Sara Strömberg – Sottobosco

4

Editore Fazi / Collana Darkside
Anno 2025
Genere Thriller
396 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Renato Zatti


“Maria, invece, era corsa verso la Grande Solitudine. Magari tutti noi giravamo in tondo, correvamo e correvamo verso il futuro, sebbene non potessimo mai sfuggire alla nostra storia”.
Ho citato volutamente questa frase, perché se mi fosse chiesto di riassumere con un solo vocabolo il romanzo “Sottobosco”, lo definirei con una parola: solitudine. Una solitudine infinita, senza speranza, che abbraccia persone, luoghi, l’intera storia…
Un romanzo fondamentalmente triste, ma particolare, in quanto tocca molti temi interessanti.

I gialli nordici in genere, tendono già a essere pervasi da un’atmosfera non proprio allegra; saranno la lunga notte, Il freddo intenso, che forgiano gli animi degli abitanti di questi paesi del Grande Nord?
Siamo nelle Alpi Scandinave, a cavallo tra Svezia e Norvegia. In un paesino sperduto fra immensi boschi, punteggiato qua e là da solitari cottages, vive Vera Bergstrom.
La nostra protagonista non ha nulla dell’eroina classica dei romanzi – a me ha ricordato un po’ il bel personaggio di Teresa Battaglia, creato da Ilaria Tuti. Mezza età, non bella, triste e solitaria. Ma Vera è più sfortunata ancora di lei. Abbandonata dal marito dopo una lunga vita insieme; un padre invalido in casa di riposo; un lavoro molto amato, la giornalista, da cui è stata licenziata. Due o tre amici in tutto. Non le resta che bere e abbandonarsi a tristi considerazioni sul futuro. In mancanza di un’occupazione, si dedica all’assistenza degli studenti in una scuola locale.

Un giorno viene ritrovato in un bosco dei dintorni il cadavere di una donna, Isabella, che viveva da poco nel paese con una bimba in tenera età. Un omicidio di una violenza senza pari: chi l’ha uccisa era mosso certo da un grande odio. Eppure, si chiede la gente, chi poteva volere la morte di una donna riservata, tranquilla, che si manteneva vendendo il suo pane ai compaesani e ai turisti di passaggio?
L’ex capo del giornale chiede a Sara di occuparsi del caso per scriverne un articolo speciale: un’occasione da non perdere, che risveglia il suo entusiasmo sopito e la sua grinta. È il momento di parlare, interrogare, scovare dettagli che aiutino i “Pescifessi” (così ironicamente vengono chiamati i poliziotti) a scoprire qualche indizio positivo.
Da questo momento in poi per Vera sarà tutta una sorpresa. Ci sono tracce da seguire; persone reticenti da interrogare; segreti che vengono a galla dopo essere rimasti ben celati per molti anni. C’è qualcuno che la segue di nascosto: forse la giornalista sta scavando dove non dovrebbe.

La vicenda scorre su due piani temporali: il presente, con l’indagine parallela di Vera e dei Pescifessi – che sono sempre un passo indietro!
Il passato: un passato lontano, che ci racconta di due ragazzi tormentati, Maria e Jorgen, che un giorno compiono un gesto orribile. Che cos’abbiano in comune le due storie, nuova e vecchia, si scoprirà cammin facendo.
Vera si fa coraggiosa a ogni passo avanti; passato il tempo delle frustrazioni (”Esistevo solo quando scrivevo”); ora sente che sta riprendendo possesso delle sue capacità e dei suoi sogni e veleggia sicura verso la soluzione finale, per dolorosa che possa essere.

Un’opera prima forte e complessa.
Un affresco della Svezia contemporanea, con tutti gli elementi che la contraddistinguono: solitudine; diminuzione dei posti di lavoro, spopolamento, abuso di alcolici, scontento generale. Non è la Svezia che conosciamo noi come turisti, la Stoccolma incantevole piena di bellezza e di vita, nonostante il clima difficile, il buio prolungato e il conseguente isolamento. Qui si parla di immense foreste di cui si percepisce quasi, leggendo, l’odore del muschio e del sottobosco; di piccole comunità rurali, di gente semplice, travagliata dai problemi di una difficile quotidianità.
Il paesaggio nordico è il secondo protagonista, quindi, del romanzo: va di pari passo con le vicende della gente che lo abita; ne assorbe la cupezza, il dolore.

La condizione della donna in questi luoghi non è facile: lavori spesso precari, relazioni complicate e ancora, e sempre, solitudine!
Un dettaglio: il linguaggio usato talvolta è crudo, ai limiti dello sgradevole. Subito mi ha turbata: non sono stata avvezza a leggere certi termini in altri nordici letti in passato. Poi, man mano che leggevo, capivo che fosse giusto così. Erano i termini adatti a esprimere con realismo certe situazioni, certi stati d’animo. Per “raccontare” meglio questa donna che, benché lontana dal mio mondo e dal mio stile di vita, è entrata subito nelle mie simpatie.
Ho percepito a pelle la sua infinita malinconia, il suo male di vivere; la sua mancanza di speranze per il futuro che aveva davanti a sé – perché il suo futuro migliore, come diceva Gassmann, era ormai dietro alle spalle…
Romanzo dalla scrittura fluida, scorrevole, molto coinvolgente: ci trasporta là, nelle foreste gelide, fra aghi di pino secchi e buio infinito; fra solitudini che a fatica si incontrano e si comprendono; fra dolori lontani e difficili da dimenticare.

Rosy Volta


La scrittrice:
Sara Strömberg è una scrittrice svedese. Cresciuta a Västerbotten e Jämtland, nel nord della Svezia, ha lavorato come autrice e giornalista freelance nella città di Östersund.
Nel 2025 Fazi pubblica in Italia, Sottobosco, romanzo con cui ha vinto il premio dell’Accademia svedese del giallo per il miglior romanzo giallo d’esordio.