Torcuato Luca De Tena – Le linee storte di Dio

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Editore Vallecchi Firenze / Collana Narrativa
Anno 2022
Genere Narrativa
448 pagine – brossura e epub
Traduzione di Ariase Barretta


“Varcando quella porta, entrerà in un mondo che non le risulterà gradevole.”

Chissà cosa avrebbe pensato il ministro Basaglia, se col senno di poi non avesse imposto la chiusura dei manicomi in Italia, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Chissà se il suo desiderio di regolamentare il trattamento sanitario obbligatorio si è effettivamente avverato…
Come scrive Eugenio Borgna in un saggio molto interessante sulla psichiatria, oggi la materia è ben lontana dalla vitalità che conobbe all’epoca della sua rivoluzione ideale ed etica con Franco Basaglia.
Ne abbiamo avuto prova anche durante il periodo di lockdown, quanto la solitudine in cui sono state lasciate le famiglie con pazienti problematici abbia contribuito a rendere ancora più fragili gli equilibri per l’impossibilità di avere contatti all’esterno e condividere il proprio disagio.

E mentre ho ancora davanti a me il film italiano Tutto chiede salvezza e il famoso romanzo di Patrick McGrath, “Follia” (uno di quei casi in cui il tempo non scalfisce l’interesse), “Le linee storte di Dio”, scritto da Torcuato De Luca de Tena nel 1979 (l’anno prima della morte di Basaglia, tra l’altro…) e uscito adesso per la prima volta in Italia pubblicato da Vallecchi Editore con la traduzione di Ariase Barretta, sembra prepotentemente attuale e descrive le condizioni che versavano i pazienti psichiatrici nelle strutture ospedaliere.
Protagonista di questo romanzo è Alicia Gould De Almenara, donna affascinante e carismatica, che entra nei panni di investigatrice privata in incognito e lentamente diviene una sospettata. La struttura che la accoglie è appartenuta ai certosini fino alla confisca dei beni dalla Chiesa messa in atto da Carlo III e ora di proprietà del Consiglio Provinciale.
L’intera tenuta, circondata da imponenti mura che un tempo proteggevano le proprietà dei frati dal saccheggio dei contadini, adesso servono a impedire la fuga dei pazienti dell’ospedale.

Molti personaggi si aggirano nella clinica, l’uomo di cera, la ragazza dondolante, il cavaliere piangente, l’uomo elefante. Alcuni inoffensivi, immersi nel limbo della loro mente. Uno, in particolare, spicca fra gli altri, per la sua apparente normalità… Ma basta che venga toccato dall’acqua e si scatena la parte oscura che c’è in lui. Però il solo male che fa è a se stesso.
Tutte anime perse, racchiuse in un unico luogo, di cui fa parte anche Alicia.
Persone che entrano subendo un disorientamento del tempo e dello spazio, private di ogni indumento personale, perquisite nelle intimità, violate nel proprio corpo per non nuocere se stesse. A volte legate, imbottite di farmaci per riportarle a una calma apparente, prima della successiva crisi. Ma Alicia sarà credibile come paranoica, come indicato sul foglio di ricovero? Sarà vero quello che sostiene? E come farà a dimostrare che la sua presenza all’interno della clinica è puramente per lavoro?

In fondo qual è la differenza tra un carcere e un ospedale psichiatrico? Che dal primo dopo un’adeguata riabilitazione hai la possibilità (forse) di crearti un nuovo futuro, mentre dal secondo, seppure preveda cure riabilitative, probabilmente uscirai dalla clinica ma non dalla malattia.
Per entrambi c’è un “là fuori” che spaventa, che può essere ostile quanto il “là dentro”. Non è mia intenzione banalizzare un argomento molto complesso e sempre interessante da approfondire, anche attraverso la letteratura. De Tena ci mostra, attraverso gli occhi di una mente sana, come quella della sua protagonista, a confronto con un mondo nel quale difficile entrarci per comprendere appieno la mente umana, ma altrettanto difficile è uscirne.
Il romanzo di Torcuato Luca de Tena ha ispirato anche la realizzazione di un film, già disponibile su Netflix, intitolato “Quando Dio imparò a scrivere” che vi consiglio di vedere, magari dopo aver letto tutto il libro. Magari scoprirete che, in fondo, quelle linee storte non sono così lontane da noi…

In quel momento, Alice pensò che quell’inferno in fondo fosse ben diverso da quello descritto da Dante, perché da qualche parte vi si nascondeva una porta che conduceva alla speranza.

Cecilia Lavopa


Lo scrittore:
Torcuato Luca de Tena (Madrid, 9 giugno 1923 – 1 giugno 1999) era nipote del fondatore della rivista Blanco y Negro, creata nel 1891, del quotidiano ABC (1903) e della società Prensa Española (1909). Grazie alla professione del padre, che era un diplomatico, Torcuato trascorse alcuni anni della sua giovinezza in Cile, dove iniziò a studiare legge e pubblicò il suo primo libro di poesie a soli diciotto anni. Tornato a Madrid si laurea in Giurisprudenza e comincia la sua carriera professionale nel giornalismo. È stato un corrispondente permanente della stampa a Londra durante la Seconda guerra mondiale, Washington, Medio Oriente e Messico. Tra il 1962 e il 1975 è stato direttore del quotidiano ABC ed è intervenuto in politica. Dal 1973 è stato membro a pieno titolo dell’Accademia Reale di Spagna. La sua ricca produzione letteraria gli è valsa diversi riconoscimenti come il Premio Nazionale per la Letteratura nel 1955, il Premio Fastenrath della Royal Spanish Academy nel 1969 e il Premio Planeta. Le linee storte di Dio è il suo primo romanzo tradotto e pubblicato in Italia.