Domingo Villar – Occhi d’acqua

816

Editore Ponte alle Grazie / Collana Scrittori
Anno 2022
Genere Noir
240 pagine – brossura e epub
Traduzione di Silvia Sichel


Ci sono occhi trasparenti, sguardi liquidi al cui centro è impossibile non venire risucchiati. Sguardi il cui fascino ha un potere misterioso che penetra la carne e raggiunge le profondità più remote di un animo, o di un cuore. Occhi azzurri talmente cristallini nelle cui orbite si agitano forze magnetiche e primordiali come quelle che risalgono dal fondo del mare. Occhi come quelli di Luis Reigosa.

“Ben venga il dolore se è occasione di pentimento”

Luis Reigosa ha trentaquattro anni, è un musicista. Vive sull’isola che si trova proprio di fronte al porto di Canido, a Vigo, in Galizia, in un palazzo altissimo che sfida ogni legge di buongusto ma i cui balconi donano lo spettacolo di una vista mozzafiato. Vive da solo e il suo corpo viene ritrovato in camera da letto dalla donna delle pulizie. Lo spettacolo è inquietante: sul volto un’espressione di dolore scolpita, sul corpo i segni di una morte inflitta in un modo particolare per stabilire le cause bisognerà aspettare il referto dell’autopsia e delle analisi correlate.
A indagare sulla morte del sassofonista, originario di Bueu, l’ispettore Leo Caldas che divide il suo tempo tra polizia e una trasmissione radiofonica in cui gli ascoltatori chiamano per lamentarsi o denunciare qualche fatto, e l’agente Rafael Estevez, trasferitosi da pochi mesi per una punizione disciplinare e che ancora non si è ambientato bene e che stenta a tenere a bada il proprio carattere focoso, al quale basta una piccola scintilla per prendere fuoco o esplodere, incurante delle conseguenze.

“Quando Rafa è da solo non si sa mai cosa può succedere”

“Occhi d’acqua” è la prima indagine di Leo Caldas, ispettore nato dalla fantasia e dalla penna di Domingo Villar, venuto a mancare da qualche mese, che ho avuto il piacere di ascoltare qualche anno fa al Pisa Book Festival. Le sue parole mi avevano molto incuriosita e quando Ponte alle Grazie ha deciso di ripubblicare le sue opere mi sono gettata sui suoi romanzi scoprendo una coppia di protagonisti carismatici legati a un’ambientazione suggestiva che non conoscevo bene, con la sua bellezza ma anche le tradizioni, le leggende, le abitudini e la varietà della cucina.
In questo romanzo, nonostante fosse il primo scritto, ci sono tutti gli elementi caratteristici della narrazione di Villar che libro dopo libro hanno acquistato maggior corpo e solidità. La trama è ben sviluppata tra indizi e sospetti. I personaggi sono delineati, anche quelli che appena accennati lasciano intuire l’universo che custodiscono dentro.

Una storia che parla delle scelte che si fanno nella vita, di quello a cui si è disposti a rinunciare pur di mantenere quella faccia che seppur finta, ha permesso di costruire imperi le cui fondamenta però sono fragili, precarie, in perenne equilibrio su abissi in cui il giudizio degli altri può distruggere, demolire, affondare. Una storia che naviga in acque calme, con un andamento lento che non annoia ma che ci lascia gustare ogni evento e ci lascia il tempo di assimilare come tutto ciò che si credeva solido, reale, possa diluirsi davanti al nostro sguardo, scivolando via tra le nostre dita.

Federica Politi


Lo scrittore:
Domingo Villar (Vigo 1971-2022) ha scritto i suoi romanzi in galego e in castigliano. Occhi d’acqua (Ponte alle Grazie, 2022) è il primo romanzo dedicato alle indagini dell’ispettore Leo Caldas, a cui sono seguiti nel 2015 La spiaggia degli affogati (ne è stato tratto un film diretto da Gerardo Herrera) e nel 2019 L’ultimo traghetto, tutti pubblicati in Italia da Ponte alle Grazie.