Domenico Cacopardo – Pater

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Editore Ianieri / Collana Le Dalie Nere
Anno 2022
Genere Giallo
256 pagine – brossura e epub


Un dattiloscritto emerso per caso rovistando nelle scatole dell’archivio-deposito di una ufficio giudiziario messinese offre a Domenico Cacopardo lo spunto e l’occasione di scrivere Pater, dopo ben venti romanzi, tra i quali la fortunata serie da giallista finora solo dalla parte della legge, con protagonista Italo Magrò, magistrato e poi avvocato, personaggio sempre dedito alla ricerca della verità, e dotato di incrollabile coerenza etica.

Pater infatti, un noir che si vorrebbe storia vera e ben documentata, pur avvalendosi ancora, e qui sta la irrinunciabile abilità dell’autore, di spaziare dal giallo alla teatralità pirandelliana, si diverte per una volta a cambiare le carte in tavola e far passare i lettori dall’ altra parte.
Questa storia, legata a un diario, parte dagli anni 90 e con continue giravolte a richiami al passato è tesa a spiegare le scelte di vita del protagonista, Cataldo Giammoro, giovane di buona famiglia, nato a Monturi Marina il 22 settembre 1923, figlio unico e orfano? Il padre, ricco e accorto imprenditore agricolo, risulta scomparso, forse ucciso in un imboscata nel 1943.

Nel ’46, dopo la Liberazione, lo zio paterno Basilio, nominato dagli inglesi prefetto di Messina, decide di bloccare le ricerche del nipote e chiudere in qualche modo la faccenda. Versione ufficiale: Guglielmo Giammoro è morto per un colpo al cuore. I suoi resti recuperati da una provvisoria inumazione, verranno deposti in una bara di noce e trasportati a Monturi per essere sepolti, dopo una breve ma commossa cerimonia funebre, riservata alla famiglia, nel cimitero. Poi l’università ma quando, da Arezzo, arriva la cugina Liborietta: il gioco è fatto. Tra Cataldo e Liborietta scoppia la scintilla, l’amore, che porteranno al fidanzamento e poi al matrimonio. Da quel momento cominceranno a nascere i loro tre figli, mentre Liborietta, donna forte e colta che ha promesso al marito eterno amore e sarà sempre e in ogni occasione un sostegno, senza remore e senza mai tirarsi indietro, diventerà un pilastro della famiglia. Cataldo Giammoro, ormai Aldo per tutti, che dopo la laurea si è lanciato a Messina in una fulminea carriera di avvocato è contemporaneamente impegnato a seguire le loro fiorenti proprietà.

Ma, poco a poco, Aldo Giammoro da Messina sposterà tutti i suoi interessi a Monturi. Trasformerà l’antica e monumentale masseria familiare in studio legale e abitazione e accetterà di entrare a far parte dell’amministrazione comunale, trasformandosi ben presto nel membro più influente e, pur evitando di mettersi in mostra con cariche di rilievo, saprà incoraggiare assunzioni e con oculate operazioni societarie affidare appalti. Sempre con prudenza e discrezione, evitando ogni esibizione, in modo lento, costante e progressivo, ma senza mai incontrare veri inciampi, decollerà la sua ascesa di grande affarista.
Scenario una straordinaria ricostruzione della Messina del passato, in cui Cacopardo ci fa rivivere indimenticabili particolari legati a un’epoca quasi dimenticata: la brillantina, la retina per capelli, il “voi”, gli agguati dei banditi, il ricordo di Giuliano, le raffinerie in funzione in mare, e poi tanti luoghi, avvenimenti e persone che non esistono più, come l’emblematico mons. Paino, la potente democrazia cristiana Locale, la Massoneria.
I riferimenti di lavoro e guadagno citati in Pater sono politici e criminali. Con estrema disinvoltura Domenico Cacopardo apre e sciorina un ventaglio di inesauribili esempi di corruzione quasi “naturale” nel mondo di Aldo Giammoro, della normale anormalità e assoluta mancanza di valori del suo mondo, in cui tutti a loro modo sono corrotti.

Un sistema e una mentalità scellerata profondamente radicati nei secoli di storia siciliana che Cacopardo, come magistrato, conosce molto bene. Più volte infatti ha dovuto affrontare quella mentalità omertosa e criminale, che unisce grande dimostrazione di ospitalità a volontà di vendetta gestita sempre di nascosto, con porte e finestre serrate, a complicità diretta e indiretta di sacerdoti e massonerie, in un quasi totale e paralizzante controllo del territorio.
Ma gli anni passano e anche in Sicilia certi valori cambiano, assumono altri contorni o devono passare di mano. La continua ascesa di Cataldo Giammoro comincia a mostrare le prime crepe e a scricchiolare. La visita di due presunti e ostili ufficiali della Guardia di Finanza, lo metteranno in allarme.
Cataldo proverà ad allontanarsi, a delegare. Le inchieste di Falcone e Borsellino e dell’antimafia, non sono liberatorie per lui ma solo un incubo. Per lui non esiste, non può più esistere via di fuga.

É una certa Sicilia vista raccontata da chi la conosce bene e sa. Una storia che descrive e denuncia mafia, corruzione, tangenti, appalti, fusione tra politica e criminalità, senza esprimere un giudizio, anzi, adattandosi a quelle stesse logiche e inserendole man mano nella vita del protagonista:
Una storia che spiega come uno studente di giurisprudenza perbene, poi addirittura avvocato diocesano, nato in un mondo giusto e una Sicilia onesta, all’inizio forse solo per vendicare il padre, possa essere diventato un Pater, un boss mafioso, con un giro miliardario di politica e appalti.
Dimostrando così, come per magia ma con cruda e fatale realtà, perché la mafia in Sicilia sia esistita ed esista ancora. E quanto appaia facile, vivendola dall’interno, coinvolti nelle sue machiavelliche e crudeli logiche, perdere di vista il confine tra bene e male.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Domenico Cacopardo, nato nel 1936, è vissuto in giro per l’Italia al seguito di suo padre, funzionario pubblico. Consigliere di Stato in pensione, ha collaborato e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali e locali. Ha insegnato nelle università di Torino e Roma-Luiss. Ha scritto venti romanzi, tra i quali la nota e fortunata serie di gialli che ha per protagonista il magistrato Agrò, edita da Marsilio. Ha pubblicato anche con Mondadori, Baldini&Castoldi, Diabasis e altri.