Editore Rizzoli / Collana Nero Rizzoli
Anno 2022
Genere Crime
216 pagine – brossura e epub
A Roma le giornate s’inseguono frenetiche secondo i ritmi di una città che è sempre di corsa ma che a volte sembra arrancare su sé stessa. C’è qualcosa che però resta immutato da giorni e giorni: una giovane donna eritrea fuori dal XVII distretto di polizia. Immobile. Pioggia, sole o vento lei non rinuncia alla sua posizione che è una muta richiesta la cui eco si fa ogni giorno più assordante. Vuole che la polizia l’aiuti a ritrovare il suo promesso sposo, Jemal, di ventitré anni. Insieme sono fuggiti dalla loro terra natìa affrontando un problema dopo l’altro e ostacoli in cui avrebbero potuto morire. Volevano arrivare in Francia ma qualcosa è andato storto e dopo aver perso le tracce del
fidanzato non è più riuscita ad avere sue notizie.
Massimo Valeri è ispettore di polizia. Bruno Tognozzi, suo superiore, un uomo dal carattere rude con il quale intende nascondere la sua nobiltà d’animo, gli affida il caso della straniera. Inizia l’indagine parlando con la ragazza, ma la scoperta del cadavere di un giovane di colore spezza ogni speranza indirizzando ogni volontà verso il desiderio di scoprire la verità su ciò che è successo.
“Non c’è niente di male nel porre domande ai morti. Anzi, se vuoi diventare davvero un
investigatore, devi imparare a farle, e che siano quelle giuste. Loro se le aspettano,
perché vogliono giustizia e noi non possiamo deluderle.”
“Io sono l’Indiano”, nuovo romanzo di Antonio Fusco, è un noir che affonda le sue radici nelle problematiche sociali che si muovono in una città sconfinata, in cui persone di diverse estrazioni e provenienza sono chiamate a convivere e trovare modi di comunicare tra loro. Non mancano le incomprensioni, le occasioni di sfruttamento e, nei casi più estremi, episodi di odio e violenza capaci di esplodere nel sangue.
Fusco con la sua capacità narrativa ci mostra diverse realtà che si sovrappongono e si scontrano, vite che si sfiorano e s’intersecano, creando personaggi particolari ma che risultano autentici agli occhi del lettore, attraverso una trama che si sbroglia nodo dopo nodo con un respiro ampio che aumenta la curiosità e il sospetto.
Un nuovo carismatico protagonista che non vi lascerà indifferenti, Massimo Valeri, abbandonato dalla madre, una ragazza sinti che lavorava in un circo e cresciuto con una famiglia adottiva. Fisico imponente, lunghi capelli scuri che porta legati in un codino e tratti unici che gli valgono il soprannome di Indiano. Guida una moto Guzzi California EV e vive su una barca ormeggiata al porto, con l’occasionale compagnia di una gatta che di quando in quando gli concede il favore della sua presenza. Porta nel cuore il ricordo di un grande amore giovanile che in qualche modo gli ha segnato la vita e forse è per questo che quando si affaccia alla finestra del suo ufficio non riesce a staccare gli occhi da quella ragazza che cerca la persona che ama, perché può capire, in parte, cosa si agiti nel suo animo.
Si parla di immigrazione, di integrazione, di disoccupazione, di giochi politici e di potere che si possono nascondere dietro la solidarietà. Si parla anche di sogni, di illusioni, di rimpianti, di amore e non solo.
La bella e superba capitale italiana lascia il posto in questo romanzo di Fusco a una capitale che sembra la Città Est di Nathan Never, solo che qui tutti i livelli sono in orizzontale e quando si perde una persona è come cercare un topolino in un campo di pannocchie. In una ambientazione dura e cruda i lettori si sperdono anche essi per poi ritrovarsi in pagine di grande scrittura dove l’autore li riconduce a guardare in faccia quel “mostro” dalle mille teste che è Roma. Presa a pretesto come location simbolo per raccontare della tragedia e della tragicità di altri luoghi, posti lontani, caldi e impolverati da dove si scappa per sopravvivere, per concedersi il pensiero di un futuro anche solo lontanamente umano, per ricercare quella felicità che dovrebbe essere inserita come diritto costituzionale di tutti i Paesi del mondo per tutti gli esseri viventi. E allora nel romando di Fusco Roma diventa quella “terra promessa” falsa e menzognera, quel sogno infranto, quel fare i conti con una realtà fagocitata da un Sistema dove gli ultimi possono fare una sola cosa, diventare ancora più ultimi.
È questa la vera tragedia raccontata in queste pagine, molto di più del giallo sulla morte di un uomo e delle relative indagini. Fusco, allora, con la sua matita ben temperata, lo stile asciutto e contemporaneo, la scrittura nervosa e aulica al tempo stesso fa molto di più che regalare una grande lettura di genere ai suoi lettori…li mette davanti a una riflessione profonda: cosa vogliamo fare noi del nostro prossimo? Vogliamo continuare a ignorarlo o sentire, amare e soffrire con lui? Restiamo umani o ci facciamo fagocitare dal Sistema? E se alla fine di questa lettura riusciamo un po’ a sentirci in colpa, allora Fusco ha fatto molto di più che scrivere solo un romanzo!
Federica Politi e Antonia Del Sambro, “Due nel mirino”
Lo scrittore:
Antonio Fusco è nato a Napoli. Laureato in Giurisprudenza e Scienze delle pubbliche amministrazioni, è funzionario nella Polizia di Stato e criminologo forense. Ha lavorato a Roma e a Napoli. Dal 2000 vive in Toscana, dove si occupa di indagini di polizia giudiziaria. Ha pubblicato con Giunti Editore la serie del commissario Casabona della quale fanno parte Ogni giorno ha il suo male (2014) – La pietà dell’acqua (2015) – Il metodo della fenice (2016) – Le vite parallele (2017) – Alla fine del viaggio (2019). La stagione del fango (2020). Quando volevamo fermare il mondo (2021). Con Rizzoli per la Collana Nero Rizzoli, Io sono l’indiano è il suo nuovo romanzo con protagonista Massimo Valeri.