Editore Pendragon / Collana I Vortici
Anno 2019
Genere Giallo
395 pagine – brossura e epub
L’asservimento al potere o crea dipendenza e lobotomia o crea rivolta e distruzione. Dipende dalle forze e dalle capacità di ognuno, dalla resilienza all’obbligo sociale e morale, dalla voglia di rivalsa o rappresaglia che ognuno cova dentro lungamente. Quello che è sicuro è che una volta che questa necessità di affermazione personale prende il sopravvento su tutto il resto gli equilibri si sgretolano e le convenzioni cadono.
È questo che succede ai protagonisti di Gleba, giallo sociale e psicologico di Tersite Rossi che senza avere, apparentemente, nessun legame tra loro si ritrovano a combattere la medesima battaglia contro un potere schiacciante che vive e opera sotto molteplici forme: dalla scuola elitaria che forma futuri dirigenti feroci ai colossi dell’impresa moderna, dalle morti sul lavoro per scarsa cura nei confronti degli operai e dei più deboli alle coppie 3.0 strette nella morsa di una società che non perdona e non assolve nessuna fragilità e debolezza. Una trama, dunque, a più piani che raccoglie pagina dopo pagina il malessere dei protagonisti per creare suspense e azione. L’epilogo non può essere che altezza del racconto stesso e non può che piacere al lettore che non ha smesso di chiedersi per tutto il tempo cosa ne sarà di uomini e donne così profondamente segnati dal destino e da una società sbagliata e vigliacca fin dalle sue fondamenta.
Non poteva che chiamarsi Gleba un romanzo simile e non poteva che spingere il lettore a riportare reminiscenze scolastiche dove ogni alunno si chiedeva sempre: ma perché i servi della gleba non si ribellavano mai al signore? Poi gli si spiegava che il signore possedeva molto denaro e uomini armati al suo servizio e che era impossibile per semplici contadini combattere tutti loro. Ma Tersite Rossi (che per la cronaca è un collettivo di scrittori e che nessuno sa mai con precisione chi scrive cosa di quello che viene da loro pubblicato) fa un passo successivo alla cronaca storico-medievale e ci presenta un nuovo e inquietante servo della gleba, un moderno e tecnologico asservito sociale, comandato a distanza da poteri a volte neanche così tanto occulti, ma come i suoi antenati dello scorso millennio soggetto al denaro e alla paga mensile per poter sopravvivere. Per questo nel romanzo quando Amina, figlia d’immigrati marocchini, dopo la morte sul lavoro del padre sul lavoro si sente smarrita e svuotato tanto da pensare di abbracciare la jihad, a nessun lettore pare una cosa campata per aria o del tutto insensata. Ed è qui che Gleba smette di essere solo un giallo. Questo romanzo è molto di più. È uno specchio che rimanda una immagine terribile di una società altrettanto orrenda. Una società che si è persa e che per ritrovarsi almeno un poco pensa ed escogita gesti estremi. Tersite Rossi, in realtà, ha abituato da tempo i propri lettori a romanzi a sfondo psicosociale ma con Gleba, in uscita il prossimo autunno, ha creato qualcosa di ancora più esclusivo. Un libro unico e che farà riflettere tanti su molte cose.
Antonia del Sambro
Gli scrittori:
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura. Esordisce nel 2010 con il romanzo “È già sera, tutto è finito” (Pendragon), appartenente al genere della Narrativa d’Inchiesta (finalista al Premio Alessandro Tassoni 2011 e al premio Penna d’Autore 2011). Nel 2012 esce il suo secondo romanzo con le “edizioni e/o”, intitolato “Sinistri”, all’interno della collana “SabotAge” curata da Massimo Carlotto. Nel 2016 esce il suo terzo romanzo, “I Signori della Cenere” (Pendragon), a chiudere la “trilogia dell’antieroe” avviata con i precedenti due. Nel 2019 esce il suo quarto romanzo, “Gleba” (Pendragon), appartenente al filone della new italian epic e centrato sulla tematica del lavoro.