Editore Castelvecchi – Collana Emersioni
Anno 2018
Genere Giallo
87 pagine – brossura e ebook
Se credete a quella forma di karma per cui, se fate o dite qualcosa poi questo qualcosa, in altra forma, si ripresenterà alla vostra porta, ebbene io questa volta credo d’averlo incrociato. Mi spiego. Le mie piccole – in ogni senso – tirate ed i miei strali verso a) le traduzioni a capocchia dei titoli dei libri stranieri, b) le copertine “che c’azzecca” che adornano alcune pubblicazioni, prima o poi avrebbero dovuto avere un esito. Bene, proprio a seguito di una mia esternazione in merito ad una copertina che non dava alcun credito al romanzo che ricopriva, ho ricevuto un plauso da un’autrice che ha pensato di confezionarlo sotto forma di libro, il suo libro. Eccomi allora felice possessore di un nuovo libro – i libri mi piacciono tutti, anche quelli che dopo letti non mi garbano – che ho dapprima sistemato nella pila dei “da fare”, poi finalmente sono riuscito a leggere con il dovuto rispetto.
Ci è voluta una domenica un po’ uggiosa, una di quelle in cui il solo pensiero di mettere il naso fuori dalla porta ti repelle, per acciambellarmi sul mio lato del divano in compagnia di questo breve romanzo e di un buon the. Cristina – cui dò del tu per ragioni di virtuale conoscenza mezzo etere – mi aveva incuriosito già con la sua richiesta iniziale, poi ha continuato con il libro ed una bella dedica, soprattutto la parte “I’m an instant star. Just add water” che in poco mi aveva già precognizzato un po’ di quello che mi sarei dovuto aspettare.
Fin dal primo attacco veniamo catapultati in un viaggio lisergico nella mente devastata di Julian – ancor più se pensiamo che è ispirato ad un amico dell’autrice, scomparso prematuramente – che ci accoglie con un “Vi saluto, sono morto“. Julian è una sorta di sociopatico in costante fuga da sé, come lui stesso dichiara, che inscenando il suo funerale ha modo di “vedere” per davvero le persone che lo hanno circondato fino a quel momento, leggerne i volti, scoprirne la vera maschera. Tutto ciò significa, però, mettere a nudo anche la sua e scoprirsi mentitore di sé stesso in più occasioni. Il ritratto che Julian ci ammannisce del suo mondo è al limite dell’assurdo, ma non tale da non vederci una necessità di normalità che viene cercata estremizzando i gesti comuni come il bere o l’amare entrambi portati al loro parossismo autodistruttivo. Anche quando Julian si definisce “assassino seriale” e descrive con dovizia come ha perpetrato i suoi crimini, nessuno di noi è disposto a credergli visto che fino a quel momento abbiamo avuto dinanzi solo un uomo potentemente disturbato che alterna fasi maniacali a fasi di depressione, che portano ad una distopia tale dal non poter dar credito a nulla che esca dalle sue labbra.
Poi, a un tratto, Julian tira in ballo Suskind – “Ho sempre avuto un’ossessione per le rosse, anche se hanno un odore acre nell’intimo, difficile da sopportare (…) Infatti in quel libro di Suskind l’essenza della rossa era l’ultimo ingrediente del profumo, la nota di testa, di apertura” – sembra voler precognizzare qualcosa. Sarà vero?
Sebbene sia breve, il racconto è zeppo di citazioni musicali, letterarie e filmiche con il buon gusto di non essere un completivo o “riempi pista”, ma di dare ancor più spessore al personaggio ed alle sue follie. La prosa è nuova, ritmata, con stacchi di camera e viste da angolazioni non comuni che – visto si tratta di un esordio – mettono nella speranza di ritrovare presto Cristina impegnata su qualcosa di più coroposo. Non ha tempi morti, forse solo un inizio un po’ in salita – dovete venire a patti con Julian non dimenticatelo – ma poi il libro si legge in un pomeriggio. Quando l’avrete chiuso, però, la prima cosa che vi verrà in mente sarà di mettere nel lettore (o sul giradischi, meglio) un disco di Bowie.
Michele Finelli
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La scrittrice:
Cristina Caloni, laureata in Filosofia Estetica, vive a Milano. Ha pubblicato nell’antologia di fantascienza Intanto, da qualche parte nello spazio… e collabora con alcune riviste. Questo è il suo debutto letterario.