Oriana Ramunno – Il bambino che disegnava le ombre

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Editore Rizzoli / Collana Narrativa italiana
Anno 2021
Genere giallo
384 pagine – brossura e epub


Ci sono storie che devono essere raccontate perché la memoria è fondamentale. La memoria  nutre la speranza che crimini efferati possano essere evitati o che il racconto di quanto l’odio possa far perdere  l’umanità educhi a evitare che possa accadere ancora. Negli ultimi mesi sono usciti alcuni libri che hanno affrontato la storia vissuta da coloro che hanno subito le conseguenze del nazismo e dunque di un periodo particolare, ricordato soprattutto per le deportazioni. Ognuno di essi ha esaminato un aspetto di quegli anni e tra questi un romanzo molto bello e toccante è Il bambino che disegnava le ombre di Oriana Ramunno. Molti sono gli elementi che un lettore non può trascurare: innanzitutto trattandosi di un giallo c’è un morto, ma a rendere singolare questa morte è che sia avvenuta in un luogo in cui quotidianamente venivano uccise, senza alcun motivo, centinaia di persone ovvero nel campo di concentramento di Auschwitz. Altro elemento che colpisce il lettore è la volontà dall’autrice di scegliere il natale come periodo dell’anno per l’indagine sul delitto.

Incontro con l’autrice a cura di Cecilia Lavopa
con Luciana Fredella

Questa scelta non è di poco conto: sottolinea ancora una volta la volontà dei nazisti di umiliare e disumanizzare un popolo che non riconosce la festa della natività, obbligandolo a suonare e cantare gli inni e le canzoni tradizionali del natale. A indagare sull’assassinio di Braun, medico pediatra collega di Mengele, viene chiamato Hugo Fischer, che non solo è il miglior investigatore di Berlino ma è anche e soprattutto un criminologo molto apprezzato. Ecco, Fischer è un personaggio che la Ramunno ha costruito con grande abilità: innanzitutto è tedesco ed è ariano e dunque per il lavoro che svolge e per come lo svolge  ha un peso molto alto nella società, tuttavia è affetto da una malattia neurodegenerativa che mal si sposerebbe con il concetto di selezione e purezza della razza ariana. Inoltre se pur la sua coscienza non accetta quello che ha visto accadere nel campo, è impotente e incapace di opporsi alla barbara violenza dei nazisti. A dare “positività” alla storia, la presenza del piccolo Gioele, un bambino italiano che con il fratello è stato ubicato nel Blocco dei gemelli. Gioele non è come suo fratello e non è come gli altri. La sua particolarità ha affascinato e alimentato l’ossessione di conoscenza sulla genetica dei gemelli di Mengele e l’incontro tra il bambino e Fischer sarà decisivo soprattutto per l’ispettore.

Un romanzo molto ben costruito e di sicuro non facile da raccontare. La lettura è scorrevole e nonostante la violenza di alcune scene, la trama appare sin da subito positiva. La Ramunno ha saputo cogliere molti aspetti inediti della vita del campo di Auschwitz mostrando un’attenzione particolare allo studio non solo delle fonti ma anche della psiche umana.

Luciana Fredella

La scrittrice:
Oriana Ramunno è nata a Rionero in Vulture ma vive a Berlino. Questo è il suo primo romanzo, che verrà pubblicato anche da HarperCollins UK.