Tullio Avoledo – I cani della pioggia

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Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2023
Genere Giallo
384 pagine – brossura e ebook


Prologo:
Un lettore, animato da buona volontà e oneste intenzioni, rilassato, nel momento in cui si accinge a leggere le prime righe del libro che gli è stato consigliato caldamente dal suo libraio di fiducia, un romanzo dalla interessante copertina giocata sui colori azzurro (del cielo) e giallo (del grano), con una felice intuizione, ma con uno strano presentimento, decide, come sottofondo, di inserire nel lettore un vecchio cd che ha sempre amato, il cui titolo gli ricorda quello del libro stesso, una voce roca e inconfondibile che racconta storie di emarginati, vite sofferenti nei bassifondi, solitudini e sconfitte, sbornie e bisogno di compagnia, la ricerca poetica di una felicità sempre inseguita e mai raggiunta, perché tutti “siamo come cani nella pioggia. La pioggia ha lavato via le nostre impronte, il nostro odore. Così camminiamo senza meta. Ci muoviamo nel nulla, senza una direzione. Siamo come cani nella pioggia”. È un attimo, un uomo entra fulmineo nella stanza, silenzioso e determinato, dritto allo scopo: toglie il disco e lo distrugge senza pietà e senza rimorsi: il suo nome è Sergio Stokar.

Questo è quanto potrebbe succedere al lettore avventato del nuovo libro di Tullio Avoledo, I cani della pioggia (Marsilio), rimando al mitico disco di Tom Waits del 1985, inno poetico al vivere in modo indipendente e personale, liberi dalle pressioni e dalle aspettative della società, perché come i cani che vanno in giro confusi dopo che ha piovuto, anche noi abbiamo smarrito la strada e non riusciamo più ad orientarci, a ritrovare la strada di casa.
Come sempre, l’autore friulano ci porta nel suo personale mondo e nel suo personalissimo tempo, che non è l’oggi, non è ieri, forse potrebbe essere domani o dopodomani, un futuro prossimo che ci aspetta al varco proprio lì a due passi, alla nostra portata, ma che appare sfuocato, incerto, le cose sembrano già accadute o somigliano a qualcos’altro che è stato già vissuto, fatti reali si accavallano e si confondono con quanto è già successo e quanto potrebbe accadere, il labile confine tra realismo e distopia, tra fantascienza, noir, avventura è continuamente oltrepassato, e noi non ce ne siamo neanche accorti, presi dal seguire un rocambolesco viaggio lungo le frontiere dell’Europa orientale, permeato di scottante attualità, la guerra tra Russia e Ucraina, attraverso pianure sconfinate e paesaggi annientati dal conflitto, in cui Avoledo non manca di suggerire personali impressioni su ciò che sta accadendo, ritenendo il suo lavoro una presa di posizione a favore di chi decide di non arrendersi, di trovare chi rappresenti il desiderio di salvarsi, perché “sfortunata la terra che non trova eroi, quando ne ha bisogno”.

Non sono eroi, ma certamente personaggi a cui ci si affeziona, che si torna a frequentare con piacere, i due protagonisti del libro, Marco e Sergio, impegnati nell’affannosa e pericolosa ricerca della fidanzata del primo, scomparsa da qualche parte al confine tra Ungheria e Ucraina, mentre documentava, da fotografa, la realtà di un caos pericoloso e in rapido divenire; in viaggio verso est, attraversando una zona martoriata teatro di un conflitto sanguinoso e feroce, i due si trovano ad affrontare soldati, milizie e mercenari di ogni tipo e nazionalità, organizzazioni non governative impegnate in prima linea in soccorsi e altre operazioni più difficili da decifrare, imbattendosi continuamente in bombardamenti, droni, scambi di artiglieria, contatti con civili che non vogliono lasciare paesi fantasma, distrutti dalle tante battaglie dall’esito incerto.

I loro nomi non suonano nuovi, vero? Non lo sono infatti, perché Tullio Avoledo, con un’idea secondo me brillante e ingegnosa, si diverte, con un’operazione insolita nella narrativa, più consueta nel mondo dei fumetti o del cinema, a far incontrare i protagonisti degli ultimi suoi fortunati romanzi, entrambi ex poliziotti seppur diversissimi tra loro, il duro ma efficace, impavido Sergio Stokar, protagonista di Nero come la notte (premio Scerbanenco 2020) e Non è mai notte quando muori e Marco Ferrari (ormai scrittore di successo in Come navi nella notte), tutti pubblicati da Marsilio, in una trama coinvolgente e straripante, piena di poesia, humor, citazioni letterarie e musicali, dal finale spiazzante, ma anche doverosa come riflessione sull’attualità, su quello che sta accadendo tra noi, a pochi passi da noi, con una dedica “a chi comunque e dovunque non si arrende”.

Mauro Cremon


Lo scrittore:
Tullio Avoledo , friulano, è nato nel 1957. Dopo aver esordito con L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi 2003, Einaudi 2003, Marsilio 2021), ha pubblicato Mare di Bering (Sironi 2003, Einaudi 2004), Tre sono le cose misteriose (Einaudi 2005), Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi 2007), La ragazza di Vajont (Einaudi 2008), L’ultimo giorno felice (Edizioni Ambiente 2008, Einaudi 2011), Le radici del cielo (Multiplayer.it 2011) e La crociata dei bambini (Multiplayer.it 2014) – due romanzi ambientati nel Metro 2033 Universe inventato da Dmitrij Gluchovskij –, Furland® (chiarelettere 2018). Insieme a Davide Boosta Dileo ha scritto Un buon posto per morire (Einaudi 2011). Oltre all’Anno dei dodici inverni, per Marsilio sono usciti anche i romanzi Chiedi alla luce (2016), Lo stato dell’unione (2020), Nero come la notte (2020, premio Scerbanenco), Come navi nella notte (2021) e Non è mai notte quando muori (2022).