Ingebjorg Berg Holm – La rabbia dell’orsa

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Editore Carbonio / Collana Cielo stellato
Anno 2021
Genere thriller biopolitico
304 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Andrea Romanzi


Tra cinquanta, cento anni, probabilmente meno, la città sarà forse una capitale del Grande Nord, il nuovo mondo che si aprirà agli umani in gran numero con lo scioglimento permanente dei ghiacci artici ma intanto.

Adesso, Bergen, la porta dei fiordi, Norvegia, alcuni mesi che attraversano l’estate. Tre voci, tre protagonisti, Njål, Nina e Sol. Un triangolo con al centro Lotta, la figlia di Njål e Nina, e un progetto di ricerca sui ghiacciai alle Svalbard.

La vicenda sembra quella di un comune incidente esistenziale. Una coppia da vita a una figlia, la coppia si divide, un’altra sembra formarsi e una catena di errori, crudeltà, incomunicabilità comincia ad allungarsi, ad avere una vita propria sempre più oscura, disfunzionale, insieme da incubo e assolutamente normale. Una lotta per l’affidamento di Lotta, per il merito, in qualche modo per l’amore e la vita, capitolo dopo capitolo. È da questa sequenza quotidiana che il thrilling, pian piano, emerge e così il potenziale dell’orrore, dell’intrigo, dell’abisso. Mentre i ghiacci si stanno sciogliendo nessuna azione o pensiero che i protagonisti svolgono e mettono in atto sembra essere neutra, sicura, rispettando il trope del romanzo dell’Antropocene per cui nessuno è innocente.

L’inverno in cui è nata Lotta è stato l’inverno più caldo mai registrato nell’Artide, ma a Bergen c’era la neve e non pioveva. Mi ricordo che misi Lotta nel passeggino e andammo a fare una passeggiata nella neve che aveva iniziato a sciogliersi. Poi mi prese l’ansia e cominciai a immaginare Lotta nuda al gelo, immaginavo di avercela messa io.

La caratterizzazione dei personaggi è immensa, profonda, speciale già nelle prime pagine. Preferenze, dettagli, prospettive contribuiscono allo svolgimento della trama che è semplice, essenziale e che senza la grande cura con cui la scrittrice gestisce le tre voci protagoniste non riuscirebbe a reggere per centinaia di pagine. Capitoli e pagine in cui un crimine “classico” non si realizza eppure tensione, colpi di scena e climax, così come evocazioni e suggestioni antropoceniche continue, sono forti, efficaci, da vero thriller.

Invece rimango immobile all’interno del mio corpo vuoto e sento l’irritazione che si trasforma in aggressività- Dentro di me tento di recitare una preghiera, ma trovo soltanto versi della Bibbia. Tu conoscevi i miei feti. Ognuno di loro, prima ancora che li conoscessi io. Nell’oscurità mi sono stati strappati via, nell’oscurità i loro nomi sono rimasti nascosti.

Njål, Nina e Sol sono umani in una ecologia turbata, vittime ed esecutori di narrazioni in qualche modo davvero “tossiche”. Le vicende, anche emotive, appena coscienti, dei protagonisti si combinano per questo che è fondamentalmente un thriller biopolitico dove delitti e pericoli sono in tensioni sociali e riproduttive della specie. Sono gli incubi e le ansie di genitori e chi spera di diventarlo che sembrano pozzi bui e gelidi, misteri della coscienza e dell’orrore e della vita che meritano di essere indagati e studiati. Questo perché intanto, sullo sfondo e alla fine di questo splendido romanzo, su tutto incombe una forma di rabbia, atavica, pre-umana, non elaborabile.

Antonio Vena


 

La scrittrice:
Nata nel 1980 nella cittadina norvegese di Larvik, Ingebjørg Berg Holm è considerata tra le voci più interessanti nel panorama del thriller scandinavo. Laureata in Belle Arti, lavora come architetta di interni a Bergen. Nel 2015 esordisce nella narrativa con Stars Over, Darkness Below, bestseller pluripremiato in patria, a cui fa seguito il mystery a sfondo storico Barefoot over the Ice. La rabbia dell’orsa, uscito nel 2021, è il suo nuovo romanzo, in cui Berg Holm indaga le perversioni dell’animo umano e le conseguenze devastanti dell’incuria verso la natura.