Marcello Simoni – Morte nel chiostro

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Editore La nave di Teseo
Anno 2024
Genere Thriller
356 pagine – brossura e ebook


Anno del Signore 1187, notte tra il ventuno e il ventidue ottobre, monastero di San Lazzaro nei sobborghi di Ferrara.
Una monaca viene trovata morta impiccata nel chiostro del convento. Tutto fa pensare a un suicidio. Ma due consorelle della defunta la magistra abbatissa, la badessa Engilberta di Villers e la novizia suor Beatrice, al secolo Beatrice de’ Marcheselli sospettano che quel tragico evento sia stato, in realtà, un omicidio. Ma chi potrebbe averla uccisa e soprattutto perché? C’entra, forse, quella croce nera capovolta trovata sul palmo della mano della vittima?
Bisognava assolutamente far luce sull’accaduto prima del sorgere dell’alba e prima dell’arrivo degli emissari del vescovo che devono indagare sulla morte di suor Agata.
Poiché la magistra abbatissa non temeva il dover sottostare temporaneamente all’autorità di qualche chierico e armigero, ma il clima di morboso disprezzo verso le donne che quegli individui avrebbero diffuso come veleno quando sarebbero giunti a porre domande sulla morte di suor Agata.

L’intera vicenda si svolge nell’arco di una giornata scandita dai rintocchi delle campane che richiamano le monache alla recita della liturgia delle ore.
L’indagine, condotta dalla magistra abbatissa con il prezioso e indispensabile aiuto di suor Beatrice, colei che ha trovato il cadavere della sventurata suor Agata, risulta molto difficile e complicata. Le due monache si “scontrano” con gli inganni, le menzogne e le forti rivalità della vita comunitaria che si svolge entro le mura del convento. Inoltre, si trovano a dover gestire con grande maestria il presentarsi di enigmatici visitatori alle porte del convento.
Quando un altro corpo esanime viene rinvenuto nel bosco adiacente il monastero, le “investigatrici” pensano che le due morti possano essere legate tra loro da un misterioso segreto per il quale si è disposti ad uccidere e a morire e che potrebbe sconvolgere gli equilibri già precari della vita monastica.

“Morte nel chiostro”, ultimo thriller storico di Marcello Simoni, ha una trama avvincente e coinvolgente in cui le donne, nel caso specifico, le monache del convento di San Lazzaro sono le assolute protagoniste.
Ci si potrebbe chiedere il motivo di questa scelta.
Molto probabilmente l’autore ha voluto dare importanza alla vita monastica o meglio alla scelta a volte sofferta e imposta di questo tipo di vita che, però, rappresentava non solo un’alternativa al diventare mogli ma anche una via di salvezza in cui poter accedere all’istruzione e sviluppare inclinazioni e personalità proprie in un’epoca non troppo “femminista”.
Simoni ha saputo “raccontare” e ricostruire con abilità quel microcosmo della vita nel convento: fatto di potere, rivalità, menzogne ma anche di fragilità, spiritualità e amore.
I personaggi sono molto ben costruiti per questo il lettore, fin dalle prime pagine, riesce a entrare in empatia con loro, con la loro storia di vita, con le loro debolezze.

In modo particolare con le due protagoniste – investigatrici madre Engilberta e suor Beatrice. La prima intelligente, saggia e determinata è magistra non solo di nome ma anche e soprattutto nell’esempio: per lei le sorores sono una famiglia di cui prendersi cura nonostante tutto.
Suor Beatrice arguta e intraprendente rappresenta il mondo secolare. Fu donna e moglie, amò profondamente un uomo che divenne suo marito e alla morte di quest’ultimo decise di prendere i voti perché non avrebbe più potuto amare nessuno se non Dio.
Le due consorelle in un certo senso così diverse sono però unite nell’amore. Engilberta per la sua maestra Ildegarda di Bingen e Beatrice per il marito.

In ogni crime che si rispetti deve esserci la figura del cattivo, dell’antagonista. E in “Morte nel chiostro” non solo è presente questo ruolo ma è di nuovo affidato ad una donna particolarmente spietata. Forse per avvallare la tesi medievale, o meglio della Chiesa medievale, che considerava la donna come instrumentum diaboli. Oppure l’autore ha voluto rappresentare la donna in tutte le sue “sfaccettature” nel bene e nel male.
Quello che rende un thriller storico più interessante di un thriller “normale” è il fatto che riesce a far estraniare il lettore dalla propria realtà e fargli vivere “esperienze” che altrimenti non avrebbe mai potuto fare.
È quello stupore che cattura il lettore dall’inizio alla fine che fa la differenza. È il “c’era una volta” che crea il fascino.

Marcello Simoni è riuscito magistralmente, anche in questa sua ultima opera, a tenere molto alta l’attenzione dei suoi lettori creando con questi una sorta di complicità. Non rivela mai troppo ma si limita a fornire dei dati che il lettore ricostruisce nella propria testa assumendo, così, un ruolo attivo, coinvolgente come fosse un regista.
L’abilità di Simoni è quella di mettere in perfetta relazione la realtà storica dei fatti descritti e la sua fantasia e la sua capacità di fabulazione che li anima e li nobilita. Dando così vita ad un thriller storico degno di questo nome.

Benedetta Borghi


Lo scrittore:
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo ed ex bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° premio Bancarella e il premio Emilio Salgari 2012. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto paesi. Sono seguiti La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, Il segreto del mercante di libri e La profezia delle pagine perdute, successivi capitoli della Saga del mercante; L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il premio Lizza d’Oro 2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni); Il marchio dell’inquisitore; la trilogia Secretum Saga (L’eredità dell’abate nero, Il patto dell’abate nero, L’enigma dell’abate nero).
Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Stampa Ferrara, il premio Ilcorsaronero e il premio Jean Coste. Il 21 gennaio 2020 è stato invitato in Senato a discutere di lettura come strumento di democrazia. Presso La nave di Teseo ha pubblicato I misteri dell’abbazia di Pomposa e La dama delle lagune.