Editore Einaudi / Collana Supercoralli
Anno 2020
Genere Giallo
264 pagine – brossura e epub
Traduzione di Antonietta Pastore
Siamo a Tōkyō nel secondo dopoguerra, in una città devastata dalle bombe, e l’intero caso ruota attorno alla figura di Nomura Kinue. In pochi conoscono l’arte dell’irezumi ovvero l’arte del tatuaggio, e ancora meno conoscono le leggende legate al tatuaggio in Giappone, luogo in cui era illegale essere tatuatori così come luogo in cui era mal visto un corpo tatuato, specialmente se un corpo di donna. Eppure era possibile trovare degli estimatori, tanto da aprirne addirittura una esposizione; tanto da arrivare a uccidere per possedere la pelle di chi era stato tatuato da un grande maestro.
Pochi al mondo conoscono la bellezza dell’irezumi – il tatuaggio. E ancora meno sono coloro che subiscono il fascino insito nel gesto di imprimere una vita segreta su un corpo umano.
Intorno a Nomura Kinue e a suo fratello e sorella, figli di un maestro tatuatore, ruota l’intera vicenda: il corpo della donna, smembrato, viene infatti ritrovato in casa ma mancante del tronco: ‘il serpente ingoia la rana, la rana ingoia la lumaca, la lumaca fa sciogliere il serpente’, sarà il leitmotiv dell’intero romanzo. Kinue infatti ha tatuato sulla schiena un serpente; suo fratello, dato per disperso nelle Filippine, ha tatuata la leggenda della rana; Tamae, sorella morta ad Hiroshima, aveva tatuata la lumaca. E una lumaca verrà inoltre trovata sulla scena del crimine.
Nomura Kinue, figlia del famoso tatuatore Hori’yasu. Ha la figura dello stregone Orochimaru sulla schiena. Ma è un’ignorante, ha gusti volgari, dopo un’ora con lei gli argomenti di conversazione sono esauriti.
Kenzō, fratello dell’ispettore Matsushita, si ritroverà suo malgrado coinvolto nella vicenda, avendo da poco avuto un incontro amoroso con Kinue, e avendo accompagnato proprio a casa della donna un medico legale ossessionato dai tatuaggi, e dalla donna.
– Quindi lei è il fratello minore dell’ispettore capo Matsushita. Della polizia criminale? La reputazione di suo fratello è straordinaria.
Saranno quattro gli indiziati del caso, e come in una partita a scacchi – viene spesso menzionato il gioco giapponese dello shōgi – ogni piccola mossa porterà alla risoluzione di quello che sembra un crimine perfetto.
Quattro uomini intorno a una donna…quale destino attendeva le persone ossessionate da quel tatuaggio? Al solo pensiero gli veniva la pelle d’oca.
La porta del bagno in cui il corpo viene trovato è infatti chiusa dall’interno: come è stato portato via il tronco? E perché lasciare lì la testa della vittima in modo che venga facilmente riconosciuta?
Sulle piastrelle bianche giacevano, come lasciate per spregio dopo essere state sezionate, la testa di una donna, due braccia pallide e due gambe, gli atroci tagli visibili. Il rubinetto della vasca era aperto e l’acqua traboccava allagando il pavimento.
Ma l’assassino non si fermerà, mietendo nuove vittime, e legando la storia dei tre fratelli indissolubilmente così come sono legati i loro tatuaggi e le leggende che parlano di essi. Perché Kinue sembrava conoscere il proprio destino e aveva chiesto aiuto a Kenzō. Eppure un maestro come Hori’yasu non avrebbe mai potuto tatuare così i propri figli.
Tamae era ancora in vita? Si diceva fosse morta sotto la bomba di Hiroshima, ma non poteva darsi che fosse invece viva e vegeta, a Tōkyō? Aveva un ruolo essenziale in quell’orrendo caso criminale?
Il mistero della donna tatuata è un capolavoro del noir giapponese, un mistery in cui i personaggi, dotati di intelligenza sopraffina, dovranno aiutarsi vicendevolmente per riuscire ad arrivare alla conclusione del caso: un puzzle intricato, una storia avvincente, avvolta dalle leggende orientali. Un romanzo in cui il lettore viene inoltre messo a conoscenza di molte particolarità della cultura giapponese, in cui il tatuaggio – ancora oggi – viene di consuetudine mal visto: l’irezumi, ovvero l’arte propria del tatuaggio, che è al centro di questo noir, ha infatti una connotazione negativa perché pratica che veniva utilizzata nella Yakuza, ovvero la mafia. Nonostante sia stato scritto nel 1948, e arrivato in Italia solo nel 2020, e nonostante narri di un Giappone devastato dalla guerra – la stessa guerra devasta infatti la famiglia di Kinue – Il mistero della donna tatuata è attuale e non potrà mai passare di moda, diventando un cult all’interno della narrativa orientale. L’autore riprende il tema del ‘delitto perfetto’, che spesso ho trovato nei romanzi asiatici, e lo risolve affidandosi alla geometria non euclidea che parte dal negare l’evidenza per cui due rette parallele non potranno mai incontrarsi. Un appassionante gioco mentale in cui ogni piccolo particolare verrà svelato al lettore che rimarrà ammaliato dalla mente di Akimitsu Takagi. Sperando quanto prima di poter ancora leggere altri romanzi di questo autore.
Teneva quell’uomo stretto nel suo abbraccio, come faceva con lei il serpente che aveva sulla schiena.
Adriana Pasetto
Lo scrittore:
Takagi Akimitsu (1920-1995) nacque ad Aomori, nel nord del Giappone. Dopo la laurea in ingegneria all’Università imperiale di Kyōto, decise di diventare scrittore seguendo la profezia che gli fece un indovino: e in effetti divenne uno dei piú importanti e famosi autori di gialli e mystery giapponesi. Da molti indicato come il «Simenon giapponese» ha vinto, tra gli altri, il prestigioso premio per il miglior romanzo giallo del Tantei Sakka kurabu, l’Associazione di scrittori mystery fondata da Edogawa Ranpo. Takagi è il creatore di numerosi personaggi divenuti classici, come il detective Kamizu Kyōsuke che fa il suo esordio proprio con “Il mistero della donna tatuata”.