Maria Adolfsson (Stoccolma, 1963) è cresciuta in una piccola isola dell’arcipelago non lontano da Stoccolma, dove ha lavorato per diverso tempo nella comunicazione. Inganno, il primo libro della serie Doggerland, è edito da SEM nel 2018. Nel 2019 sempre SEM pubblica Avviso di burrasca. Esce oggi il romanzo intitolato Tra il diavolo e il mare, sempre per i tipi di SEM e le abbiamo fatto qualche domanda:
1. Innanzitutto grazie per essere qui con noi di Contorni di Noir. Ho letto il tuo ultimo romanzo in anteprima per i lettori italiani e subito ho notato la forza del personaggio del Detective Karen. Come è nata?
M.: Sono sempre stata circondata da donne con una mente forte. Volevo scrivere di una donna che commette errori, sia nella sua vita personale che professionale. Qualcuno che ha i suoi difetti, così come la sua forza e compassione.
2. Come hai pensato di creare un luogo immaginario bello come il Doggerland?
M.: Doggerland è una combinazione di immaginazione ed esperienza. Da bambina ho trascorso molto tempo nell’arcipelago, a nord di Stoccolma. Amo la natura aspra, le scogliere e la vista sul mare. E sono sempre stato interessata a ciò che unisce persone che vivono in paesi diversi e cosa ci rende diversi gli uni dagli altri. Per me, scrivere di Doggerland significa giocare con il pensiero “E se”. E se ci fosse una piccola nazione di isole nel mezzo del Mare del Nord, proprio tra le isole britanniche e la Scandinavia, appena a nord dei Paesi Bassi.
Come sarebbe? Come ci sarebbero le persone? Come sarebbe un mix tra cultura britannica e scandinava?
3. Sono una grande fan dei thriller nordici: l’ambientazione, i paesaggi ma anche i personaggi sembrano vivere in un’aura diversa. C’è un’idea che insegui nella creazione di un personaggio?
M.: Cerco sempre di entrare in empatia con la persona di cui scrivo e di capire cosa la spinge ad agire in quel modo, sia che sia buono o cattivo. Anche l’assassino deve avere un certo senso per me come persona, anche se le sue azioni sono totalmente ingiustificabili.
4. Karen è una donna forte che nasconde molte insicurezze. I personaggi intorno a lei sono in grado di aiutarla a migliorare: Leo e Sigrid sembrano l’alter ego di Karen. Come sono nati?
M.: Nei libri possiamo seguire Karen da distrutta e riluttante, a permettere a qualcuno di avvicinarsi di nuovo a lei. A poco a poco personaggi come Leo, Sigrid e altri la costringono quasi a tornare in vita, anche se può far male.
Si tratta di essere in grado di perdonare te stesso e avere il coraggio di vivere la tua vita nonostante i tuoi dolori. E magari permettere anche a te stesso di amare di nuovo.
5. Come ci si sente a lasciare il proprio lavoro sicuro per diventare una scrittrice?
M.: Alla grande! Ho lavorato per oltre quarant’anni. Quello che non mi manca è: alzarmi alle 06:30 ogni mattina, prendere ordini dai capi – buoni e cattivi – tornare a casa tardi e perdere la luce del giorno durante l’inverno solo per impostare di nuovo la sveglia alle 06:30. Quello che mi manca è il contatto quotidiano con i colleghi e tutte le risate. Scrivere può essere piuttosto solitario e sono contenta per i miei amici …
6. Daresti qualche consiglio a chi vuole intraprendere la strada della scrittura e in particolare del thriller?
M.: Inizia con la domanda: “Perché?” Il motivo è sempre centrale per una storia, sia per il crimine stesso sia per il comportamento e le azioni dei personaggi.
Poi si passa a: “Come?” e ”Dove?”. Per me è importante dedicare del tempo al manoscritto ogni singolo giorno. A volte leggendo quello che ho già scritto, a volte per scrivere un nuovo capitolo. A volte solo per “socializzare” con i personaggi della mia immaginazione. Quando scrivo di Doggerland, mi sembra quasi di essere lì, e che non tornerò a casa finché la storia non sarà finita.
7. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da Karen?
M.: Non vorrei rivelare nuovamente i miei piani futuri per Karen, ma penso che potrebbe sorprenderci tutti!
Intervista a cura di Adriana Pasetto