Les Edgerton – La morte del re d’argento

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Editore Elliot / Collana Scatti
Anno 2022
Genere Noir
224 pagine – brossura e epub
Traduzione di Marco Piva


Ho sempre avuto una predilezione per i romanzi noir, forse perché sono quelli che più sembrano rappresentare il male senza troppi filtri, senza avere finali consolatori, e con quel sospiro greve di vita vera, senza tentativi di evasione dalla realtà.
Non sempre la lettura corrisponde al genere, se poi sia rimasto un genere, ma Lansdale è un autore che mi piace per il suo modo di scrivere, per le sue tematiche, per la sua ironia che usa come un sottofondo musicale nelle storie che racconta.
E quando Lansdale scrive di Les Edgerton: “È il mio autore preferito di crime stories. Diventerà leggendario” è già un biglietto d’ingresso nella mia libreria senza tempi d’attesa.
Ero già rimasta colpita dal romanzo precedente, “Tempi difficili”, uscito per Elliot nel 2021, ma “La morte del re d’argento” (tradotti entrambi da Marco Piva) ancora una volta ha saputo prendermi all’amo senza esca!

L’ambito è sempre quello familiare anche per questa storia, un sottofondo di violenza come nel precedente. Un adolescente che cerca in tutti i modi di farsi amare dal padre e che cerca il buono anche dove non c’è.

Siamo nel 1955, a Freeport, nel Golfo del Messico. Corey John è un ragazzino minuto e terrorizzato da suo padre. Le punizioni che l’uomo gli riserva sono sempre molto pesanti: si va dalle cinghiate sulla schiena che lasciano Corey sanguinante, a calci e pugni che lo riducono a un burattino.
Come se l’essere adolescenti fosse una croce. Più cerca di accontentare suo padre, più il risultato è disastroso. C’è anche una madre, ma combattuta tra depressione e fanatismo religioso, è una donna che vive ai margini della famiglia, senza spina dorsale o di quel senso di protezione verso il proprio figlio che la maternità dovrebbe elargire.

“Basta, Mary. Sono stanco di tutta questa storia. Anche tuo figlio sta diventando come te, maledizione. Legge tutto il tempo, cazzo, non sa distinguere una guarnizione da un melone e va in giro a salvare stupidi animali come San Francesco d’Assisi, proprio come facevi tu. Finirà come te, un dannato frocio religioso.”

Per fortuna c’è il nonno materno il quale, seppur incapace di riportare alla ragione suo genero, crea un rapporto speciale con il nipote. È colui che che gli ha regalato il primo libro di Mark Twain, che gli ha fatto conoscere i romanzi di Dos Passos, Steinberg, Kafka, Camus. Corey è l’unico quattordicenne a leggere Céline. “L’unico modo di scoprire la verità è leggere tutto e di tutto” gli diceva. La passione che condividono è la pesca e il massimo del divertimento per Corey è andare a pesca con il nonno, anche se il suo desiderio più grande è fare un’uscita con suo padre. Il legame che si creerebbe nel silenzio dell’attesa, sulla barca, di poter pescare il famoso re d’argento, il cosiddetto tarpone, un pesce molto grosso che può raggiungere anche i cinquanta chili, è qualcosa che potrebbe creare una crepa nella corazza di suo padre. Ma sembra che più il ragazzo cerchi di accontentare il genitore, più l’uomo si allontana da lui e forse da quello che rappresenta.

Non c’è redenzione nei romanzi di Les Edgerton, ma la ricerca di un legame familiare, il senso dell’amicizia che diventa fratellanza, le aspettative di un genitore verso il proprio figlio come il tentativo di una seconda occasione attraverso la vita di qualcun altro, specchiarsi e rendersi conto del fallimento dovuto alle proprie scelte. Perdersi per non ritrovarsi.
Ma, soprattutto, non commettere gli errori dei propri genitori ripercorrendo un circolo vizioso che porterebbe allo stesso fallimento.
Su “Tempi difficili” commentavo la somiglianza con un autore, Edward Bunker, per la scrittura senza filtri, quel modo di raccontare di un luogo e di personaggi senza – o quasi – possibilità di riscatto, quella sensazione nichilista della vita ma nello stesso tempo di resilienza verso ciò che accade. Traspare anche in questo romanzo la forza della sopravvivenza, l’istinto che ci fa restare vivi anche se colpiti duramente. Una bellissima metafora che invita a ricordarci che gli adulti migliori che siamo diventati è per i calci che abbiamo ricevuto, per le sofferenze che ci portiamo dentro. Non sempre accade, per fortuna, perché le cicatrici che restano sono indelebili.

Cecilia Lavopa


Lo scrittore:
Les Edgerton, autore americano, ha scritto racconti, articoli, saggi, romanzi e sceneggiature, e le sue opere di narrativa sono state nominate o premiate al Pushcart Prize, l’O. Henry Award, l’Edgar Allan Poe Award, il Jesse Jones Award, il PEN/Faulkner Award e il Violet Crown Book Award. Una delle sue sceneggiature è stata semifinalista al Don and Gee Nicholl Fellowships in Screenwriting Program, finalista all’Austin Film Festival Heart of Film Screenplay Competition e finalista al concorso Best American Screenplays della Writer’s Guild. La sua narrativa breve è apparsa nel Best American Mysteries of 2001 di Houghton Mifflin.