Paul Lynch – Il canto del profeta

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Editore 66thand2nd / Collana Bookclub
Anno 2024
Genere Sci-fi
288 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Riccardo Duranti


Irlanda, pochi, pochissimi secondi nel futuro.

Un nuovo partito ha vinto le elezioni, poi qualcosa succede, non sappiamo molto, si parla di un pacchetto di misure d’emergenza in risposta a un evento sconosciuto. In un quartiere suburbano di Dublino, Suv, buone scuole, giardini, la borghesia lontana dalla lista di Niemöller, arrivano agenti della neo istituita Garda con compiti di polizia politica: questa volta sono venuti per il marito di Eilish, un sindacalista della scuola.

Come in una storia già vista, sentita, che si ripete ma sempre per gli altri, in altri tempi e in paesi lontani, adesso Eilish Stack, la scienziata, la donna, la figlia, la madre di quattro figli vede la propria vita, la propria famiglia e il paesaggio che ha intorno trasformarsi, pian piano, pagina dopo pagina, in una catena inesorabile che uomini e donne a distanza temporale e spaziale di sicurezza hanno chiamato, chiamano e chiameranno la catastrofe della tirannia e della guerra civile.

The dawn has come and yet the day has fled, she can see this now, how the light that makes insustantial the dark is false and it is the night that remains true and unshaken, seeing how she called the children into her arms knowing her comfort was false, this house no place of shelter.

Lo sguardo di Eilish è in un flusso di segni, parole e visioni. Il tempo del pensiero, il tempo che Eilish usa e ha a disposizione, dell’azione, ineluttabile e perduto, non lo scenario distopico, è il nucleo del romanzo. La prospettiva di Eilish, continua, in un piano sequenza lungo tutto il libro, è la luce sugli eventi di un’Irlanda che è pericolosamente universale. La Storia visita Eilish e lo scrittore Paul Lynch mette il lettore e la lettrice accanto la sua protagonista per tutta la durata di quello che è, in qualche modo, un viaggio empatico che è insieme appena fuori porta e in un posto alieno e poi sempre più orribile e disperato. L’immersione nei panni, nella prospettiva di Eilish è inevitabile, il lettore assiste e partecipa in una narrazione di cui non si sa molto e di cui ha alcun controllo, direttamente dentro un motore emotivo concentrato sui sentimenti finali che meritano di essere svolti e che nel libro hanno voce e nomi e sono dolore, resistenza, cura, sopravvivenza. Eilish non ha il tempo per affrontare davvero i motivi del suo denial come non ha il lusso dello smarrimento dall’omonimo romanzo di Richard Powers.

You call yourself a scientist and yet you believe in rights that do not exist, the right you speak cannot be verified they are a fiction decreed by the state, it is up to the state to decide what it belives or does not believe according to its needs, surely you understand this.

Gli autori di Potere e progresso (Il Saggiatore, 2023) scrivono “La democrazia diventa più debole proprio mentre ne avremmo più bisogno” e la protagonista di Civil War, film di Garland in uscita, dice “Ogni volta che sono sopravvissuta a una zona di guerra pensavo di star mandando un messaggio di avvertimento a casa: non fatelo” e via, ancora in quello che è un trend sempre più consistente su quello che succede quando si smette di credere in quell’esperimento, quella storia, imperfetta e a volte incapace come la protagonista de Il Canto del profeta, che chiamiamo democrazia. L’ansia, evidente o strisciante, la confusione e il disincanto per le prossime elezioni presidenziali americane e per tutte le elezioni nel cosiddetto mondo libero vengono da Paul Lynch svolte sì in un esito che sembra sempre meno improbabile e relegato al distopico. Uno scrittore mostra la fragilità del tutto per citare per nulla a caso La strada di Corman McCarthy considerata verticalità e bellezza di molte pagine; una madre lotta per i propri figli quando l’illusione della normalità in Occidente viene svelata.

C’è un orrore che è quello della cisterna di Ancòra di Hakan Gunday, c’è il suono e le parole dei tebani venduti come schiavi, di tutti i resi apolidi, di coloro che riescono a sfuggire al collasso senza essere riusciti a impedirlo, di quello che succede quando la peste del fascismo e del nazismo prendono il controllo delle istituzioni, il testo di una profezia che conosciamo benissimo e che faremmo bene a ricordare. A questo serve il capolavoro puntuale di Paul Lynch.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Paul Lynch è un autore irlandese. Nato a Limerick nel 1977, è cresciuto nella Contea di Donegal. Ha diretto la sezione di critica cinematografica dell’«Ireland’s Sunday Tribune» e collabora da tempo con il «Sunday Times». Cielo rosso al mattino (66th and 2nd, 2017) è stato il libro dell’anno per l’«Irish Times», il «Toronto Star» e l’«Irish Independent». Il suo secondo libro, Black snow, ha vinto in Francia il Prix Libr’à Nous per il miglior romanzo straniero e il Prix des Lecteurs Privat. Considerato tra gli scrittori irlandesi più brillanti della sua generazione, la sua scrittura è stata spesso accostata ad autori come Cormac McCarthy, Seamus Heaney e William Faulkner.
Nel 2023 vince il Booker Prize con il romanzo Il canto del profeta, pubblicato in Italia nel 2024 da 66thand2nd.