Damon Galgut – L’impostore

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Editore E/O / Collana Dal Mondo
Anno 2023
Genere Noir
256 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Silvia Piraccini


Sudafrica. Primi anni Duemila, probabilmente.

Adam perde il lavoro, perde il suo appartamento, abbandona Johannesburg i cui grattacieli si svuoteranno comunque presto per diventare squat con vista su albe dorate davvero. È un bianco in rovina, una talentuosa ma non troppo rovina per dirla alla James Baldwin, prossimo a quella novità nella fauna urbana che consiste in giovani uomini bianchi che chiedono l’elemosina ai semafori. In qualche modo decide di tornare a un momento di gloria della sua vita ovvero quando, più giovane, aveva scritto un libro di poesie bucoliche apprezzabile ma non di particolare successo. Il fratello più giovane, forse stanco di ospitarlo, forse pieno di quella saggezza che riempie gli umani mediocri quando finalmente raggiungono il successo economico e sociale, lo sfida a diventare davvero un poeta e gli presta una vecchia casa di campagna, sembra piena di spettri, a Karoo, abbastanza lontano dal mondo degli adulti e da Città del Capo.

Nella casa, nella campagna tutta in decadenza, attorniato da erba erbacce e alberi piantati lì da ormai scomparsi coloni olandesi, Adam trascorrerà settimane fino a incontrare Canning, un vecchio compagno di classe. Per Canning, sposato con la bella e misteriosa Bimba, Adam è stato la persona più importante della sua vita.

Peccato che, di Canning, adesso un ricco possidente terriero, Adam non ricordi nulla.

Chissà perché, c’è una sola questione che gli sembra ancora urgente e importante. « Mi dici» chiede, sporgendosi per posare la mano sul braccio di Canning, « qual è il suo vero nome?»

Lo scrittore Damon Galgut, già vincitore del Booker Prize 2021, con L’impostore, provvede a un breve prodigio del romanzo. Mantiene le descrizioni dei personaggi al minimo, lasciando che, nel loro passare tra ambienti ed echi delle vicende che si svolgono sullo sfondo, si trovino a incarnare vari tipi umani di un interregno. Sì, il vecchio mondo dell’Apartheid è morto e il nuovo è rimasto immaturo, informe se non in palazzi di lusso con finiture di scarsa qualità, nuove township destinate subito a tornare come quelle vecchie, la corruzione tra capi ed elite bianca che con ulteriore propulsione prepara il collasso. Il thrilling è sottile e insieme in piena vista, tutti a diversi livelli sono impostori, alieni, impropriamente innestati, pericolosi per se stessi e il mondo. I personaggi maschili sono come in costume, quelli femminili guardano questi bambini fingere di essere adulti mentre agiscono senza agency, trasportati, costretti dalla propria pelle, dal proprio passato, a sembrare umani.

Era successo; lui c’era. Questo lo sapeva. Ma le parole, i gesti, i particolari dell’incontro: tutto scomparso. Rimaneva soltanto quell’increspatura residua, come quando si intravede un movimento nell’acqua buia e profonda, la traccia di un intero.

Adam non troverà fantasmi anche se in qualche modo è circondato da ombre e spettri e riflessi, del passato e del futuro, suo e della Nazione arcobaleno. La violenza è enorme e appena sottotraccia: quella interraziale, delle nuove urbanizzazioni, contro il paesaggio già colonizzato, nei nomi, nei crimini contro l’umanità commessi al servizio di ordini insostenibili quanto indegni, contro una natura già disabitata se non da agenti dell’Antropocene; nel crimine contro il futuro e la speranza che tutti i personaggi, compreso Adam nella sua ridotta immaginaria della poesia, stanno preparando. In una prosa essenziale e capace, al servizio di un immaginario contemporaneo ricco, con una trama insieme semplice ed evocativa, L’impostore non mostra soltanto un Sudafrica realissimo per chi lo ha visto e vissuto ma un flusso immaginifico che risuona forte, oltre il manifesto, l’ovvio e il raccontato.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Damon Galgut è nato a Pretoria. Nel 2013 è stato inserito nell’American Academy of Arts and Letters. Le Edizioni E/O hanno pubblicato In una stanza sconosciuta, selezionato per il Man Booker Prize, Estate artica, La promessa, vincitore del Booker Prize 2021, e Il buon dottore, con il quale ha vinto il Commonwealth Writers Prize (per l’Africa) ed è stato selezionato per il Man Booker Prize. Vive a Città del Capo, in Sudafrica.