Paolo Ricchiuto – Le chiavi di casa

403

Editore Giunti / Collana M
Anno 2023
Genere Giallo
300 pagine – brossura e ebook


Marco, Sveva, Vittorio, Piggi, il Boss: ex compagni di classe di liceo, della prestigiosa scuola media superiore romana, sono cresciuti, mantenendo sempre la loro amicizia incominciata tra i banchi di scuola, e tuttora, dopo diventati adulti, pur scegliendo strade diverse sono rimasti un gruppo compatto, molto affiatato. Marco intelligente ma introverso, Vittorio, bello, sportivo, una promessa del nuoto, Piggi che da sempre semina e fuma marjuana, il Boss l’elegante e sempre impeccabile, Ferdinando l’avvocato, e Sveva, bella, intelligente, desiderata da tutti, soprattutto da Marco, che però non è mai riuscito a confessarle il suo amore.

Oggi dietro lavoro, successi, carriera e una articolata esistenza, compresa quella di Marco, divenuto sceneggiatore di successo, apparentemente ben inserito nella realtà (pur con una latente sindrome di Asperger mai voluta ammettere e accettare dalla famiglia) che vive la sua appartenenza al gruppo quasi come un cuculo. Marco, l’affascinante farfallone voluto da tutte le donne, ma perso in una perenne inquietudine che nasconde la sua commedia delle illusioni. E galleggia in una complice tenebra dove cela sia la convinzione di non essere all’altezza dell’amore mai confessato a Sveva felicemente sposata con Vittorio. Sveva che da tempo gli ha preferito Vittorio. Un futuro tuttavia per tutti ancora da vivere appieno e magari rivoluzionare, con nuove scelte e responsabilità. Possibile che anche per lui, Marco, possa esistere un diverso futuro. Inimmaginabile o forse sarebbe sufficiente confrontarsi e superare l’ostacolo di certi schemi preordinati. Intanto, per abbattere certi limiti, sarebbe anche necessario confrontarsi con la non trascurabile presunzione del proprio io. O meglio avere la capacità di imporsi e costringere altri a scelte che possono ferire. Indurli a comprendere e ad accettare quanto si prova o forse non si immaginava di poter provare.

Sarà il gesto di Sveva e Vittorio, rimestando crudamente in quella sua opprimente oscurità, a scatenare in Marco una repentina reazione, paragonabile a una ventata che ridesta la fiamma rimasta troppo a lungo a covare sotto la cenere.
Sarà proprio la telefonata di Vittorio dall’ospedale, dal Pronto Soccorso, per chiedere aiuto dopo una caduta dalla moto, una scivolata su una macchia d’olio, ma sono stati fortunati, nient’altro. Se la sono cavata con poco: lui è pieno di escoriazioni , mentre Sveva che ha battuto la testa deve restare in osservazione per ventiquattrore. Vittorio vuole restare al suo fianco.
E sarà in quel momento che Marco, da amico, proporrà di andare a prendere qualcosa per loro, utile per quella notte da passare in ospedale. Proposta che accetteranno con gratitudine affidandogli tranquillamente le chiavi di casa loro, senza neppure rendersi conto di consegnargli oltre alle chiavi la quotidianità e l’intimità della loro stessa vita.

