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Finisce su Contorni di noir il blogtour cominciato il 10 giugno su La bottega del Giallo al romanzo di Michael Dobbs, “Attacco dalla Cina“, pubblicato da Fazi Editore e già disponibile nelle librerie.
La nostra tappa, oggi, verte sui 5 motivi per leggere il romanzo:
Il protagonista
“Sembra che praticamente non ci sia guerra al mondo che possa iniziare finché non compari tu, Jones”
Henry Jones è un personaggio capace, sarcastico, non è il tipo più intelligente nella stanza ma quello decisivo, un po’ Jeremy Clarkson e un po’ James Bond in pensione.
È un uomo con un codice morale di altri tempi che sa muoversi bene in una rissa, in mezzo a una sparatoria come tra gli intrighi dei palazzi del potere. È fondamentalmente un buono, specchio dell’altro protagonista di Michael Dobbs, Francis “Underwood” Urquhart.
Sguardo dietro il sipario
Michael Dobbs è, come in House of Cards, capace come pochi di raccontare le stanze del potere, di cosa e come si discute al loro interno. Vizi, trucchi, gergo e regole emergono in questo romanzo con la solita dobbsiana forza ulteriore: quella di colui che davvero conosce l’ambiente di cui narra.
Thriller della complessità
“Temo, primo ministro, che il mondo abbia improvvisamente cominciato a traboccare di rischi.”
Ci sono attentati, intrighi, grandi cospirazioni come in ogni political thriller che si rispetti, ma il vero pericolo da affrontare è un altro, “nuovo”, ovvero quello creato dai sistemi, tecnologici e globalizzati, sempre più complessi che permettono la vita di tutti giorni di ognuno di noi.
Internet, il mercato azionario, la logistica per l’approvvigionamento dei supermercati, la fornitura di elettricità e di assistenza sanitaria: sono tutti sottosistemi di un grande sistema globale dove tutto è collegato, computerizzato e fragile . Uomini potentissimi sembrano piccoli di fronte alla complessità dei megasistemi contemporanei globali, complessità letteralmente mortale nel romanzo e che diventa, con lo scorrere delle pagine, sempre più catastrofica.
Guerra del futuro
Dobbs rende bene le previsioni degli esperti sulle guerre del presente e del futuro prossimo. Conflitti in cui le forze armate sono e saranno solo uno strumento di un arsenale ampio e diversificato, composto da manipolazione dell’opinione pubblica attraverso i social network, false flag, attacco alle infrastrutture vitali, virus informatici, raccolta massiccia dei dati di una popolazione, attacchi economici e valutari come alla reputazione di enti e personaggi rilevanti. In due parole: la guerra asimmetrica che ha proprio in Sun Tzu il padre non solo spirituale.
Il messaggio della fiction
Nel 1984 Caccia a Ottobre rosso voleva comunicare alcune cose insieme a provvedere a del sano intrattenimento: la Marina degli Stati uniti ha fiducia nei suoi comandanti sul campo, sostiene e promuove l’iniziativa personale e il pensiero divergente ma, soprattutto, è capace di un’altissima reattività alle minacce. Alcuni aspetti di questa “comunicazione” nel sottotesto del romanzo, come ha ammesso lo stesso Tom Clancy, erano volutamente esagerati.
Questo Attacco dalla Cina è un romanzo doppiamente nostalgico dell””ordine della guerra fredda” e dell’Impero britannico, in cui gli schieramenti militari e ideologici erano chiari e definiti e l’ordine imperiale garantito dalla Corona; è un romanzo che descrive la Gran Bretagna come un’isola periferica, non importante, una vecchia gloria decaduta e presa di mira per i suoi crimini coloniali e imperiali in un terzo mondo che adesso ha la forza di “vendicarsi”.
È un romanzo che rientra nella tradizione della fiction sul pericolo giallo, ma senza caricature razziste e xenofobe. Essere caduti dall’Olimpo della storia e ritrovarsi deboli, insicuri, attaccabili.
Antonio Vena
Consultate tutte le tappe del blogtour su:
La Bottega del giallo: Presentazione ed estratto del romanzo
Milanonera: Recensione in anteprima
Penna d’oro: La guerra cibernetica
Chili di libri: I personaggi
Thrillernord: Le ambientazioni