Tyline Perry – La miniera maledetta

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Edizioni Le Assassine / Collana Vintage
Anno 2023
Genere noir
352 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Simonetta Badioli


“Ma stavo solo cominciando a rendermi conto di quanto poco sappiamo delle passioni e dei pensieri segreti che si annidano nella mente di chi ci circonda. Lo squarcio aperto in quei luoghi riposti della consapevolezza che a volte chiamiamo cuori, sconosciuti e misteriosi quanto le profondità degli oceani, mi stupì e intimorì per le sue terribili possibilità”.

L’idea della casa editrice Le Assassine di rispolverare dei gialli, datati o più recenti, scritti da autrici, nella collana Vintage, ci sembra azzeccata.
In questo caso, il romanzo in questione risale addirittura a quasi cent’anni fa, ma la scrittura è fresca e piacevole, senza sbavature e modi di dire arcaici; è come se fosse contemporaneo.
Perché “La miniera maledetta”, lo spiega il fatto che Tyline Perry sia vissuta agli inizi del secolo scorso in Colorado, e abbia conosciuto quindi da vicino la realtà della miniera e dei problemi a essa collegati.

L’inizio è intrigante e denso di aspettative.
Siamo in Colorado, nella miniera di carbone di Genesee: tutto il paese è in ansia, perché a causa di un incendio improvviso, diciassette minatori sono intrappolati in profondità, destinati alla morte. Unica speranza: che abbiano potuto rifugiarsi in una cosiddetta “sacca” con ossigeno e riparo sufficiente, ma le ore passano e le speranze si affievoliscono. È a questo punto che il giovane Tony Sheridan, impetuoso e simpatico nipote del proprietario Matthew e futuro erede, decide di scendere a vedere di persona: nonostante l’altissimo rischio, infila la maschera antigas e si cala nelle profondità del suolo. Non fa ritorno.
Nella disperazione generale, le ricerche continuano.
Finalmente sono ritrovati i diciassette corpi dei minatori, e anche quello di Tony, ma grande è la sorpresa – e lo sgomento! – dei soccorritori: Tony non è morto per asfissia, o ustioni, ma ucciso con una pallottola nel cuore!
Questo l’inizio affascinante del romanzo. Nessuno, laggiù, aveva una pistola. Quasi certamente quando Tony è sceso i minatori erano già morti. Allora, come è potuto accadere? Grande mistero da risolvere.

La storia si dipana poi con una lunga ricerca della verità, che non coinvolge solo gli investigatori, ma la famiglia stessa. Tony, infatti, ha due fratelli, e uno di essi è la voce narrante. Poi c’è lo zio Matthew, con la moglie, disfatto dalla disgrazia.
Al di fuori della famiglia, la bella Regina, amata da Tony, e Pat Brace, animato da un odio e da un desiderio di vendetta verso questa famiglia, che quasi fa paura al lettore, ma attenzione! Qui ci si renderà conto, procedendo nella lettura, che nulla è come sembra.
Mai decidere, in cuor proprio, alla leggera chi potrebbe essere il colpevole!
Dai dialoghi fra i vari personaggi emergono sprazzi, momenti del passato, che fanno luce a poco a poco sulla loro vita intera; affetti, gelosie, amori, e altri sentimenti contrastanti, che sono poi il sale della vita di tutti, in ogni tempo.
Il finale è a sorpresa, che di più non si può, a dimostrare che anche cent’anni fa si poteva concepire un buon giallo, con ottimi ingredienti per intrigare il lettore.

La “miniera” in sé è sempre stata una parola, un concetto angoscioso.
La profondità della terra, il senso di claustrofobia che emana; il buio assoluto; la sensazione di non poter respirare a pieni polmoni. Già nella normalità incute un senso di inquietudine; possiamo solo immaginare durante una disgrazia, come una fuga di gas, uno scoppio di grisou, un incendio.

L’autrice, nelle sue descrizioni, illustra con maestria tutte queste situazioni, ed i sentimenti che a esse seguono. Noi, a un certo momento, “siamo” laggiù, coi minatori, coi soccorritori che scavano, e viviamo le loro stesse sensazioni, le paure.
Unico appunto che potrei fare a questo bel romanzo è la lunghezza: forse con una cinquantina di pagine in meno, e con dei dialoghi (talvolta un po’ ripetitivi) sfoltiti, il risultato sarebbe stato uguale, ma di maggiore impatto sul lettore, che vuole “sapere”.
Bella lettura “rispolverata “, che non mancherà di affascinare i lettori di oggi!


La scrittrice:
Tyline Perry nasce in Texas nel 1897; discendente di una devota e importante famiglia battista di origine tedesca frequenta, sempre in Texas, i primi anni di università, per poi completare gli studi alla Columbia University. Si trasferisce infine in Colorado per seguire il marito, giovane avvocato, ed è appunto lì che comincia a scrivere fiction per riviste pulp. Nel romanzo che pubblichiamo con il titolo La miniera maledetta (in originale The owner lies dead) trae appunto fonte di ispirazione dalle esperienze vissute in Colorado, dove incidenti  come esplosioni o crolli dei pozzi nelle numerose miniere dello Stato non erano eventi rari
Con la morte del marito nel 1954, la scrittrice si trasferisce di nuovo in Texas nella grande fattoria ereditata dai nonni. Qui vivrà fino alla morte nel 1978 dandosi soprattutto a opere filantropiche