Un gesto di fiducia. Ma che provocherà un’incoercibile e imprevedibile risposta, offrendo a Marco l’occasione per trasformarlo in una violazione della loro familiarità, regalandogli addirittura, un tal senso di potere e di controllo da scatenare in lui incontrollabili impulsi di ere sentimenti ed emozioni da troppo tempo mascherati. E una folle e fatale reazione.
Milano, trent’anni dopo. Una città o meglio un’affollata metropoli che vive di corsa e pare solo dedita al lavoro, al fare un posto ideale dove spesso il tuo vicino è un perfetto sconosciuto che incontri e non saluti. Un posto in cui fuggire per mischiarsi tra la gente e farsi dimenticare.
Sono passati trent’anni e Sara, la seconda voce narrante della storia è una giovane donna in carriera che si sente appagata come donna e vive a Milano, una grande città, dove per dimenticare quanto accaduto prima della sua nascita si era rifugiata Sveva, sua madre.
Sara non ha mai conosciuto suo padre, sua madre le ha raccontato che è morto a Roma in un fatale incidente. Avvenuto prima del loro trasferimento a Nord, a Milano. Sua madre le ha sempre dato amore, benessere, costante presenza, sostegno. Entrambe hanno potuto contare sull’imperituro affetto di amici quali Piggi e il Boss diventati milanesi. Finora Sara si è supinamente accontentata delle loro spiegazioni. Ma ora che intende costruirsi una nuova vita a fianco di qualcuno che la ama, non le bastano più quelle parole, i pochi ricordi trasmessi e quelle scarne fotografie di un passato che ignora. No ora, anche pressata dalla curiosità della persona a lei vicina, vorrebbe saperne di più. Avere qualcosa di più tangibile in mano, delle maggiori certezze per poter attraversare il confine che la separa da una consapevole maturità. Intanto vorrebbe capire perché come un impalpabile velo paia aleggiare sull’incidente fatale che l’ha privata di suo padre. Possibile che nessun giornale dell’epoca ne parli? Che non esista neppure un cenno, un trafiletto di qualsivoglia testata che riporti o almeno citi l’accaduto? Perché?

Sarà quindi lei a insistere, per far luce e poi d’impulso a decidere di andare a Roma per incontrare gli amici dei suoi genitori nell’intento di ricostruire i tasselli di una storia lontana che ha segnato per sempre il suo destino. Un comprensibile desiderio, una inconsapevole e innocente scelta destinata tuttavia a accendere una miccia pronta a far uscire allo scoperto uno spaventoso segreto, per anni colpevolmente occultato e a farlo esplodere per colpire inesorabilmente.

Paolo Ricchiuto affronta con decisione una trama molto complicata, densa di suspense che ci coinvolge e ci accompagna fino in fondo e nella quale un grande amore si trasforma in una pericolosa e contagiosa ossessione.
E costruisce una drammatica storia, quasi una teatrale tragedia divisa in due atti, imperniata su un continuo e coinvolgente stato di tensione in cui finiranno per incrociarsi e fondersi minacciosamente gli inquietanti sbocchi psicologici del protagonista e voce narrante del primo atto e l’ansiosa inchiesta di colei che vuol sapere ed è la seconda voce narrante, Sara, l’orfana, che fa la sua comparsa nel successivo, ineluttabilmente collegato e dipendente dal primo.
Primo doloroso atto in cui un ego semi impazzito, ormai incontrollabile, descrive passo passo gli spaventosi effetti dei suoi desideri e delle sue azioni fino al conclusivo colpo di scena.
Una tragedia, quella narrata da Ricchiuto deflagrata, trent’anni prima, che ha provocato rimorso e un’insanabile ferita in chi ha dovuto continuare a vivere sopportando le conseguenze di una tragedia. Un tragedia apparentemente incomprensibile, solo concepita da una mente malata sopraffatta dall’ ossessione ma che all’improvviso, costringendo a perdere il controllo, ha finito con scatenare una inimmaginabile reazione a catena della quale ancora oggi si dovranno accettare e pagare le conseguenze.
Una drammatica ma ineluttabile reazione a catena con alla fine morte e amore che finiranno con incrociarsi.
Una scrittura piana, informale, per questo primo romanzo di Ricchiuto, che si rifà al linguaggio dell’oggi legato alla nostra vita, da tempo ormai governata dai cellulari e dalla loro messaggistica per una storia in cui alla fine l’elemento principale, il fattore decisivo diventa l’oggetto più comune della nostra quotidianità: le chiavi di casa.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Paolo Ricchiuto (1969) vive, lavora e gioca a tennis a Roma. Ha una moglie e due figli. Avvocato, si occupa soprattutto di privacy. Le chiavi di casa è il suo primo romanzo.