Roberto Morassut – Il pozzo delle nebbie (Il caso Bracci: un omicidio a Primavalle nell’Anno Santo 1950)

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Editore  Ponte Sisto
Genere saggistica
Anno 2014
300 pagine – ebook
Introduzione di Federica Sciarelli

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downloadIl parlamentare romano Alberto Morassut, laureato in storia contemporanea con una tesi sull’amministrazione di Roma tra il 1947 e il 1952, pesca un fatto di cronaca del 1950, l’omicidio della povera Annarella Bracci, e ne approfondisce i fatti e il contesto.

Chiariamo una cosa, prima di continuare a parlare del libro: questo non è un romanzo ma un saggio storico, affascinante e ben scritto quanto si vuole ma senza la minima traccia di finzione, di creazione da parte dell’autore.

Nel febbraio 1950, nella povera borgata romana di Primavalle, un quartiere periferico costruito di recente, una bambina di dodici anni, Annarella Bracci, scompare. Viene ritrovata qualche giorno più tardi, morta, nel fondo di un pozzo.

Morassut ci accompagna passo dopo passo attraverso le ricostruzioni del tempo, facendoci capire in che mondo vivevano i protagonisti della vicenda, dalla piccola vittima alla madre da poco separata (ma di buona famiglia), dai vari poliziotti, quasi tutti reduci dell’era fascista, a Lionello Egidi, accusato di essere il colpevole ma evidentemente, secondo Morassut, innocente.

Sicuramente un’opera di questo genere, un trattato storico, non spiccherà per la creatività e la scorrevolezza del testo; si tratta di una serie di documenti, testimonianze e reperti storici che Morassut ha collezionato e che espone in maniera certamente chiara ma altrettanto scarna e poco ornata, come dev’essere per mantenere una certa obiettività sulle vicende in analisi.

Leggiamo quindi le parole dei testimoni, gli atti dei processi, estratti dai registri di polizia. In alcuni momenti l’opinione di Morassut si intuisce, in particolare nelle descrizioni di alcune delle persone coinvolte nelle indagini: a volte si lascia sfuggire (o più probabilmente inserisce con cura e attenzione così da far credere che gli siano sfuggiti) aggettivi che tradiscono un giudizio di valore riguardo alle persone che sta descrivendo. E alla fine commenta in maniera molto chiara riguardo al risultato del processo, facendo paragoni con altri casi di quegli anni (in particolare quello di Gino Girolimoni, accusato ingiustamente di pedofilia, e l’omicidio tuttora irrisolto di Wilma Montesi) ed esprimendo, stavolta apertamente, un’opinione.

Certamente, quindi, se vorrete leggere questo libro, non aspettatevi un romanzo pieno di intrecci e sottotrame, con un “buono” e un “cattivo” in contrasto: si tratta, e lo dico di nuovo, di un trattato storico, che parla di persone vere; la verità è ormai persa nella storia, ma lo spaccato della società romana degli anni Cinquanta è affascinante proprio in quanto non solo realistico ma del tutto reale.

Marco Piva-Dittrich
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L’autore:
Roberto Morassut è un politico italiano, facente parte del Partito Democratico. nell’attuale legislatura è componente dell’VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici). È stato segretario regionale del Pd del Lazio dal 2008 al 2009.