Donato Carrisi – Il gioco del suggeritore

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Editore Longanesi / Collana La Gaja scienza
Anno 2018
Genere Thriller
398 pagine – rilegato e ebook

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Eccomi a parlarvi dell’ultimissimo romanzo di Donato Carrisi. L’autore non ha bisogno di grandi presentazioni: laureato in giurisprudenza, specializzato in scienze del comportamento e criminologia, sceneggiatore per il cinema e la tv, regista e autore di thriller tradotti in 30 paesi. In sintesi, una visione a 360° sul male insito nell’animo umano e non solo. Credetemi, questo bagaglio di esperienze si riflette in toto anche in quest’ultimo romanzo.
“Il gioco del suggeritore” è il quarto libro della serie di Mila Vasquez, dopo “Il suggeritore” (2009), “L’ipotesi del male” (2013) e “L’uomo del labirinto” (2017), tutti editi da Longanesi.
Prima di addentrarmi nel buio insieme a voi, voglio dirvi che non mi succedeva dai tempi de “Il silenzio degli innocenti” di avere letteralmente paura nel leggere un romanzo. Sarà perché l’ho letto di sera quando tutti dormivano, con la stanza in totale silenzio e illuminata solo dal led del mio kindle; sarà perché Carrisi ha il dono di descrivere le scene in modo così realistico che te le vedi davanti agli occhi, ma è stata davvero un’esperienza di lettura altamente immersiva.

Il romanzo inizia con una richiesta d’aiuto alla polizia, una donna che vive con la sua famiglia in una fattoria isolata afferma che un uomo si è introdotto nella loro proprietà e non se ne vuole andare, rimane muto sotto la pioggia fuori dalla casa. Trattenuta da un forte temporale e dalle chiamate di soccorso per l’esondazione di un torrente, l’autopattuglia arriva sul poso solo diverse ore dopo e si trova davanti un macabro spettacolo: la casa totalmente in disordine, sangue dappertutto ma degli Anderson, madre, padre e due figlie, nessuna traccia. La polizia, ormai certa che la famiglia abbia fatto una brutta fine, velocemente ferma il presunto responsabile, che però non parla ed ha il corpo completamente coperto di numeri tatuati. Per poter decifrare l’enigma, “Il Giudice”, alias Johanna Shutton, è costretta a chiedere aiuto a Mila Vasquez, ritiratasi lontano dalla città per crescere la figlia. Ancora una volta Mila si ritrova in una corsa contro il tempo per decifrare gli indizi, in un gioco virtuale e reale allo stesso tempo.
Torna, quindi, Mila Vasquez, ormai ex agente del Limbo, espertissima cacciatrice di persone scomparse, dalla personalità un po’ borderline e analfabeta emotiva (soffre di alessitimia). Nonostante la volontà di condurre una vita ritirata con la figlia Alice e allontanarsi dal male che da sempre la circonda, Mila non sa resistere al richiamo del buio, perché “è dal buio che vengo, ed è al buio che ogni tanto devo ritornare”.
Per dirlo ancora con le perfette parole dell’autore attraverso la voce di Mila “voglio vedere cosa c’è dietro al sipario, guardare negli occhi il mago e smascherare il trucco”. Ad ogni romanzo questa protagonista conduce un viaggio nel buio, nei meandri dell’animo umano, così come dentro se stessa, in bilico tra la seduzione del male e il desiderio di dare voce agli scomparsi, alle vittime. Accanto a lei l’agente reietto, il fidato ex collega e amico Simon Berish.

Ne “Il gioco del suggeritore”, l’autore torna ancora una volta a parlarci del killer subliminale, il suggeritore, il manipolatore delle menti, colui che uccide tramite gli altri, “mosso non tanto dal desiderio di fare del male, quanto dal potere di cambiare le persone, di trasformare innocui individui in sadici assassini”. Il suggeritore non sceglie le proprie vittime, “lascia che sia il suo adepto a sceglierle, scavando nel proprio desiderio o nella propria rabbia”; per questo motivo è un killer inafferrabile, e spesso non imputabile o punibile. Un altro tema presente, come nei precedenti romanzi di Carrisi, è la critica ai social networks, a internet; l’autore ci descrive una diversa forma di violenza, che ha luogo su internet, dove le persone inneggiano al killer, se la prendono con le vittime per aver rinunciato alla tecnologia, si tolgono la maschera e spiano la vita degli altri senza vergogna e senza pudore, liberi di dare sfogo alla propria natura. Per rafforzare quest’ultimo concetto l’autore, anche in questo romanzo, sceglie di non ambientare geograficamente gli eventi: perché tutti siamo potenziali assassini e il male è ovunque.

Carrisi ha una scrittura raffinata, con un ritmo incalzante e una sorta di estetica cinematografica di grande impatto emotivo, gioca ai limiti tra la realtà e la fantasia spinta e sa di cosa parla; nel romanzo trovano spazio concetti e teorie di criminologia, vittimologia, pericoli della rete, obsolescenza tecnologica. La sensazione generale, condita da una certa ansia che accompagna la lettura, è che l’autore abbia il totale e pieno controllo della narrazione, della trama straordinariamente complicata e dello stile, portando il lettore esattamente dove vuole, accompagnandolo sull’abisso del male, curva dopo curva, colpo di scena dopo colpo di scena. Ci sarebbe da scrivere tanto, tantissimo su questo thriller psicologico, ma non voglio spoilerare nulla agli amici di Contorni di noir.
Letto, anzi DIVORATO, in un soffio; lo consiglio a tutti ma….tenete la luce accesa!

 

Barbara Gambarini
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Lo scrittore:
Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. È regista oltre che sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore dei romanzi bestseller internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto, La ragazza nella nebbia, dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente.