Sandrine Destombes – Nel monastero di Crest

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Editore Rizzoli / Collana Nero Rizzoli
Anno 2020
Genere Thriller
320 pagine – brossura e epub
Traduzione di Maurizio Ferrara


Sandrine Destombes, autrice francese, ha dato alle stampe il suo nuovo libro portandoci in Francia ed esattamente a Crest, villaggio storico nel cuore della Drome.
Nel monastero di Crest è un thriller avvincente e induce il lettore a una serie di riflessioni: vittime che diventano carnefici; vittime che da oggetti diventano soggetti capaci di mettere in atto la propria vendetta, una vendetta studiata e voluta, rincorsa con tutte le forze. La forza della disperazione che si trasforma in energia negativa e devastante, che non lascia spazio a nulla che non sia il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Contenere una rabbia che al momento opportuno diventa come un fiume in piena, trascinando con sé chi è oggetto della propria rivalsa, chi non merita più di vivere e deve pagare con la propria vita gli errori commessi.
E’ pura follia o totale consapevolezza dei propri progetti e delle proprie idee?
E’ tutto bianco o è tutto nero?
Ci sarà mai una risposta a tali domande o ci potrebbe mai essere?
Il confine è così labile… Soprattutto quando si è di fronte alle vittime che decidono di percorrere la strada che permetterà loro un cambio di ruolo.

Questa è la situazione che dovranno affrontare prima i componenti della gendarmeria di Crest e subito dopo gli esperti della gendarmeria nazionale.
La storia comincia con il tenente Perceval Benoit che sta effettuando dei controlli stradali. Benoit ferma una 205 che ha visto sbandare per la strada. Alla guida c’è una donna e con lei una bambina che ha solo 8 anni. La donna risulta visibilmente nel panico e la bambina a un certo punto comincia a gridare che lei non è la sua mamma. Benoit chiederà alla donna di scendere ma lei, sempre più agitata, non solo non scenderà ma prenderà la via di fuga e a una curva perderà il controllo dell’auto e andrà a schiantarsi contro un albero. Morirà sul colpo mentre la bambina – Léa – per fortuna solo ferita, sarà trasferita in ospedale. Ma dall’ospedale sparirà e cominceranno le sue ricerche. Nel contempo, vicino al luogo dell’incidente viene ritrovato il cadavere di un uomo privato degli occhi.
La situazione prevede la presenza di personale specializzato, c’è un cadavere e ce ne saranno altri.

La gendarmeria nazionale è formata da un team che ha l’esperienza e la competenza necessaria per procedere nelle indagini nel miglior modo possibile. E la gendarmeria locale avrà il compito di dare un prezioso aiuto, in particolare il tenente Benoit. Il tenente è giovane e vede nello staff della gendarmeria nazionale la possibilità prima di tutto di imparare. Per lui osservare è fondamentale, significa apprendere i rudimenti giusti, le tecniche più adatte per riuscire a risolvere le questioni legate alle indagini, capire come muoversi facendo i passi giusti Il suo sogno è quello di poter un giorno entrare a far parte a tutti gli effetti nella gendarmeria nazionale. E Benoit sembra avere le caratteristiche giuste per raggiungere il suo obiettivo professionale. Prenderà molto a cuore in particolar modo le ricerche di Léa, è solo una bambina di otto anni. C’è una ferita che Benoit porta dentro di sé legata alla sua infanzia. Léa in un certo qual modo riapre una ferita mai rimarginata, una ferita che lo ha segnato nel profondo del suo animo e di cui si sente responsabile. Riuscire a trovare quella bambina gli permetterebbe di calmare almeno un po’ e in parte l’inquietudine che lo accompagna.

A essere il punto focale della storia è proprio il monastero che dà il titolo al libro. Gestito da Joséphine Ballard, è il luogo dove vengono accolte le donne in difficoltà, che hanno alle spalle storie crudeli, violenze, maltrattamenti e che sono alla ricerca di un posto che le accolga, che ricucia le ferite, che dia loro quel calore che da tempo non le avvolge più. E il monastero è proprio quel luogo. E Joséphine è colei che in maniera decisa si occupa di loro, che fa il possibile per accudirle e difenderle da tutto ciò che le ha distrutte nella psiche e nel fisico. E poi consentire loro una volta guarite di tornare a vivere. Ma qualcosa può non andare secondo le previsioni e c’è chi invece progetta un piano di morte.
Vicende che tracciano una vita, tante vite, che ne regolano il corso.
Domande che ci poniamo. Se avessimo fatto scelte diverse, sarebbe andata in altro modo?
Scambi di ruolo tra vittime e carnefici. Da che parte sta il bene e da che parte sta il male?
Nel monastero di Crest ha un finale aperto, spero che l’autrice abbia già in mente il seguito. Se così non fosse sarebbe un finale sospeso come le tante domande che difficilmente potranno mai avere una risposta.

Cecilia Dilorenzo


La scrittrice:
Sandrine Destombes, parigina, è nata nel 1971. È autrice di romanzi polizieschi e con I gemelli di Piolenc, suo quinto romanzo, si è guadagnata il prestigioso premio VSD RTL 2018 per il miglior thriller francese, presieduto da Michel Bussi.