Editore SEM
Anno 2018
Genere Giallo
234 pagine – brossura e ebook
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Alla bellezza non ci si abitua mai, o almeno questo è quello che penso io. Una cosa bella, un monumento, un’opera d’arte o anche una città, pur avendola ogni giorno sotto gli occhi, pur credendo di conoscerla bene e che non abbia più segreti per te, ci sarà sempre quell’attimo fugace e fuggevole in cui ti sembrerà di vederla per la prima volta. Che sia una particolare luce, una particolare trama che si respira nell’aria, un singolare stato d’animo che ti fa cogliere diversi dettagli o sfumature e in quel momento avrai l’impressione di non averli mai notati prima.
E alla bellezza di questo romanzo di Paolo Regina, allo stesso modo, non mi sono ancora abituata. Anche dopo averne terminato la lettura da qualche giorno, ogni volta che mi fermo a pensarci o che mi capita di risfogliarlo, riesco a cogliere nuovi aspetti che non mi sembrava di aver considerato in precedenza. In questo modo la scoperta continua. La scoperta della città di Ferrara. Del capitano del nucleo della polizia tributaria, Gaetano De Nittis e di tutti gli altri personaggi che lo affiancano o lo contrastano in questa indagine, se così si può dire, non proprio autorizzata.
In seguito ad una verifica tributaria ad un noto antiquario della città, durante il secondo sopralluogo, il capitano De Nittis s’imbatte nel cadavere dell’uomo. Immediatamente avverte i carabinieri del ritrovamento, che prendono subito in carico questo che sembra un caso di suicidio. Ma De Nittis ha una strana sensazione al riguardo che unita a dei dettagli riscontrati sulla scena del crimine, lo convincono che ci sia qualcosa dietro questa morte e che la ragione si nasconda dove nessuno sospetta per motivi che non conosce ma che ha intenzione di scoprire. Così il capitano inizia un’indagine ufficiosa, avvalendosi dell’aiuto di qualche collega, del supporto del suo superiore e di un giornalista.
Nonostante i trentaquattro anni d’età, Il capitano Gaetano De Nittis mi comunica una maggiore maturità. È un personaggio che mi ha conquistata da subito. Per il modo di gettare il suo sguardo sulle cose. Per il modo di relazionarsi con colleghi e superiori ma anche con eventuali nemici che non disdegna di affrontare senza paura di vendette o ritorsioni. Per il modo di vibrare negli accordi della sua chitarra. Per il modo di evocare la sua terra e di accogliere quella nuova, dove si trova da un paio d’anni. Per il modo in cui si siede a tavola ed apprezza il cibo che ha davanti. Per il modo in cui conserva quegli occhi verdi nel suo sguardo, trattiene quella voce nelle orecchie e per come descrive quel profumo.
“Io riesco a sentire il dolore nelle persone. E’ una frazione di secondo, un’intonazione diversa, un soffermarsi dello sguardo. Un attimo, ma lo sento. Forse perché il dolore ha fatto parte della mia vita…Ho avuto l’impressione di coglierlo anche in te.”
Il personaggio di Bonfatti, il giornalista, mi ha colpita per la complicità che ha saputo creare con il capitano nonostante siano due caratteri diversi. Mi ha conquistata l’ironia tagliente del colonnello Remigio Gherardi, le sue espressioni in dialetto toscano, il modo di dimostrare stima e supporto nei confronti del suo sottoposto. Rosa, con le sue malinconie ma con il desiderio di rivalsa e di tornare a sorridere, mi ha raggiunta in ogni modo possibile.
Poi c’è Ferrara, che non conosco ma che ho percorso grazie alle descrizioni dell’autore, che ho sentito come autentiche e reali. Se chiudo gli occhi ancora vedo Gaetano che la attraversa con il suo vespone o con la sua bicicletta che spesso dimentica dove ha lasciato.
Questo è uno di quei libri che io considero di ampio respiro. Dove c’è spazio per appassionarsi alle indagini grazie ad una trama che si dipana tra smentite, indizi e brillanti intuizioni, ma anche molto altro. C’è la preziosa possibilità di conoscere nuovi personaggi, di appassionarsi alle loro storie personali, di essere curiosi del loro passato ma soprattutto del loro futuro. Personaggi che spero di ritrovare al più presto coinvolti in una nuova indagine in un secondo romanzo. Perché alla bellezza non ci si abitua mai.
Federica Politi
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Lo scrittore:
Paolo Regina, avvocato, ha insegnato discipline economiche alla facoltà di Lettere dell’Università di Ferrara, città dove vive. È anche docente di comunicazione e public speaking in corsi per manager e imprenditori.