Editore Einaudi / Collana Stile Libero
Anno 2021
Genere thriller
552 pagine – brossura e epub
Traduzione di Bruno Forzan
“I sette killer dello Shinkansen” è nientemeno che il quattordicesimo romanzo di Isaka Kōtarō, autore giapponese di gran successo nel suo Paese, ma il primo che sia stato tradotto in italiano (e il secondo in inglese); da questo romanzo è stato tratto il film “Bullet Train”, uscito nell’estate di questo 2022 negli USA con regia di Michael Leitch e con Brad Pitt come protagonista.
Ambientata su uno Shinkansen (un treno ad altissima velocità) diretto da Tōkyō a Morioka, la storia alterna i punti di vista di una serie di personaggi molto poco raccomandabili che si trovano tutti su un treno mezzo vuoto per vari motivi.
Troviamo quindi Kimura, un ex assassino alcolizzato che è nelle mani di Ōji, detto “il Principe”, uno studente delle scuole medie crudele e spietato che ha fatto cadere da un tetto il giovane figlio dello stesso Kimura; c’è Coccinella, che considera se stesso il criminale più sfortunato del Giappone e forse del mondo intero; ci sono Lemon e Mikan, che lavorano sempre insieme (i capitoli dedicati a loro sono chiamati “Agrumi”: il Mikan è quel piccolo agrume dalla buccia arancione che anni fa veniva venduto in Italia con il nome di “arancino cinese” o Satsuma) ma sono profondamente diversi: Lemon è appassionato delle storie del trenino Thomas, tanto da portarsi dietro degli adesivi rappresentanti i personaggi della serie, mentre Mikan ama la letteratura considerata colta. E non sono gli unici.
La struttura del romanzo, che come detto cambia regolarmente punto di vista, può inizialmente confondere e dare l’impressione di una certa lentezza. Ma il fatto di vedere le vicende dipanarsi insieme a personaggi diversi alla fine aiuta a farsi un’idea più completa della storia, di vedere un quadro d’insieme relativamente esauriente. Ovviamente, poi l’autore ci sorprenderà cambiando le carte in tavola. Più di una volta.
Questo libro ci mette un po’ a “prendere velocità”; diciamo che i primi capitoli, quelli nei quali capiamo (per quanto Isaka Kōtarō ce lo consente, almeno) chi sono e cosa vogliono fare i vari protagonisti, non sono esattamente scorrevolissimi, almeno per chi cerca una lettura facile, di evasione.
Ma poi, una volta che il lettore entra nel ritmo della narrazione e si fa afferrare dalle personalità dei vari killer e dalle loro vicende, questa storia diventa un vero Shinkansen, che fende inarrestabile la nostra immaginazione, suggerendoci possibili soluzioni ai vari misteri e problemi e poi spiegandoci come queste sono assolutamente improponibili. Non mi è difficile immaginare l’autore che si sfrega le mani con un ghigno, soddisfatto di averci fatti cadere in un’altra delle sue trappole.
Un plauso va anche alla traduzione di Bruno Forzan, ottima e scorrevole.
Per concludere: “I sette killer dello Shinkansen” è un romanzo intelligente, a tratti geniale, con personaggi molto interessanti e molto ben distinti. Non è un romanzo “facile”, ma questo è secondo me un bene, e tocca temi a volte scomodi. Insomma, va letto.
Marco A. Piva
Lo scrittore:
Isaka Kōtarō è uno dei più celebri scrittori giapponesi di crime e non solo. Nel corso della sua straordinaria carriera ha vinto tra gli altri lo Shincho Mystery Club Prize, il Mystery Writers of Japan Award, il Japan Booksellers’ Award e lo Yamamoto Shugoro Prize. Per Einaudi ha pubblicato I sette killer dello Shinkansen (2021 e 2022) e La vendetta del professor Suzuki (2022).