Editore Tea Collana Narrativa
Anno 2016
Genere Thriller/Giallo
275 pagine – rilegato con sovracopertina
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Gli occhi del Salar. Già il titolo di questo romanzo è tutto un programma, ed invita a riflessioni fantastiche: che cosa sono questi occhi?
Il deserto del Salar, in Bolivia, è una sconfinata distesa bianca, quasi abbacinante: è composto di materiali dal colore perlaceo, che nascondono un’insidia tremenda. Pare che ogni tanto, senza preavviso alcuno, vi si aprano dei buchi (gli “occhi”, appunto) che inghiottono letteralmente i malcapitati – umani o animali – che stiano passando in quel momento. Poi si rinchiudono e tutto è come prima.
Il paragone con l’argomento della storia è così azzeccato, che di più non si può.
Nella Procura imperfetta di Ardese, che già conosciamo dai tre precedenti romanzi di Roberta Gallego, un fatto drammatico sconvolge le vite di tutti: uno scuolabus che porta a scuola dieci bambini di ottime famiglie del luogo (tranne uno) scompare nel nulla. Proprio nel nulla: non ci sono segnali, né impronte, né appiglio alcuno a cui agganciarsi per iniziare l’indagine.
Famiglie, inquirenti, tutti si domandano: Può un pullmino con tutto il suo carico, autista compreso, volatilizzarsi in questo modo?
Il peggio è che sulle prime non arrivano neppure richieste di riscatto, mentre le ricche famiglie già si attivano in ogni modo per non essere colti impreparati. L’unica famiglia modesta si chiede che cosa c’entri mai con tutto ciò, ed è doppiamente disperata, perché il loro bambino è anche malato. Finchè un giorno arriva una strana missiva, inquietante; quasi una filastrocca dall’oscuro significato, che suona così:
“Sette giorni per ogni fiato. Sette grida per ogni peccato. Sette passi verso ogni amato. Che vivrà se non sarete muti, o morirà di fame, siete stati avvertiti”.
Mi fermo qua, perché da questo momento prende l’avvio il “cuore” della storia; incalzante, ricca di sorprese e colpi di scena, degni dei migliori gialli di casa nostra!
Non era infatti propriamente una richiesta di riscatto, ma l’inizio di un incubo, che tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
La vicenda è interessante, perché tratteggiata da diverse angolature.
Dalla parte della Procura, i cui protagonisti conosciamo già bene ad uno ad uno, e , più o meno simpatici (io faccio il tifo per Saverio Alfano e per Anna Vescovo) abbiamo imparato ad osservare nel loro diverso approccio al lavoro. Qui, rivalità, collaborazioni più o meno gradite, piccole meschinità , amicizie sincere, tutto come sempre. Non per nulla è una Procura imperfetta, come tante.
Dalla parte delle famiglie colpite, che , apparentemente “perbene”, rivelano molto presto grossi scheletri nei loro armadi, e sono costretti dagli eventi a metterli in piazza, come si suol dire, per cercare di salvare i loro rampolli. La scrittrice mostra ottima capacità di introspezione, nel portare a galla i travagli di ciascuno di loro.
Dalla parte dei bambini rapiti – e questo è il punto più struggente – perché veniamo a scoprire in questa drammatica situazione, a poco a poco, le loro storie , le loro dinamiche di gruppo: la più forte e coraggiosa, il prepotente, il pavido che si perde d’animo, e così via.
Ma questi bambini affrontano , nel complesso, la situazione in modo ammirevole.
Infine, dalla parte dei rapitori, che sono chiamati semplicemente Lui e Lei, e dei quali fino all’ultimo non si capiranno le motivazioni e non si saprà quasi nulla.
Una vera sorpresa questo romanzo; a mio parere il migliore dei quattro scritti finora, anche se pure “Il sonno della cicala”, con la sua dinastia dei produttori di Barolo mi era piaciuto moltissimo.
Secondo me la Gallego ha raggiunto con questo ultimo romanzo una maturità da scrittrice “completa”: ha costruito una storia con tutti i crismi, con tutte le qualità per arrivare al successo!
E’ un giallo italiano di gran classe, che senza spargimenti di sangue e scene orride, riesce ad avvincere il lettore dalla prima all’ultima riga, non facendoci rimpiangere per nulla certi gialli di autori stranieri tanto osannati.
Bravissima Roberta Gallego.
Rosy Volta
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La scrittrice:
Roberta Gallego, magistrato, è nata a Treviso. Ha esordito nel 2013 con la pubblicazione di Quota 33, col quale ha inaugurato la serie dedicata alle «Storia di una procura imperfetta».