Don Carpenter nacque a Berkeley, California, nel 1931. Durante la guerra di Corea si arruolò in aviazione. Al ritorno in patria si stabilì a San Francisco. Autore di dieci romanzi e numerosi racconti, fu molto apprezzato dalla critica e dai colleghi scrittori ma non ottenne mai successo di pubblico. Tra gli anni Sessanta e Ottanta si guadagnò da vivere scrivendo per Hollywood. Segnato da gravi problemi di salute morì suicida nel 1995. Nel 2015 Frassinelli pubblica I venerdì da Enrico’s, il suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto e inedito fino al 2014, quando Jonathan Lethem ha deciso di portarlo a termine e pubblicarlo, ottenendo un buon riscontro dalla critica.
Per Edizioni Clichy, disponibile dal 20 marzo 2024, esce l’edizione italiana di Hard Rain Falling, libro d’esordio di Carpenter pubblicato nel 1966, un racconto dostoevskiano duro come il petrolio, sul delitto, sul castigo e la ricerca di una redenzione impossibile di fronte alla brutalità del sistema. A Portland, nell’Oregon degli anni Quaranta, Jack Levitt è un adolescente rimasto orfano che vive di espedienti, vagabondando tra alberghi da quattro soldi e squallide sale da biliardo. Quando conosce Billy Lancing, un giovane nero scappato di casa e straordinario truffatore di biliardo, i due diventano amici, e insieme si sentono invincibili.
Ma, come spesso accade quando sei costretto a vivere ai margini, le cose finiscono male e Jack viene rinchiuso in riformatorio, dove trascorre anni di abusi e isolamento. Nel frattempo Billy ha scalato l’ascensore sociale ed è entrato a far parte della classe media: si è sposato, ha avuto un figlio, ha acquistato un’attività e si è fatto un’amante. Jack, invece, ha provato a diventare un boxeur a San Francisco, ma non ha funzionato. Entrambi scoprono di non poter sfuggire al loro passato tormentato, perché una volta che sei fuori dal sistema, nessuno ti aprirà una porta per rientrarci. Ogni tuo fallimento sarà ricondotto al tuo essere un fallito, in una spirale strutturale che non guarda in faccia nessuno. I loro strazianti percorsi, interiori e reali, convergeranno di nuovo in una cella di San Quentin, fondendosi in un’intimità bruciante e una nuda vulnerabilità. Un romanzo criminale, un romanzo carcerario, un romanzo hard-boiled, ma anche e soprattutto un romanzo sulla solitudine, sull’impotenza, sulla spersonalizzazione del sistema, sulla colpa e sulla punizione, sulla razza, la sessualità, l’essere genitori, l’amicizia, l’empatia e l’amore.