Editore Indomitus Publishing
Anno 2024
Genere Giallo
240 pagine – brossura e ebook
“È questo il guaio con le aspettative. Nel migliore dei casi ti ci avvicini. Quasi mai le raggiungi. Di solito, ti deludono.”
Lo sguardo sul mondo di Dante Baldini, investigatore privato, non si può definire roseo. Le circostanze lo portano a essere realistico, a vivere in un contesto parecchio deludente dal punto di vista etico e sociale. È disilluso, non si aspetta nulla di buono dalla vita. Ama il biliardo, i vecchi film e i vecchi cd. Film come Lo spaccone e le canzoni soul hanno una bellezza e una qualità molto alta, oggi difficili da ritrovare. E se tutto ciò rappresenta per Dante la nostalgia, a lui va anche bene perché “Alla fine, la nostalgia non ti racconta stronzate, non ti promette cose che non si avverano. Non ti delude mai.”
E continua ad ammirare gli splendidi tramonti dalla veranda di casa sua, la sua tana.
Gli verrà chiesto di riaprire e seguire un caso archiviato dalla Procura. Questo caso lo metterà di fronte a diverse piaghe sociali di vaste proporzioni.
Mistral è una storia, varie storie, che hanno per protagoniste principalmente le donne.
Anais Dumont, 32 anni, originaria di Aramon, un piccolo comune francese vicino ad Avignone, terza moglie di Curzio Melis, scrittore di 62 anni. Anais Dumont, chiamata Anì, è scomparsa da tempo e non se ne hanno più notizie.
Ognuno di noi ha dentro di sé un proprio mondo. Molti non ne sono consapevoli, altri non sanno come riuscire a esprimerlo, quel mondo. I più fortunati riescono a trovare il modo di farlo. Anì mostra il suo mondo interiore attraverso la fotografia. Lei ama in particolare fotografare il volto delle donne. Da donna a donna. E non solo le fotografa, aggiunge alle foto – ed è una cosa che ho trovato toccante – la storia di quelle donne. La fotografia di per sé è già importante, imprime quei volti e quelle donne e ci testimonia la loro esistenza in un mondo dove non sono nessuno. Anì fornisce loro un’impronta maggiore decidendo di scrivere in un quaderno gli appunti sulle loro vite per affermare ancora più fortemente le loro esistenze.
“C’è la moglie di un pescatore che ha perso il marito in un incidente in alto mare. Un’anziana che per tutta la vita ha venduto semini e dolcetti davanti all’ingresso di un cinema.”
Ma c’è una foto in particolare, quella di una ragazza brasiliana, arrivata in Italia perché ingaggiata da una società di spettacolo che le aveva proposto di lavorare come ballerina.
Nadia farà sì la ballerina, ma per intrattenere gli uomini nei locali notturni e nelle feste private.
Anì ascolta la sua storia fatta di sfruttamento, del non poter andare via perché deve racimolare i soldi necessari da mandare alla sua famiglia di origine che è rimasta in Brasile e trovare il modo di tornare indietro. Una voce tra tante, una voce che un giorno sarà fatta tacere per sempre.
Nadia vive nello stesso appartamento con Lara, anche lei brasiliana. In quegli enormi condomini dove nei vani non ci sono gli ascensori, alle finestre delle scale mancano i vetri, in alcuni appartamenti non ci sono le porte, mancano i citofoni, i portoni sono appoggiati.
Poi c’è Asuncion, per tutti Assunta, è dominicana. Vive, con sua figlia e suo nipote, nello stesso condominio fatiscente di Nadia e Lara, nel loro essere al margine hanno stretto amicizia. Nella loro solitudine, nel loro essere lasciati soli ai margini, la presenza di Dante rappresenta la possibilità di fare qualcosa per chi come loro non riceve aiuto alcuno, per chi è talmente in basso nella scala sociale da diventare invisibile tra gli invisibili.
Ho ritrovato e ne sono contenta, dal precedente capitolo, il personaggio di Zelda.
Zelda è una ragazza che Dante aveva ritrovato per conto del suo patrigno. Tra i due è nata una dolce e divertente amicizia. Grazie a Dante, Zelda ha anche incominciato a lavorare e dopo vari cambi di ruoli, trova finalmente quello che più le si adatta all’interno del posto di lavoro.
Zelda rappresenta tutti quei ragazzi e quelle ragazze che nonostante gli imprevisti, riescono a trovare la loro strada, il loro posto nel mondo. E sono molti questi ragazzi e queste ragazze. Bisognerebbe parlare di loro molto di più e tanto. Intanto ce la descrive così bene l’autore, fa sorridere tanto e i siparietti con Dante sono davvero spassosi.
La risoluzione del caso mette in evidenza aspetti e comportamenti spregevoli, messi in campo da coloro che mirano solamente al proprio tornaconto personale. Non importa se il loro tornaconto mina i diritti altrui, è solo un fastidioso inconveniente facilmente gestibile e cancellabile.
Riccardo Bruni racconta le vite di queste donne sulle quali ci soffermiamo poco nella quotidianità. Quante storie di donne ci perdiamo ogni giorno? L’autore, nella sua figura di scrittore e giornalista, persegue e promuove, attraverso le pagine del suo libro, un’azione sociale e culturale necessaria a far sì ché non si smetta mai di parlare di donne, siano esse ai margini, giovani, in età avanzata, benestanti, tutte, senza nessuna differenza, ognuno di noi donne può lasciare un’impronta. Quell’impronta la troverete impressa in Mistral.
E il suo braccio destro è Dante Baldini che, nonostante tutti i suoi casini personali, è una persona valida e un egregio investigatore privato.
Alla prossima, Dante!
Cecilia Dilorenzo
Lo scrittore:
Riccardo Bruni scrive romanzi gialli, noir e thriller. Collabora con quotidiani, riviste e varie realtà del web, occupandosi di cronaca e cultura. Segue da sempre il mondo dell’editoria digitale e cura laboratori sulla scrittura crime. Il suo sito web è www.riccardobruni.com