Colin Wilson – Un dubbio necessario

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Editore Carbonio Editore – Collana Cielo Stellato
Anno 2017
Genere Mistery
342 pagine – brossura e ebook
Titolo originale Necessary Doubt
Traduzione di Nicola Manuppelli


Una delle svariate e innumerevoli gioie della lettura, quando oltretutto lo scrittore non ti è per nulla noto, è scoprire come racconti scritti decenni prima non abbiano perso nulla della loro attualità e del loro brio. Ciò anche quando le ambientazioni si rivelano poco familiari – sorprendente se pensiamo che qui una parte del romanzo è ambientata a Londra che per me è come una seconda casa. Poco familiare, dicevo, quasi nulla, quasi come se lo sfondo scappasse via per forzarmi a dar seguito alle parole, al contesto, spingermi a puntare sulle idee prima ancora che su personaggi o luoghi. E mentre io continuavo caparbio a cercare quei punti noti, il libro continuava a scapparmi via spingendomi ad inseguirlo, anche quando le sue digressioni rapidissime mi fornivano più istantanee che veri e propri ambienti: un ex-ispettore capo con una vestaglia arancione brillante, riferimenti palatali a brandy eccellenti (per un momento mi è parso quasi pretenzioso), insomma cose così, come quella di due bottiglie di vino bevute in una notte.

Poi, d’un tratto, come quando vi svegliate in auto durante un lungo viaggio e rimanete stupiti del fatto che oramai siete a destinazione – poiché il dormire vi ha fatto perdere il senso del tempo – eccomi lì, in piena città, in quella Londra che conosco, seppure Londra degli anni ’50. Dicotomica, da un lato vi è una città in fermento – nuove tendenze, la sessualità che muta e cambia i rapporti tra le persone e la ricerca di dignità nel lavoro – dall’altro il riferimento a club e per gentiluomini e ad occasionali domestici la ripropone in piena età Vittoriana.
In questa enorme bivalve arriva un anomalissimo e inaspettato detective, un filosofo. Non uno qualunque ma un professore tedesco di nome Zweig il quale, rientrando verso casa in taxi, coglie con sguardo fugace il viso di quello che riconosce distintamente quale un suo allievo di decenni prima a Heidelberg,  nel 1930, un giovane di nome Neumann, figlio di un suo carissimo amico di allora. Da questo punto parte il vero romanzo, strutturato come un buon mistery.

Wilson confeziona un racconto che si dipana su due livelli: in uno Zweig gioca un po’ al “se fosse”, alimentandolo con i suoi sospetti e trasciando dietro ad essi pressoché chiunque oltre se stesso. Poi questi sospetti portano a prove e queste prove si accumulano in modo evidente.
Mentre questa caccia alle prove va avanti, sull’altro livello c’è la storia composta dai flashback del periodo ad Heidelberg prima della guerra, con le letture, le discussioni e gli articoli pubblicati da Neumann. Quello che accade nel presente e ciò che il professore racconta aiutano a definire la mente di un uomo che si è completamente allontanto dalla morale convenzionale.

Se consideriamo che il romanzo viene pubblicato per la prima volta nel 1964, si rimane decisamente sorpresi dato che troviamo – in nuce – la teoria per cui certi atteggiamenti, qui le possiamo definire “filosofie di vita” dato che è questo che sono, siano viatici naturali all’omicidio, come nel caso della filosifia nichilista che segna il percorso di Neumann. Questa teoria è complessa, spesso surclassata dal più immediato sentore di come tutti i criminali siano in realtà eogisti, ingannevoli e meschini e il loro crimine l’espressione di un complesso di inferiorità.
Il modo con cui Zweig ci parla di Neumann, sebbene sia un omicida, parte sempre con il voler rimarcare la sua integrità: ha scelto di vivere una vita con uno scopo. Scopo che, la storia ci ha insegnato dopo quando ha analizzato la vita di efferati assassini, è puramente megalomane. Ma qui sta il punto di svolta del romanzo: il motore della sua trama è quello di svelare le due facce dell’uomo, quello fisico e quello delle sue idee. Una caccia ricca di ottimi momenti di suspance e di una strana inversione dei ruoli: è Neumann che va a cercare i suoi inseguitori.
Libro che merita due letture, non facilissimo in certi punti, ma decisamente da mettere tra quelli della vostra collezione di mistery.

MIchele Finelli
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Lo scrittore:
Colin Wilson è stato uno dei più grandi “irregolari” della letteratura inglese contemporanea. Nato a Leicester nel 1931, a 24 anni è diventato uno dei massimi intellettuali anti-establishment del tempo con il saggio L’Outsider, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e gli ha fatto guadagnare la fama di “giovane arrabbiato”. Narratore, saggista e anticipatore di stili letterari, ha rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni di artisti, tra cui Julian Cope e David Bowie. È morto il 5 dicembre 2013.