Editore Mondadori Collana Strade Blu
Anno 2015
Genere Thriller/Giallo
300 pagine – epub
Traduzione di V. Vassallo
[divider] [/divider]
Camille è il terzo (e quasi di sicuro ultimo) romanzo di una trilogia dedicate da Pierre Lemaitre al commissario di polizia parigino Camille Verhœven, dopo Irène e Alex (che tra l’altro sono stati pubblicati in italiano nell’ordine inverso, Alex nel nostro paese è uscito prima di Irène). Tenete presente che questo romanzo contiene numerosi riferimenti ai fatti avvenuti nei primi due episodi della trilogia, e fatalmente anche questa recensione non potrà esserne del tutto priva, anche se farò del mio meglio per evitarli: ritenetevi avvisati.
Camille Verhœven, il protagonista del nostro romanzo, è un ometto di un metro e quarantacinque, il che lo rende estremamente memorabile da parte di chi lo incontra. Il libro, però, si apre concentrandosi su Anne Forestier, che da qualche tempo è la partner proprio del commissario Verhœven. Anne si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato: un mattino, si trova in una galleria di negozi; mentre è alla toilette, vede due uomini coprirsi il volto con un passamontagna. I due, che hanno intenzione di rapinare una gioielleria, aggrediscono la donna e la lasciano a terra, sanguinante. Anne riesce a trascinarsi fuori dalla galleria, ma i rapinatori la inseguono prendendola di mira con un fucile a pompa – ma la mancano, comunque ferendola.
Accecato dall’ira (tra l’altro, Anne si trovava lì per comprargli un regalo), Camille trama per assicurarsi che il caso sia affidato a lui. Con Anne in ospedale, Verhœven si impegna in un’impresa disperata per assicurare alla giustizia gli aggressori dell’amata.
Camille è da un certo punto di vista un giallo piuttosto tipico: Verhœven si trova di fronte a un evento criminoso e, da bravo poliziotto, lavora per scoprire l’identità di chi l’ha commesso allo scopo di poterli poi arrestare. Ma il fatto che la vittima dell’aggressione è la sua compagna significa che non dovrebbe essere lui ad occuparsi del caso. Lemaitre quindi ci accompagna nella testa di Camille, combattuto tra il senso del dovere e la spinta dei sentimenti, tra essere un buon poliziotto e un buon partner per Anne. A cinquant’anni, Verhœven si trova sotto una pressione che mai aveva dovuto sopportare – nonostante un passato pieno di dolore, proprio e altrui; sta a lui e alla sua tempra non spezzarsi, non cedere.
Questo romanzo quindi è un viaggio all’interno della testa di Camille Verhœven, con il contorno di un’indagine di polizia molto intricata ed interessante. Un romanzo appassionante, che cambia spesso ritmo, accelerando e rallentando improvvisamente nel passare da una situazione a un’altra, dal punto di vista di Camille a quello di Anne e infine a quello del colpevole dell’aggressione (la cui identità viene, nonostante questo, mantenuta segreta fino alle ultime pagine).
Camille non è il solito romanzo giallo. A chi consigliarlo? Direi a chiunque ami il thriller, la tensione, ma anche un po’ di psicologia del personaggio. Lo sconsiglio solo a chi ha intenzione di leggere Irène e Alex dello stesso autore, in quanto la trama di quei romanzi – e in particolare di Irène – viene qui svelata abbastanza nel dettaglio, compresa l’identità del colpevole del crimine lì commesso.
Marco-Piva Dittrich
[divider] [/divider]
Lo scrittore:
Pierre Lemaitre, nato a Parigi, ha insegnato per molti anni letteratura e ora è scrittore e sceneggiatore. Con i suoi romanzi, tutti premiati da critica e pubblico, si è imposto come uno dei grandi nomi del noir francese. Le sue opere sono tradotte in più di venti lingue e i diritti sono stati acquistati dal cinema. Nel 2011 Mondadori ha pubblicato Alex.
Vincitore del Prix Goncourt nel 2013, Ci rivediamo lassù è stato eletto miglior romanzo dell’anno dalla rivista “Lire”.