Francesca Violi – L’abbaglio

957

Editore Elliott / Collana Scatti
Anno 2022
Genere Thriller e noir
288 pagine – brossura e epub


“ – All’ospedale mi hanno detto che se lo portavo prima, l’avrebbero salvato!
Ah certo, dicono sempre così. Poi però là dentro i malati muoiono come mosche…Ma quando muoiono là, pazienza, cosa ci vuoi fare, è colpa della malattia; invece, se muoiono fuori, è colpa della cura, giusto?
Scrollò la testa, sprezzante.
Le pecore hanno paura del lupo, ma è il pastore che le mangia”.

Romanzo originalissimo, sia per ambientazione che per argomento.
La medicina olistica, per i non addetti, è qualcosa di oscuro e poco rassicurante. Ma c’è una quantità di persone che segue questa corrente di pensiero, vasta e sotto certi aspetti interessante.
Che cos’è, innanzitutto: lo spiego brevemente, perché tutta la storia è incentrata sull’argomento, con alterne vicende.
In breve, la malattia non è considerata come una cosa a sé, fisica, ma nel contesto generale: anima, mente, ambiente circostante. Per cui una persona, innanzitutto, deve seguire uno stile di vita sano, un’alimentazione mirata; deve ricercare l’armonia della mente, con lo yoga o altre pratiche; se si ammala, la cura non deve essere farmacologica, ma naturale (omeopatia, agopuntura, fitoterapia, aromaterapia, massoterapia energizzante).
In tal modo si dovrebbe riportare il corpo a una situazione di benessere iniziale.
Si dovrebbe.

Questo non succede al padre di Melissa, insegnante alla Fonte, un centro olistico fondato da Veronica, donna forte e carismatica, ferma sostenitrice di queste teorie.
L’uomo, malato di cancro, seguendo il consiglio della figlia rifiuta la chemioterapia e si “tuffa” in concentrati di verdure e massaggi benefici. Ma si aggrava rapidamente e muore.
Melissa, pur seguendo la sua professione con passione, e curando i bimbi di questo asilo dai metodi e dalle abitudini singolari, inizia a nutrire qualche dubbio: sarebbe guarito il padre, con la medicina tradizionale? O, almeno, sarebbe vissuto ancora qualche anno?
Quando il dubbio incomincia a scavare dentro, non c’è scampo: il tarlo lavora, lavora e Melissa cerca di capire, ma incontra ovunque muri da parte degli addetti ai lavori, o critiche feroci dalla sua famiglia che fin dall’inizio l’aveva contrastata fermamente.
Quando un certo percorso è iniziato, non si torna indietro.
Melissa, appoggiata dall’amico Rudy, gestore di un rifugio per cani in cui lei presta aiuto, per reagire all’errore, concepisce una sorta di vendetta.
Sarà poca cosa, niente di cruento nei confronti di alcuno, ma servirà a ripagarla moralmente di quello che ritiene un danno subito, con la morte del padre.
Il piano sembra impeccabile, ma talvolta basta pochissimo, una sfumatura, un gesto, un tempo non rispettato, per cambiare le carte in tavola e ribaltare il gioco.
E allora, come afferma il detto, quando il gioco si fa duro, i duri ballano! E non possono più usare i guanti di velluto… Da quel momento la vicenda rotola verso il finale in una spirale angosciosa, che travolge letteralmente il lettore, fino all’ultima pagina.

La storia, che era iniziata in un’atmosfera idilliaca, in tema con l’argomento della medicina che descrive: serenità, silenzio, meditazione, dolcezza, precipita in un’atmosfera di angoscia, di terrore, che coinvolge al punto da sentirsi parte della vicenda.
La donna stessa, protagonista principale del romanzo, subisce come una metamorfosi lenta e terribile tanto che il lettore, dopo avere parteggiato per lei, quando soffriva e si tormentava per i rimorsi e gli sbagli commessi, si trova a prenderne le distanze, con sgomento.
Le pagine del romanzo descrivono in modo eccellente i vari aspetti della medicina olistica, e in alcuni punti della storia si rimane incantati dai metodi, che rispecchiano serenità e benessere. Importante è usarli da sani, o quasi, e affidarsi a medici e ospedali, in caso di malattie.
L’insegnamento che potremmo trarre dalla vicenda è questo.
Ciò che colpisce, nell’introspezione della protagonista, molto ben tratteggiata, è la facilità con cui la donna passi dal dolore dei suoi errori alla determinazione di essere nel giusto, e si autoassolva, anche dal peggio.
Melissa è il personaggio di spicco , mentre le fanno da giusto contorno l’amico Rudy, travagliato dai sensi di colpa, e Fulvio, veterinario radiato ed alcolista, che non ha più nulla da perdere. Due belle figure.
Non credo che il lettore nutra dubbi sulla scelta disgraziata di Melissa riguardo alla cura; anche se mi risulta che ogni giorno ci siano malati che si affidano a finti medici, santoni, ciarlatani: la cronaca ne è piena.
Un romanzo intenso, travolgente, che fa pensare, e molto…e la cui lettura trascina a tal punto da dimenticare impegni e mondo circostante!

Rosy Volta


La scrittrice:
Francesca Violi è nata a Reggio Emilia. Ha fatto l’architetto a Milano. Ora vive e scrive in provincia di Treviso, lungo un fiume. Ha tre figli. Una raccolta di suoi racconti, Un anno a Casale Nuovo, è stata pubblicata sulla rivista Fernandel dell’omonima casa editrice nel corso del 2010. Un altro racconto, La balia, è stato finalista al Premio Loria nel 2009, e edito da Marcos y Marcos nell’antologia dedicata (Funeral train e altri racconti).
Ha esordito nel 2020 con il romanzo “Sulla riva”, Elliot.