Maurizio de Giovanni – Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi

1955

Editore Einaudi / Collana Stile libero Big
Anno 2022
Genere Noir
280 pagine – brossura e epub


“Ricciardi attraversava quell’universo variegato, soltanto per i suoi occhi integrato da qualche defunto.
….Il popolo dei morti in mezzo a quello dei vivi: gli uni indifferenti agli altri, e lui, unico cittadino del mondo di mezzo, testimone di tutti”.

Quanto lo abbiamo amato, quanto lo amiamo, questo “cittadino del mondo di mezzo”?
Un ritorno a casa: ecco quello che stiamo vivendo.
Perché queste tre parole – ritorno a casa – possono avere più significati. Non solo il calore delle mura domestiche, ma anche il ritrovare affetti e persone che credevamo perduti. Ma noi non ci abbiamo mai creduto, caro Maurizio De Giovanni, che il commissario Ricciardi, Barone di Malomonte, ci avrebbe abbandonati per mano tua. Quando un personaggio e tutto il vario mondo che lo circonda entra a fare parte della vita di tutti, lettori, spettatori, non può finire.
E noi abbiamo aspettato, pazientemente che Marta crescesse, che il tuo dolore, caro Ricciardi, si attenuasse per poterti ritrovare e vivere con te un’altra storia.
Avendo vissuto insieme a te il dolore profondo della perdita di tua moglie Enrica – e quanta attesa, prima, che tra voi trionfasse l’amore – eravamo consapevoli che ci volesse tempo per riaverti con noi: la nostra attesa non è stata vana.

È il 1939. Marta ormai ha cinque anni e il dolore straziante di Ricciardi si è trasformato in una malinconia che lo accompagna sempre, seppure dolce, perché piena di ricordi.
La vita, si sa, va avanti: deve, se si ha una bimba da crescere in un clima sereno, per quanto i tempi oscuri lo permettano. Momenti difficili per il Paese: il mondo sta cambiando. Leggi razziali, spie ovunque, mille paure; clima denso di sospetti; difficile muoversi senza fare errori, e questo lo sa bene il nostro commissario, che trema per l’amico dottor Modo, già da tempo nel mirino delle alte sfere fasciste.
Il commissario viene chiamato, in questo tempo, a indagare sulla misteriosa morte di due giovani, trovati uccisi barbaramente nel momento più bello di un amplesso amoroso.
Subito si pensa ad un delitto a sfondo politico, ma i dubbi sono tanti.

Altre storie si intrecciano a questa.
Quella di Maione, il fedele vice di Ricciardi, che si trova ad affrontare una delicata e dolorosa questione di famiglia: problema che lo tormenta a tal punto da sviarlo dall’indagine proprio nel momento in cui la sua attenzione dovrebbe essere convogliata tutta lì. Chissà se Bambinella riuscirà ad aiutarlo, nonostante il momento non sia favorevole neppure per i “femminielli”, che sono soggetti alle persecuzioni, come altre categorie di persone.

Poi, l’angoscia di Ricciardi, che deve capire – ci vuole coraggio a compiere questo passo – se la piccola Marta abbia ereditato la sua maledizione, quella di vedere i morti nel momento del trapasso: tanta è la paura, ma bisogna affrontare questa prova.

Infine, il Caminito. Quello che dà il titolo al romanzo. Leit motiv di tutta la storia. “Caminito” è il celebre tango, struggente musica e parole, composto da Gabino Coria Peñaloza nel 1926, che ha dato il nome a una via nel quartiere La Boca di Buenos Aires.
“Caminito” è la canzone che , dall’altra parte del mondo, una cantante bellissima e triste canta in un locale, mandando in estasi i suoi ascoltatori. È Laura, nome fittizio di chi ha deciso cinque anni prima di partire e ricominciare una nuova vita, per non soffrire più di un amore non ricambiato. Ma il Caminito è anche il sentiero dove tanto tempo prima – una vita? – Ricciardi ed Enrica si incontravano e passeggiavano , dopo essersi confessati il reciproco amore. Questa melodia ci accompagna, con la sua musica triste, per tutte le pagine del romanzo, anche se solo nella nostra mente, e fa da colonna sonora alle varie storie.

Un romanzo corale, dunque: tutte le persone che amavamo sono di nuovo qui, con noi, che gran regalo! E il finale della storia ci fa ben sperare che non sia finita. Un giallo molto poco giallo, ma tanto ricco di sentimenti, di passioni, di dolore. Maurizio de Giovanni non ci delude mai. Il suo grande cuore, la sua capacità di narrare con delicatezza e profondità i sentimenti umani, ci hanno regalato un’ennesima perla.

Rosy Volta


Lo scrittore:
Maurizio de Giovanni, nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018). È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a Settembre. Tra le altre pubblicazioni si ricordano: Una lettera per Sara (Rizzoli, 2020), Troppo freddo per settembre (Einaudi, 2020), Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, 2020), Gli occhi di Sara (Rizzoli, 2021), Una Sirena a Settembre (Einaudi, 2021) e L’equazione del cuore (Mondadori, 2022).