Editore Libromania
Anno 2021
Genere Thriller
288 pagine – brossura e epub
La ruggine del tempo è il terzo romanzo che ha per protagonista il delegato di polizia Ezechiele Beretta ma in realtà è come se fosse il primo, visto che l’autore ambienta la trama nel 1931, ovvero qualche anno prima rispetto a L’angelo del lago e Un’ombra sul lago. La vicenda inizia però a Lugano nel 1881 quando una banda di ladri riesce a entrare nel castello di Trevano e a fare razzia di oggetti preziosi. Poco dopo Vera, figlia del barone von Derwies, proprietario del castello, muore per le conseguenze di una caduta da cavallo e nei giorni seguenti vengono trovati senza vita lo stesso barone e un giovane inserviente, Nuto.
Cinquant’anni dopo, sul finire del 1931, il delegato di polizia Ezechiele Beretta viene chiamato al capezzale dell’anziana Liside che gli chiede di investigare sulla morte di Vera. La donna, ormai prossima alla fine, all’epoca dei fatti lavorava al castello ed è convinta che il decesso della giovane non sia stato accidentale.
Beretta si interessa al caso assistito dall’appuntato Bernasconi e si rende conto che le teorie di Liside sono più attendibili del previsto; non solo, c’è qualcosa che non quadra anche nella morte del povero Nuto. L’indagine storica corre parallela a quella di una morte più recente e altrettanto misteriosa, che porta il delegato di polizia a scontrarsi con i personaggi in vista della Lugano che conta.
Lo stile forbito ma mai lezioso e la curiosità che Galimberti stuzzica nel lettore mi hanno tenuta incollata alle pagine fin da subito facendomi sentire coinvolta negli eventi narrati. Beretta è un personaggio poliedrico che attira simpatia per la sua mente brillante, gli escamotage fantasiosi che usa nel corso dell’inchiesta, la testardaggine, il non lasciare nulla di intentato. Insieme al suo braccio destro, l’appuntato Bernasconi, con il quale ragiona e si confronta spesso, forma una squadra vincente e coesa.
L’atmosfera del libro è affascinante e molto curata: l’autore si destreggia con grande abilità nel periodo in cui le indagini erano basate su una minuziosa ricerca di indizi e il caso veniva risolto grazie a logica e deduzione e, con altrettanta attenzione, Galimberti evidenzia la psicologia dei protagonisti, la miseria dell’animo umano, l’essere disposti a tutto per il dio denaro, il prestigio e la condizione sociale di rilievo grattando, poco a poco, proprio quella ruggine del tempo che dà il titolo all’opera.
Un romanzo davvero godibile che ci fa riscoprire un’epoca lontana attraverso una narrazione dal ritmo morbido e senza sbavature.
Francesca Mancini
Lo scrittore:
Dario Galimberti è architetto e vive a Lugano, in Svizzera. Nel 2014 esce il suo romanzo d’esordio: Il bosco del Grande Olmo e l’anno dopo Lo chiameremo Argo. Con Libromania ha pubblicato Il calice proibito (2015), il racconto Augusta Raurica (2016), L’angelo del lago (2017) e Un’ombra sul lago (2019), finalista del premio Giallo Ceresio 2020 e vincitore del premio Fai Viaggiare la tua Storia nel 2019 e del premio Laghi nel 2020.