Joël Dicker – Il libro dei Baltimore

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Editore La nave di Teseo Collana Oceani
Anno 2016
592 pagine – brossura e ebook
Traduzione di V. Vega

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Ho amato moltissimo “La verità sul caso Harry Quebert”, romanzo precedente di questo giovane autore svizzero, quindi mi sono avvicinata a questo nuovo libro carica di grandi aspettative, e devo dire che Dicker anche questa volta non mi ha deluso.

Nel libro dei Baltimore ritroviamo lo stesso protagonista, Marcus Goldman (un nome azzeccatissimo!), aka “lo scrittore”, che decide di lasciare temporaneamente New York per recarsi a Boca Raton (Florida) per scrivere il suo prossimo libro. Come ci preannuncia Marcus, parlerà della storia dei “Baltimore”, ovvero i Goldmans di Baltimore, famiglia ricca e all’apparenza perfetta: zio Saul è un avvocato gentile e magnanimo, zia Anita un medico dal cuore grande, Hillel, suo cugino, un piccolo genio umiliato dai compagni di scuola e incompreso dagli adulti e Woody, un ragazzo disagiato che viene pseudo-adottato dai Baltimore ed entra a tutti gli effetti a far parte della famiglia. Marcus al contrario appartiene ai Goldmans di Montclair (New jersey), chiamati semplicemente i “Montclair”, una famiglia della media borghesia che non può in alcun modo avvicinarsi allo splendore dei Baltimore. Si perché i Baltimore sono i preferiti di tutti, per dirlo con le parole dell’autore “hanno una magnifica superiorità che li fa ammirare istintivamente. Non suscitano gelosie: sono troppo ineguagliabili per essere invidiati”.

Così Marcus vede i Baltimore, vorrebbe far parte della loro famiglia e vede la propria non all’altezza, non abbastanza per le proprie aspettative. Ma questa visione lentamente cambia, gli anni passano, Marcus abbandona questa lettura adolescenziale degli eventi trascorsi e incomincia a scorgere le complicate dinamiche familiari oltre la facciata. La patina di perfezione dei Baltimore inizia a sbiadirsi, sia negli occhi di Marcus sia in quelli del lettore, insieme a lui scorgiamo verità diverse da quelle che ci eravamo immaginati.

Attraverso le vicende formative di Marcus e dei cugini Hillel e Woody, la gang dei Baltimore di cui fa parte anche Alexandra Neville, giovane cantante di talento che inevitabilmente cambia le dinamiche all’interno del gruppo, ripercorriamo la storia dei Baltimore che ha portato alla “Tragedia”, evento misterioso che ci viene preannunciato sin dalle prime pagine e colora tutto il romanzo di un senso di catastrofe imminente.

Il romanzo si snoda su piani narrativi temporali differenti che saltano, in perfetta continuità, tra il prima e il dopo la Tragedia del 2004, alla quale ci avviciniamo lentamente e inesorabilmente. La scrittura di Dicker è semplice, fluida, intimistica al punto che Marcus, io narrante del libro, sembra farci delle confidenze personali e che abbiamo l’impressione di conoscere realmente i personaggi. In alcuni passaggi sia i personaggi sia gli eventi sono, a mio avviso, volutamente stereotipati dall’autore, resi ironici e a volte divertenti. Dicker fa un uso massiccio dei “cliffhangers” (espedienti narrativi usati in letteratura e nelle serie tv per creare suspence), interrompendo bruscamente la narrazione a fine capitolo, in corrispondenza di un colpo di scena o subito dopo aver introdotto un evento culminante. Questi espedienti tengono il lettore incollato alla storia

Ritroviamo anche in questo romanzo alcuni temi già affrontati da Dicker: il tema del cambiamento, del passare inesorabile del tempo che getta una luce diversa sugli eventi; la bellezza della giovinezza che si incrina con l’età adulta e il concetto che gli eventi del nostro passato definiscono chi siamo nel presente. Per Marcus, nuovamente, il processo di stesura del suo libro passa attraverso la rilettura del passato, il riordino temporale e mentale degli eventi e il metterli nero su bianco in una sorta di catarsi liberatoria.

Se siete amanti del giallo puro, probabilmente apprezzerete meno questo romanzo rispetto a “La verità sul caso Harry Quebert”, vi sono elementi in accordo con questo genere letterario, ma più di tutto si tratta di una saga familiare che copre oltre vent’anni di vita dei Baltimore. A me è piaciuto moltissimo e quindi lo consiglio, aspetto con trepidazione il prossimo romanzo di Dicker, qualcosa mi dice che sentiremo ancora parlare di Marcus Goldman.

Barbara Gambarini

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Lo scrittore:
Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. Ha pubblicato Gli ultimi giorni dei nostri padri, che ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010, e La verità sul caso Harry Quebert, che ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è stato tradotto in oltre 35 paesi.