Marina Crescenti – Il branco uccide. Caccia al Drago Giallo

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Editore Neropress
Anno 2019
Genere Thriller
192 pagine – brossura e epub


Il regista Fernando Di Leo, quello per intenderci della trilogia del milieu (“Milano Calibro 9, “La mala ordina” e “Il boss”), disse che il termine poliziottesco per definire quel particolare genere cinematografico degli Anni Settanta, era nato come spregiativo e offesa ai film e ai loro registi, coniato da quella che di Leo definiva “critica stronza”. Sempre a suo dire, poliziesco invece definiva in maniera più dura e realistica la realtà scritta, diretta e recitata all’interno di quel genere.
Prestando fede alle parole del maestro Di Leo dunque, possiamo tranquillamente definire “Il branco uccide: caccia al Drago Giallo”-Nero Press Edizioni di Marina Crescenti, un poliziesco girato su carta, con immagini che corrono allo stato brado e si susseguono come un fuoco continuo su un fronte di guerra.

La storia.
Oscar e il suo branco affrontano il mondo con il piglio di chi ogni giorno deve fare i conti con la propria anima spietata, sfasciata da abusi subiti e sofferenze patite, “pane quotidiano” della loro infanzia (e che in parte traggono spunto da storie vere). La crudeltà gocciola da ogni pagina, ma in questa seconda avventura il branco si trova ad affrontare un nemico altrettanto feroce: il Drago Giallo. Nulla placherà la furia del drago, se non la vendetta. Il pericolo, però, potrebbe giungere anche da molto più vicino…
“Il branco uccide” è un fronte di guerra. Una guerra urbana, senza nome (anche se i nomi ci sono) e senza regole. Lotta senza quartiere nata da orrori passati, da violenze subite. Una guerra combattuta da eserciti reietti dalla società e da loro stessi.
Una guerra senza ritorno. Una sfida all’Ok Corral con assoluta assenza di nobiltà, ma con cruda, travolgente follia e passione per l’omicidio e la tortura. Una Disneyland per deviati, un’isola che c’è, solida e presente, senza appigli di salvezza, senza favole a lieto fine. Una violenza sperduta in mezzo a un mare di emozioni negative o a imput per automi senza anima e redenzione.
Il branco si diverte. L’assassinio è una realtà fredda, incolore, insapore, virante alla distopia. È cronaca nera dentro all’estremizzazione dell’accezione più negativa del termine società affiancato all’altro termine, vuoto.

Un’arancia meccanica di forma e contenuto spinta a tavoletta, dove gli episodi fuggono via come una curva tagliata o una parabolica presa a tutto gas.
Marina Crescenti si diverte quanto il branco nel raccontare le nefandezze. E, non soddisfatta, aggiunge anche le crudeltà del misterioso Drago Giallo, nome legato a un tatuaggio che diventa presenza carnale, presenza terrorizzante, presenza costante e viva. La penna scrive ferita, senza alcun riparo o rifugio, senza abiti di censura o di preconcetti. La violenza va riversata in tutta la sua forza e l’autrice lo fa in maniera incisiva, scandendo i tempi frenetici della storia con l’efficacia e la velocità dei dialoghi.
“Il branco uccide” è un coltello a lama seghettata. Prima incide, penetra, dopo fa il danno maggiore, lacera e distrugge affondando e ruotando, provocando una ferita impossibile da rimarginare di menti perse, malate, lasciate alla deriva, pervase da freddezza di sterminio.

Se si vuole raccontare il Male, bisogna far male. Non si può raccontare il male stando attenti a quanto sangue si può versare o meno, o a quante teste si fanno esplodere senza motivo.
Il Male, quello più nero, deve essere percorso fino in fondo, senza pensare alle conseguenze o alla “critica stronza.” Bisogna perdersi e affrontarlo con ghigno feroce, quasi sprezzante. Solo in questo modo il Male ricambierà aprendosi al dialogo, magari davanti a un Bloody mary di infernale mistura.
Se si dimostra timore, il Male aprirà soltanto una visita guidata, di quelle davvero noiose, dove l’apprendimento scolastico farà rimpiangere il prezzo del biglietto.
Vuoi dipingere il male feroce, quello che viene sparato in alto con la violenza di un geyser? Allora usa tutte le tinte che vanno dal color rosso vivo fino al cremisi. Dal venoso all’arterioso. Dalla superficie, ai condotti vitali in profondità.
Come chiudere questa rapida corsa dentro “Il branco uccide-Caccia al Drago Giallo”?
Dicendo che questo libro esiste perché è esistito un grande uomo come Sergio Altieri. La dedica dell’autrice è sigillo a questa verità.
Il Big Wolf ha ancora il suo branco di lupi, là fuori.
Seguiamo sempre la sua guida, ora dal Vuoto. Con un codice che ha come prima regola, il rispetto, come seconda la fratellanza, come terza la sopravvivenza.
Si sopravvive picchiando duro, specie quando si deve lottare contro il Male in ogni sua forma, quando lo si deve dipingere con estremo pregiudizio, citando Altieri.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini


La scrittrice:
Marina Crescenti è nata a Benevento, ha vissuto a Pescara e da diversi anni risiede a Pavia. Ha giocato in Nazionale di tennis under 16, under 18 e in serie A, e oggi è istruttrice di tennis. Ama il cinema, in particolare il genere poliziesco e i gialli italiani degli anni Settanta. Laureata cum laude in Economia e Commercio, è stata ricercatrice universitaria e ha pubblicato numerosi articoli in riviste scientifiche e specializzate. Nel 2004 ha abbandonato la carriera universitaria per dedicarsi alla scrittura di romanzi e racconti. È autrice delle detective stories incentrate sui casi del commissario Narducci, 4 Demoni, Joy, È troppo sangue anche per me, Cosa le tiene sveglie, e dell’ispettore Riccio, Al sangue non si comanda; nel 2017 ha curato La vita a briglie sciolte, biografia di Luc Merenda (noto interprete di film gialli e polizieschi girati in Italia negli anni Settanta e Ottanta). Nel 2012 ha pubblicato il prequel de Il branco uccide, il romanzo Le lacrime del branco, con il quale ha vinto il Premio della Microeditoria 2013.