Piero Colaprico – Sequestro alla milanese

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Piero Colaprico, vive a Milano, è scrittore di gialli e inviato speciale di “Repubblica”, per il quale segue numerose storie di criminalità e corruzione (è l'”inventore” del termine Tangentopoli) e ha svelato per primo, insieme all’editorialista Giuseppe D’Avanzo, il giallo della telefonata del premier in questura e le serate con bunga bunga ad Arcore. Per settimane, “Repubblica” ha avuto il maggior numero e la più alta qualità delle informazioni sul caso. Ha scritto saggi e fiction. Tra i primi, Manager calibro 9-vent’anni di malavita a Milano (Garzanti, 1996), basato in parte sui colloqui avuti con Saverio Morabito, uno dei principali pentiti dei clan calabresi al Nord, e Capire tangentopoli (il Saggiatore 1996).
Tra i suoi titoli di fiction ci sono Kriminalbar (Garzanti,1998), dedicato agli stili di vita della penultima generazione della malavita italiana; Trilogia della città di M. (il Saggiatore, 2004, premio Scerbanenco) e La donna del campione (Rizzoli, 2008).
Un discorso a parte riguarda il ciclo dei romanzi che hanno per protagonista Pietro Binda, un anziano maresciallo della sezione Omicidi dei carabinieri di via Moscova, che indaga nella Milano degli anni ottanta. I primi tre (Marco Tropea Editore) sono stati scritti insieme all’anarchico Pietro Valpreda, che forse aveva il sogno di incontrare un investigatore “buono”, visto quello che gli era capitato, detenuto ingiustamente per la strage di piazza Fontana e in attesa di processo per anni. Dopo la morte di Valpreda, Colaprico ha proseguito da solo, scrivendo altri romanzi sul maresciallo Binda. Feltrinelli ha poi riunito i romanzi scritti con Valpreda nel volume Le indagini del maresciallo Binda (2013). Anche Il fantasma del ponte di ferro (Rizzoli, 2018) ha per protagonista il maresciallo Binda. Con Feltrinelli ha ancora pubblicato Le cene eleganti (2011) e La strategia del gambero (2017). Per il teatro ha scritto Qui città di M, in replica per quattro anni.

Esce il 12 gennaio 2024 per Baldini + Castoldi il nuovo romanzo di Piero Colaprico intitolato Sequestro alla milanese:
Milano, 1992. Pochi giorni prima che il sistema della Milano da bere e dei partiti della Prima Repubblica crolli sotto i colpi delle indagini anticorruzione di Tangentopoli. Il figlio dell’assessore Marino Malesci viene rapito. Marino è amico di Corrado Genito, ex capitano dell’Arma con un passato da infiltrato che ora lavora in «un’agenzia di consulenza», a cui chiede di riportare il giovane a casa, a qualsiasi costo. Bisognerà immergersi nel mondo della malavita milanese, delle cosche che spadroneggiano in città e a Palazzo Marino e della politica arrogante e arricchita per poter risolvere la vicenda. Con non poche sorprese e molti colpi di scena (e di proiettile).

Un noir, insolito e originale, che dipinge una Milano nera – vera protagonista del romanzo – livida (come quella di Giorgio Scerbanenco), piena del «fango più fango dei fanghi», di malavitosi senza speranza e di politici senza coscienza. E di soldi sporchi, molto sporchi.