Dario Tonani – Il trentunesimo giorno

672

Editore Mondadori / Collana Oscar Fantastica
Anno 2023
Genere sci-fi
276 pagine – rilegato e book


Guardando in alto una cometa, velocissima, una montagna volante di ghiaccio e gas congelato, attraversa il sistema solare dove forse non è mai stata. Degli scienziati gli danno un nome. Intanto, sul terzo pianeta dalla stella comincia a piovere. Le vite dei suoi abitanti stanno cambiando in modo radicale ma ancora non lo sanno. I legami, le strutture, le storie che formano e poi tengono insieme la civiltà cominciano a dissolversi e non c’è molto tempo o un momento di riflessione ma perché è il momento di fuggire e combattere per sopravvivere. Pioverà per trenta giorni, senza sosta, senza pietà, sembra in tutto il mondo. Il trentunesimo giorno, in un Nord Italia dal panico crescente, mentre la radio e la polizia ancora rimangono operative e la parola diluvio non è ancora elaborata davvero, due sconosciuti, i protagonisti, Evelyne e Alvaro, si incontrano. Cominceranno un viaggio, in qualche modo, verso l’alto.

Il romanzo di Tonani si divide in due parti, quasi in catastrofico e post-apo.

La prima parte, più breve, con la soggettiva parziale di Evelyne e Alvaro, porta la lettrice e il lettore in una narrazione di cui conosce bene le coordinate: dissonanza, caos, sopravvivenza. Nonostante la precisione delle coordinate geografiche il mondo nel diluvio è uno irrimediabilmente trasfigurato e i protagonisti di Tonani, con traumi e aspirazioni, talenti e disastri interiori, sono sopravvissuti che già lo erano. Mentre ancora la pioggia cade Tonani introduce, con professionalità, gruppi e comportamenti del mondo che verrà, capaci presagi, foreshadowing del dopo. Le scene sono sempre fluide, convincenti, capaci. Sviluppano i soliti trope del collasso ma sono rese con velocità e immedesimazione, senza errori e uno stanco sguardo morboso. È la parte migliore del romanzo.

Con la fine della pioggia e l’assestamento dei protagonisti nel nuovo mondo distopico in qualche modo ci sono una serie, nello svolgimento come nel sottotesto, di passaggi e cambiamenti, essenziali al romanzo. I cieli sopra l’Italia e le dolomiti friulane, ma sappiamo essere in tutto il mondo, i paesaggi, sono cambiati: migliaia, milioni di cadaveri fluttuano, trasportati dalla correnti atmosferiche, si muovono, “volano”. Società forse si preparano a quasi una pastorale post-apocalittica atmosferica in quella che è, come scrittura e visione, una proposta creativa e interessante. Da qui la cesura.

Il catastrofico di Tonani non cambia tanto in magnitudine e intensità ma tenta altra gravitas e altro genere: evanescente la prima, un quasi fantastico come genere.

Lo scenario dei cadaveri fluttuanti, non-vite sospese i cui resti lentamente tornano alla terra, sono da rapture tentata, biblica, o nella sua variazione con extraterrestri. Ci sono incisi, tipici momenti informativi e di stacco nella narrativa catastrofica, interruzioni nella vicenda principale dei protagonisti, su altri momenti e altre parti del mondo, in cui spiegazioni e cenni vengono offerte ai lettori. Indizi che non sono risolutivi ma, in concerto con il resto, non compongono o risolvono nulla del mistero che può ovviamente rimanere tale ma che appare così debole, flebile, senza cosmogonia dietro possibile o riferimento mitico o scientifico. Rimane lì, come i cadaveri delle vittime, fanno parte del paesaggio e non creano interesse o allarme ma solo indifferenza, di quel tipo così grave che coinvolge pure i personaggi incaricati di tirarli giù quei corpi. Manca meraviglia, stupore, così l’interesse per il mistero muore.

Forse c’è un’inversione radicale, incapace, temporanea ma immensa: i corpi degli umani, nel loro carico biochimico, strutture a base carbonio, adesso sono seppellite nell’atmosfera? È un mistero, non svelato, che riguarda il libro, i personaggi e noi lettori, che diventa metafora? La pioggia è un aggiornamento del software del mondo che va terribilmente male? C’è quindi un tentativo non ibrido di svolta sul fantastico che, come risultato, procede ad alimentare una seconda parte del romanzo le cui vicende sono non quasi fiabesche ma irrilevanti, disconnesse dal mondo che si è appena creato. Il grande pregio della scrittura di Tonani, la grande scorrevolezza, immensa leggibilità senza sciatteria, che fa correre verso la fine del libro è al servizio di una visione più che una completa idea creativa.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Dario Tonani, milanese, una laurea alla Bocconi, è giornalista professionista. Ha pubblicato, in Italia e all’estero, una decina di romanzi e oltre cento racconti su antologie, quotidiani nazionali e sulle principali testate di genere italiane (“Wired”, “Urania”, “Giallo Mondadori”, “Segretissimo”, “Millemondi”, “Robot”). Per Mondadori sono usciti i romanzi Infect@ (2007), L’algoritmo bianco (2009), Toxic@ (2011), Cronache di Mondo9 (2015), Naila di Mondo9 (2018) e Mya di Mondo9 (2022), appartenenti al ciclo di “Mondo9”, la sua opera più nota e premiata, entrato nella “Top 10” dei migliori titoli di science fiction dell’anno in Giappone e Russia. Tutta la saga sarà disponibile prossimamente in audiobook. Tra i numerosi riconoscimenti, Tonani ha ricevuto il Premio Europa come miglior scrittore di fantascienza del 2017.