Gino Vignali – Come la grandine

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Editore Solferino / Collana Narratori
Anno 2020
Genere giallo
240 pagine – rilegato e epub


In “Come la grandine”, Gino Vignali ci riporta per la quarta (e, come ha promesso sin dall’inizio, ultima) volta a Rimini con Costanza Confalonieri Bonnet, rampollo della “Milano bene” e in quanto tale ricca sfondata, donna dalla bellezza incredibile, residente ormai da un anno nella suite “Gradisca” del Grand Hotel, la stessa nella quale è vissuto per un periodo Federico Fellini e che è ora di proprietà della famiglia matriarcale Confalonieri Bonnet e, quasi per caso, capo della squadra mobile della polizia appunto di Rimini.
È autunno, e Costanza si sta ponendo qualche dubbio esistenziale. In particolare, se sia il caso di restare a Rimini tra le braccia del sindaco Riccardo Milani, amante appassionato e per niente occasionale pur nell’assenza di una relazione ufficiale, o se forse non sarebbe meglio tornare a Milano, magari anche lasciando la polizia.
Nel frattempo, iniziano le celebrazioni anticipate per il centesimo anniversario della nascita proprio di Fellini, avvenuta nel gennaio 1920. Insomma, siamo nel novembre 2019. Alla grande festa di apertura, che si svolge proprio al Grand Hotel, partecipano alcuni tra i più grandi nomi di Hollywood – Costanza incontra Quentin Tarantino e Brad Pitt – oltre ovviamente al fior fiore delle personalità riminesi.

Ma la mattina dopo, nella suite sottostante a quella occupata da Costanza, viene trovato il cadavere di Jack La Russa, il più ricco e potente produttore cinematografico al mondo, noto anche per un appetito sessuale piuttosto vorace e al centro di alcuni piccoli scandali, appunto di sfondo sessuale, messi presto a tacere.
Costanza raduna intorno a sé la sua solita squadra, che però comincia a fare acqua: il suo vice, il siciliano Orlando Appicciafuoco, ha da poco ricevuto una terribile diagnosi medica: soffre di SLA. Costanza lo viene a sapere per vie traverse, visto che l’esperto poliziotto ha deciso di tacere questo suo problema per quanto possibile. Intanto, il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, poliziotto locale tutto muscoli e intuizione ma con ben poco cervello, e l’agente bergamasca Cecilia Cortellesi, esperta di informatica, stanno per sposarsi; Cecilia è anche incinta (hanno deciso di chiamare la figlia Jennifer Lopez).
Mentre le indagini sull’omicidio del produttore sembrano dirigersi verso una rapida conclusione, nel porto di Rimini una barca esplode uccidendo un pescatore in pensione e la moglie norvegese; la figlia di lei, che lavora al Grand Hotel, ha qualche sospetto, e ne parla con Costanza…

Come sempre, Vignali ci mette di fronte un romanzo leggero, pieno di occasioni per sorridere (e con qualcuna che ci fa proprio sghignazzare) ma anche malinconico, adatto all’ambientazione autunnale. Ovviamente, poi, i casi polizieschi sono avvincenti e ben congegnati, ma in più di un’occasione sembrano passare in secondo piano rispetto alla costruzione dei personaggi.
Ecco, proprio i personaggi sono la forza di questo romanzo, come anche in fondo dei tre precedenti. Nonostante il fatto che Costanza sembri quasi una caricatura da quanto perfetta è, Gino Vignali ce la rende interessante, simpatica e, cosa più difficile con un personaggio del genere, anche credibile.
Senza dubbio la tetralogia riminese di Gino Vignali, di cui “Come la grandine” è la degna conclusione, si inserisce a pieno diritto nella serie di quei romanzi, di recente sempre più apprezzati in particolare in Italia, in cui il sorriso accompagna e alleggerisce il sangue e le indagini poliziesche. Si tratta di libri piacevoli, facili da leggere ma non immediatamente dimenticabili. Molti, purtroppo, esagerano con il lato buffo, con la comicità. Gino Vignali, che di comicità se ne intende eccome, ha saputo dosare, saggiamente e adeguatamente, il sorriso e la tragedia, la leggerezza e il giallo.

Come già accennato più di una volta, questo romanzo conclude la serie riminese di Vignali; ma la fine del libro lascia alcune cose in sospeso nella vita di certi personaggi, per le quali ci auguriamo di poter leggere qualcos’altro al riguardo. Insomma, se l’autore decidesse di rimangiarsi la parola data e di tornare ad ambientare qualche avventura a Rimini o comunque nella vita dei personaggi da lui creati in questa serie, io di sicuro non me ne lamenterei.
Un giallo, per concludere, divertente e appassionante, leggero ma non trascurabile, piacevole e consigliato per tutti.

Marco A. Piva


Lo scrittore:
Gino Vignali è nato a Milano. Con l’amico Michele Mozzati forma la celebre coppia Gino&Michele: tra le tante attività, hanno partecipato alla nascita del cabaret Zelig e sono gli editori dell’agenda Smemoranda. Dopo i vari libri scritti con Michele, Gino ha esordito come giallista con Solferino, con La chiave di tutto (2018), a cui sono seguiti Ci vuole orecchio (2019) e La notte rosa (2019).