Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2022
Genere Giallo
496 pagine – brossura e epub
È un viaggio. È soprattutto un viaggio.
Che non è necessariamente il solo trasferimento fisico in luoghi diversi del mondo ma anche, in questo lavoro di Tullio Avoledo, lo spostarsi continuamente nei meandri più reconditi e oscuri di personaggi che, pur non essendo noti alla maggioranza delle persone sono spesso coloro che tengono in pugno il destino dell’umanità o, quantomeno, di gran parte di essa.
Il protagonista di questo noir è Sergio Stokar, un ex poliziotto politicamente meno che scorretto, razzista di orientamento fascista, che, dopo essere stato espulso dalla Polizia di Stato anche a causa dalla sua dipendenza da alcol e stupefacenti, è riuscito a farsi un nemico tanto potente quanto pericoloso per mano del quale va a finire mezzo morto in un quartiere abbandonato di una città del Nord-Est, uno di quei luoghi-non luoghi dove sopravvivono gruppi di disperati senza identità e, infine, a vivere esiliato su un’isola caraibica da cui ripartirà qualche anno dopo a seguito della visita quantomeno bizzarra di uno strano avvocato che lo ingaggia per una missione quasi impossibile con il beneplacito del suo mortale nemico.
E qui comincia il viaggio che rappresenta la prima parte del romanzo in cui non assistiamo a scene action o colpi di scena ma ad una sorta di indottrinamento del protagonista che è, altresì, un notevole spaccato della società mondiale rappresentata in modo chiaro e preciso. Dall’avvocato inglese affarista, all’oligarca russo quasi onnipotente fino al dittatore africano, Avoledo ci porta a conoscere la vera essenza del potere e di tutte le sue declinazioni facendo scorrere nella narrazione la solidità della vecchia nomenklatura dell’Unione Sovietica i cui uomini di apparato sono tutt’altro che fuori gioco, la straripante potenza economica e tecnologica di una Cina sempre più protagonista sullo scacchiere internazionale e l’eterna tragedia dell’Africa costantemente depredata delle sue ricchezze da parte di Nazioni e multinazionali che trovano nel Ras di turno la perfetta longa manus per i loro traffici e devo dire che, pur non trattandosi di un saggio politico o di un libro di Storia, il lavoro di Avoledo sarebbe una lettura più che utile per comprendere le dinamiche geopolitiche su cui si incentrano eventi attuali come la guerra in Ucraina.
Questa parte iniziale è, di fatto, una serie infinita di trasferimenti in luoghi dove il protagonista e la squadra che va formandosi acquisiscono nozioni, equipaggiamento e tecnologia che serviranno a portare a termine la missione che consiste nel riportare a casa da uno sperduto Paese africano il giovane rampollo di un ricchissimo oligarca russo.
È uno schema narrativo che mi riporta alla memoria un grande classico della letteratura del genere che è “I mastini della guerra” di Frederick Forsyth, in cui un gruppo di mercenari mette in piedi da zero un commando con cui organizzare un golpe in un Paese dell’Africa subsahariana.
Passaggio fondamentale per avere un’idea di quello che sta per accadere anche se poi Avoledo, con una ingegnosità degna del miglior Le Carrè, crea una trama di intrighi e personaggi che stravolgeranno più volte il corso degli eventi tenendo il lettore letteralmente incollato alle pagine e mettendo a dura prova le granitiche certezze del suo protagonista.
Stokar è un personaggio rigido, monolitico, sempre fermamente convinto delle proprie opinioni che spesso dispensa alla stregua di massime filosofiche ed è, ovviamente, molto poco incline al dialogo o alla mediazione nonostante dopo il suo forzato esilio sia, come lui stesso si definisce, un uomo nuovo. Certo ha imparato a conoscere e ad avere maggiore rispetto di coloro che hanno un diverso colore della pelle o provengono da culture profondamente diverse dalla sua ed ha perfino smesso di bere cosa che lo rende sicuramente più lucido e, forse anche per questo, ancora più duro e determinato. E dato che il suo spirito guerriero e ribelle non si è mai del tutto spento ed è pronto, come la brace sotto la cenere, a riaccendersi con fiammate improvvise, in quei frangenti si mette in moto travolgendo tutto e tutti come un rullo compressore smentendo prima di tutto chi di lui nel romanzo dice che:
Se fosse il personaggio di un romanzo, sarebbe decisamente poco credibile.
Invece Stokar è un personaggio decisamente verosimile contraddistinto da una personalità forte alimentata da saldi, ancorché discutibili, princìpi ma anche da un linguaggio tagliente, irriguardoso e, molto spesso, volgare che è lo stesso che l’autore usa, con il grande pregio di non farne mai abuso, con il quale però mantiene il lettore sempre immerso in quel contesto ambiguo in cui si muovono sottotraccia i protagonisti (che, bisogna sempre ricordare, esistono anche nella realtà) in cui i confini fra bene e male, lealtà e tradimento e, soprattutto, tra moralità e opportunismo sono talmente labili da potersi spostare secondo un arbitrio che solo pochi veri dominatori possono permettersi di esercitare.
E così come il suo protagonista, Tullio Avoledo non fa sconti a nessuno e attraverso una scrittura solida, pungente e coinvolgente, prende non proprio per mano ma decisamente di petto il lettore e lo porta a scoprire il lato oscuro di quelle relazioni fra persone, istituzioni, imprese e Stati che, sotto la patina delle immagini ufficiali dove si dispensano volti sorridenti e strette di mano, nascondono fittissime reti di interazioni non sempre degne di essere argomento di conversazione a una serata mondana, gestite da persone e personaggi che, invece, sono perfetti per assumere il ruolo di protagonisti in noir di altissimo livello come questo “Non è mai notte quando muori” che merita di essere annoverato fra gli imperdibili.
Mauro Bossi
Lo scrittore:
Tullio Avoledo, friulano, è nato a Valvasone nel 1957 e vive e lavora a Pordenone. Dopo aver esordito con L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi 2003, Einaudi 2003, Marsilio 2021), ha pubblicato Mare di Bering (Sironi 2003, Einaudi 2004), Tre sono le cose misteriose (Einaudi 2005), Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi 2007), La ragazza di Vajont (Einaudi 2008), L’ultimo giorno felice (Edizioni Ambiente 2008, Einaudi 2011), L’anno dei dodici inverni (Einaudi 2009), Le radici del cielo (Multiplayer.it 2011) e La crociata dei bambini (Multiplayer.it 2014) – due romanzi ambientati nel Metro 2033 Universe inventato da Dmitrij Gluchovskij –, Furland® (chiarelettere 2018). Insieme a Davide Boosta Dileo ha scritto Un buon posto per morire (Einaudi 2011). Per Marsilio sono usciti anche i romanzi Chiedi alla luce (2016), Lo stato dell’unione (2020), Nero come la notte (2020, premio Scerbanenco) e Come navi nella notte (2021).