringerebbe a rivelare un dettaglio della trama che potrebbe rovinare la sorpresa a qualche lettore. Ma c’è,e anche qui Bruni riesce molto bene a darci l’idea che possa trattarsi di un sogno… o di un’allucinazione causata dallo stress e dai sensi di colpa… o forse è tutto vero.
Come omaggio, alla fine di questo romanzo, bello ma piuttosto breve, c’è un racconto lungo intitolato “Un sole che splende per me soltanto”. I più attenti si saranno certamente già resi conto che il titolo è un verso di “Almeno tu nell’universo”, uno dei capolavori della compianta Mia Martini (più di recente inciso anche da Elisa). Il che suggerisce che, anche qui, la storia sarà legata a doppio filo alla musica. E così è.
La protagonista è una giovane che è stata convinta di essere il futuro della musica italiana. Vi appare anche, in un ruolo che è allo stesso tempo marginale e importantissimo, uno dei personaggi di contorno di Nessun dolore.
La musica qui è ancora più importante che nel romanzo, con il brano di Mia Martini che diventa non esattamente la chiave della trama ma sicuramente il dettaglio che completa il quadro, l’immagine che rimarrà senza dubbio scolpita nelle menti di chi leggerà questo racconto. Che però ha una pecca piuttosto importante: una buona fetta della storia è presa da una discussione tra un magistrato e un perito (anche qui, non vado nel dettaglio per non rovinare la sorpresa), e gran parte di questa discussione è in realtà l’esposizione proprio della perizia di quest’ultimo. Si tratta di un particolare importante, senza dubbio, ma rallenta il ritmo della storia fino quasi ad arrestarlo e aggredisce il lettore con una scarica di dettagli che, ne sono certo, aggiungono alla veridicità di quel passaggio, ma appaiono si troppo complessi e particolareggiati e, sinceramente, rovinano un po’ il gusto della lettura di quella particolare storia – piacere che viene comunque recuperato con il terribile, delirante e bellissimo finale.
Marco Piva-Dittrich
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Lo scrittore:
Riccardo Bruni (1973) è giornalista, ha collaborato con webzine, riviste, uffici stampa, l’agenzia Ansa e oggi scrive per il quotidiano «La Nazione». Con Effequ ha pubblicato nel 2004 La lunga notte dell’Iguana. Nel 2013 ha pubblicato l’ebook Zona d’ombra che ha superato i 3000 downloads per poi uscire cartaceo con le edizioni Anordest. Con il racconto L’uomo con la pistola è stato inserito in Youcrime, il progetto di co-pubblishing ideato da Rizzoli Lab.
Selezionato tra i vincitori del torneo letterario IoScrittore.
Il suo sito è www.riccardobruni.com