Fabio Giorgino – Le ragioni della follia

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Editore Ugo Mursia Editore / Collana Giungla Gialla
Anno 2021
Genere Giallo
280 pagine – brossura


“Un rituale di morte può avere diverse chiavi di lettura: pura follia, sadismo, vendetta, avidità, perfino passione, tuttavia in questo caso ciò che emergeva su tutto era l’ira. Insieme all’odio”.

Che bella scoperta, questo romanzo di Fabio Giorgino.
E non fatevi ingannare, cari lettori, dalla mia citazione.
Non pensate ad un giallo “puro”, truculento, grondante suspense e paura. No. Ci sono anche gli omicidi, è vero, c’è un’indagine; ma ho scritto volutamente “romanzo”, perché in questo lavoro c’è ben di più.
Lo capirete solo…leggendo, parafrasando una nota canzone.

Taranto. Bella, ma travagliata da problemi gravissimi di inquinamento, dovuti ai fumi tossici (la tremenda polvere rossa) dello stabilimento Ilva, che dà a questa città il primato di mortalità per tumori.
Il commissario Spiro Fusco è tornato qui, con la figlia Vanessa, padre e madre insieme da molti anni, essendo stato abbandonato dalla moglie Angela anni prima. La donna, fragile e problematica, aveva preferito andarsene , lasciando a lui l’arduo compito di tirare su da solo una bambina, con un lavoro difficile sulle spalle.

E proprio il suo lavoro di commissario di polizia lo porta a un’indagine particolare. Un professore in pensione trovato ucciso in modo singolare: un cacciavite piantato a forza nello sterno. E un fiore di loto a dieci petali marchiato a fuoco sul corpo. Certo è un simbolo; certo è come un “suggerimento” che una mente malata dà agli investigatori per scoprire il bandolo della matassa, che si presenta subito intricata.
E Spiro parte, aiutato dalla sua collega Jenny, in un’indagine complessa e difficile, che si presenterà ancora peggiore del previsto , perché alcuni dettagli lo rimandano al suo passato. Un passato doloroso: è possibile – si chiede il poliziotto – che i suoi fatti personali siano in qualche modo legati a questa storia?
Questa convinzione si rafforza col secondo omicidio, stesse modalità, un nesso fra i due uccisi. Ma il terzo, che non c’entra proprio nulla con gli altri?

A volte, nelle indagini, bisogna valutare i fatti da un diverso punto di vista; a volte bisogna trovare dettagli che paiono insignificanti; a volte, soprattutto, bisogna riprendere in mano il filo che ci lega a persone di un passato che si preferiva dimenticare. Perché fa ancora male.

Tre sono i motivi per cui ho apprezzato questo romanzo.
La parte di thriller, di tutto rispetto, originale, ben strutturata, con fonti sicure e interessanti.
È vero che di serial killer è disseminata la letteratura gialla, ma c’è modo e modo di narrare e di argomentare.

La parte psicologica, con personaggi vivi, intensi, che ci permettono di entrare nei loro mondi privati, nei sentimenti. Soprattutto nelle angosce, nei dubbi.
Un rapporto bellissimo tra padre e figlia, rafforzato dall’essere “solo “ loro due, una squadra resa forte dalle sofferenze passate, e dalla mancanza di una figura femminile di riferimento.
La figura di Angela, la ex moglie fuggita anni prima, che comunque è presente sempre, e che riveste una parte importante nel contesto. È una figura che odiamo e amiamo, nello stesso tempo, e i lettori capiranno perché.

Infine, Taranto.
Qui la città ha una veste triste, senza negare le sue bellezze, i suoi lati positivi.
I fumi tossici dello stabilimento ex Ilva (mai nominato), frutto di tante battaglie da parte degli abitanti – specie del rione Tamburi – e causa di mortalità altissima, sono onnipresenti. La polvere rossa volteggia sulla città, sugli animi, dovunque. Come un maleficio da cui non si riesca a liberarsi.
Romanzo anche di denuncia sociale, dunque. E suspense. E sentimento. Che volere di più?
Aspettiamo nuove prove da questo valido autore, magari, perché no, con lo stesso commissario come protagonista. Promosso!

Rosy Volta


Lo scrittore:
Fabio Giorgino (1968) è nato e vive a Maruggio in provincia di Taranto. È impiegato nella pubblica amministrazione. Appassionato d’arte, nel tempo libero coltiva l’hobby della pittura paesaggistica e si dedica alla letteratura noir e poliziesca. Nel 2010 nasce l’idea di scrivere un thriller ambientato a Taranto con un protagonista seriale, il commissario Spiro Fusco, letteralmente uno «spirito oscuro». Le ragioni della follia è il suo romanzo d’esordio.