Christian Frascella – Fa troppo freddo per morire

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Editore Einaudi Collana I coralli
Anno 2018
Genere Noir
336 pagine – brossura e ebook

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Da che parte si guarda la verità?

Negli anni Sessanta, parlare di Torino significava la Mole Antonelliana, il Museo egizio e la Fiat, fondata da Giovanni Agnelli. Una città prevalentemente basata sul lavoro industriale, svolto da tanti immigrati dal sud, impegnati all’Iveco, alla Pirelli, Magneti Marelli, o alla Michelin. Fu così tanta la richiesta di manodopera negli stabilimenti automobilistici e quindi di insediamento nella città da parte degli immigrati, che il sindaco dell’epoca, Diego Novelli, definì Torino “la terza città meridionale d’Italia per popolazione dopo Napoli e Palermo”. Una generazione che ha deciso di lasciare il paese natìo per vivere meglio, per dare un futuro diverso ai propri figli. In realtà, molti stabilimenti hanno chiuso nel corso degli anni, dopo la crisi automobilistica, lasciando a quelli che sono rimasti – gli altri sono scappati altrove o sono morti – una città da ricostruire, da reinventare. I giovani, spesso senza lavoro e senza laurea, vengono reclutati dalla malavita locale, ormai non più sola a gestire i traffici di droga. L’invasione di extracomunitari, la criminalità albanese, rumena, magrebina, asiatica, soprattutto nel quartiere Barriera, ha reso la zona come centro di smercio dell’eroina che istupidisce mezza città.

Torino è sicuramente molto altro, ma il quartiere che Christian Frascella ci vuole raccontare è quello della Barriera di Milano: nata nella seconda metà dell’Ottocento, nacque con l’obiettivo di garantire il controllo doganale sulle merci in entrata e fu detta “di Milano”, perché dava verso la città meneghina. Simbolo dei quartieri periferici torinesi, convivono svariate etnie e, purtroppo, i fenomeni di micro-criminalità sono praticamente giornalieri. In questo luogo – siamo a gennaio inoltrato, con un freddo che entra nelle ossa – vive Contrera, che è l’Io narrante di questo romanzo. Protagonista della storia, Contrera è un ex poliziotto. Si è fatto cacciare dall’Arma per una storia di droga e si è fregato con le sue stesse mani, perdendo lavoro e famiglia. Gestisce il suo ufficio da una lavanderia a gettoni di proprietà del marocchino Mohamed, ora fa l’investigatore privato. Vive in casa della sorella, con marito e i figli. Non che la convivenza sia idilliaca… Il cognato Ermanno non fa che rimarcare che l’ospite è come il pesce, dopo due giorni puzza. Certamente i suoi trascorsi non lo aiutano a essere più simpatico.

Bevitore di birra Corona con lo spicchietto di limone, Contrera – il cui nome non verrà svelato per tutto il tempo della lettura – si è adattato a risolvere casi di tradimenti coniugali, quando lo stesso titolare della lavanderia gli chiede di convincere una banda di albanesi a posticipare il termine del debito di un ragazzo, Driss. Contrera, seppur dubbioso, per un po’ di soldi in più, si presta a parlare con Oskar, criminale albanese proprietario di due locali a Torino: Andromeda e Stella Notturna.
Torino offre opportunità di vario tipo se sei maschio, abbastanza rifornito e di denaro e con una voglia di commettere atti impuri di vario genere. Dalle escort da ogni parte del mondo a centri massaggi di Mirafiori. Oppure i night club.
Peccato che Oskar viene ritrovato accoltellato nel suo locale e Contrera vede uscire di corsa il ragazzo, terrorizzato. Comincia così una caccia all’uomo, ma quando Contrera capisce di essere sulla pista giusta, sembra Pierino che urla “Al lupo, al lupo” e nessuno lo vuole ascoltare. Neanche il suo ex collega Walter de Falco, con il quale Contrera era entrato in polizia. Diventato capo della Sezione Omicidi, De Falco è un poliziotto che crede a ciò che vuole vedere.

In alcuni casi avvezzo a creare personaggi “border line” (vedasi Brucio e Mia sorella è una foca monaca), anche in Fa troppo freddo per morire Frascella ci confeziona un uomo che nessuno sopporta, incapace di svolgere il proprio lavoro, fallito come marito e padre, nemico dei suoi stessi colleghi. Un personaggio di confine, come lo sono quelli che abitano nel suo stesso quartiere. E lui il confine lo ha superato da un pezzo con il suo carattere, con il suo atteggiamento. Un bullo ironico e dal cuore d’oro, inaffidabile. Debole, ma forse per questo un personaggio più normale, più reale. Un “Amarcord” della Torino di un tempo rispetto a oggi, un occhio al fenomeno dell’immigrazione che ha trasformato città intere, dove è più facile trovare un Mohamed che un Mario, ma non per questo non si possa non convivere con usi e costumi diversi dai nostri.
Lo stesso autore si descrive parlando di una vita da mezzo emarginato in un paesello di periferia: conoscevo il nome di tutti e nessuno conosceva il mio. Alla prossima storia, Contrera. A proposito…qual è il tuo nome?

Cecilia Lavopa

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Christian Frascella è nato a Torino e vive a Roma. Ha pubblicato Mia sorella è una foca monaca (Fazi 2009), Sette piccoli sospetti (Fazi 2010), La sfuriata di Bet (Einaudi 2011), Il panico quotidiano (Einaudi 2013), La cosa piú incredibile (Salani 2015), Brucio (Mondadori 2016) e Fa troppo freddo per morire (Einaudi 2018).