Kathryn Harkup, chimica di formazione, è una scrittrice e comunicatrice scientifica. Codice edizioni ha pubblicato nel 2021 La morte secondo Shakespeare.
In uscita il 5 luglio, sempre per Codice edizioni, il libro Scienza, morte e tecnologia nel mondo di James Bond, un saggio interessante che si presenta così:
L’universo di James Bond, a partire dal primo libro fino alla conclusione dell’ultimo ciclo di film, con No Time to Die, pullula di tecnologia e scienza. Nella finzione, Ian Fleming prima e produttori e sceneggiatori poi si sono sempre concessi qualche libertà a scopo di intrattenimento; ma vi siete mai chiesti dov’è il confine tra credibilità e ridicolo? Alcune trovate in effetti rasentano il comico, come l’uniforme antiproiettile in Zona pericolo, personaggi che si gonfiano e volano come palloncini, oppure l’orologio di Bond, così pieno di gadget (tra cui un generatore di impulsi elettromagnetici) che sarebbe impossibile da indossare senza slogarsi il polso.
Spesso però, suggerisce Kathryn Harkup in questo libro, le domande che ci siamo posti una volta usciti dal cinema o chiuso un romanzo hanno risposte tutt’altro che scontate, e gli autori non di rado si sono spaventati dell’effettiva attuabilità di alcune invenzioni. Si può costruire un covo nelle profondità di un vulcano o nello spazio? Le armi che abbiamo visto in mano a James Bond e ai suoi nemici sono mai state sviluppate? I nanobot di No Time to Die esistono davvero? E se volessimo conquistare il mondo, cosa sarebbe meglio usare? Armi batteriologiche, bombe o veleni micidiali? In venticinque brevi capitoli Harkup regala al lettore una piccola ma esaustiva enciclopedia del mondo scientifico di 007.












