Matteo Severgnini – La regola del rischio

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Editore Todaro / Collana Impronte
Anno 2021
Genere Giallo
351 pagine – brossura e epub


Scrive l’autore nell’introduzione: «Incontrai il mio amico immaginario, che immaginario forse non è, sulla riva del Lago di Morasco, in una valle dell’Ossola, a oltre duemila metri, poco lontano in linea d’aria dalla Svizzera. Ero in un altro punto del lago rispetto al nostro primo incontro, quando mi raccontò la sua indagine sulla donna della luna.»
E quest’amico inventato con la sua simpatica generosità, ormai diventata quasi un’abitudine gli avrebbe regalata un’altra storia, la seconda, con protagonista sempre Marco Tobia, ex poliziotto affetto dalla sindrome di Tourette.
Mi ha incuriosito, interessato e poi coinvolto piacevolmente questo romanzo giallo di Matteo Severgnini che prende il via piano senza affanno, quasi in punta di piedi. Intanto un incondizionato plauso per l’ambientazione. L’Isola di San Giulio, uno scoglio di origine glaciale che, a la fonda come una nave a circa 400 metri da Orta, incanta l’occhio per bellezza, natura e antiche costruzioni a testimonianza del millenario alternarsi di storia in un piccolo angolo di mondo.

La straordinaria Isola di San Giulio, raggiungibile solo via acqua, dominata dalla basilica romanica, dal palazzo vescovile e dall’abbazia benedettina, costruita sulle rovine di una castello, oggi convento di clausura femminile ove le monache, stanziali, trascorrono le loro giornate dedicandosi alla preghiera, allo studio, al restauro di antichi e preziosi paramenti sacri, alla confezione delle ostie e alla preparazione del celebre “pane di San Giulio”. Oltre al monastero l’isola è abitata da pochissime famiglie. Anzi, Severgnini sostiene che ci abiti solo il suo protagonista: Marco Tobia, che proprio sull’isola si è fatto la sua tana. Marco Tobia è un investigatore privato e vive in solitudine proprio sulla sua casetta in via del Silenzio, nel bel mezzo del Lago d’Orta. Come un lupo solitario ha cercato rifugio là, con l’acqua che lo protegge e lo separa dal resto del mondo. Fragile, tormentato ma a suo modo eroico, giorno dopo giorno combatte contro i sintomi della malattia, la sindrome di Tourette, che dopo averlo lasciato in pace dopo l’adolescenza si è poi ripresentata all’improvviso, prepotente, invasiva, invalidante. Così incontrollabile d’averlo costretto a sparare con la sua pistola e a colpire alla schiena l’amico collega Antonio Scuderi.

Terribile incidente che ha ridotto Scuderi a vita sulla sedia a rotelle. Incidente che, oltre ad averlo allontanato dal lavoro, lo costringe a limitare i suoi rapporti con le persone. Scuderi non gliene ha mai fatto una colpa, anzi è suo grande amico, Lina, sua moglie, l’ha generosamente perdonato. Ma Carula, figlia loro, odia Tobia e addirittura non sopporta più la sua presenza. Ragion per cui Marco Tobia oggi è un ex poliziotto che si è riciclato a investigatore privato e riesce lo stesso in qualche modo a indagare benché sia afflitto dall’improvviso rigurgito dei sintomi di La Tourette che l’ha messo sempre in difficoltà e gli ha creato un difficilissimo rapporto anche con la sua famiglia. Soprattutto quando era un bambino e poi un ragazzino. E purtroppo i rimproveri, sberleffi, gli episodi di bullismo di cui è stato vittima anche a scuola, lo perseguitano psicologicamente ancora. Un’infanzia tutt’altro che serena. gli spasmi motorie e i versi gutturali durante gli attacchi hanno sempre creato problemi e oggi la condanna dei perduti fantasmi del suo passato come ispettore di Polizia.
Ma piano piano Marco Tobia ha imparato ad arrangiarsi in qualche modo e continua a farlo con l’aiuto dell’ex collega Scuderi, il sogno della barca a vela da costruire per navigare con l’amico e soprattutto con la vicinanza di Clara la fidanzata, di professione escort a Milano.
Lui e Clara hanno riconosciuto e accettato nell’altro il pesante fardello che li accumuna e li fa complici. Oggi sono due persone forti, organizzate a modo loro. La loro comune condizione ai margini della società, voluta da Tobia, quasi obbligata per Clara, impone scelte particolari, accettazione, rinunce.

Con la fantasia che vorrebbe prevaricare la realtà, ma si può sempre trovare il modo di regalare il sorriso a un bambino, un brutto omicidio va a rimescolare le carte e a complicare ogni situazione. C’ è una mano assassina, nascosta dietro impeccabili sembianze. Ma Marco Tobia non si tira indietro e nonostante gli incubi premonitori e i rischi che si preannunciano sempre più minacciosi. In prima persona affrontando l’indagine e le tante difficoltà da superare, riuscirà a trasformare in armi le sue debolezze per arrivare a scoprire la verità, con l’appoggio di Clara, Scuderi, ispettore in sedia a rotelle e di Anselmo, il vecchio barcaiolo.
Un giallo con tutti gli elementi dei noir, traffici di droga, cadaveri eccellenti, un’indagine, un luogo solo apparentemente tranquillo. Insomma, un noir abbastanza fuori dagli schemi, questo La regola del rischio. Pochi luoghi comuni, una trama spesso divertente, imprevedibile, intrigante con diversi piani di lettura, che si incrociano e sovrappongono. Personaggi memorabili a partire dal mitico ex ispettore Tobia, da Anselmo collezionista di parole ripescate dal passato, Scuderi ex poliziotto e impagabile spalla, la moglie Lina cuoca sopraffina, il passaggio al volo addirittura di una chef stellato e Clara, fidanzata e sex worker .
Clara però oggi vicina ma che all’improvviso è con La regola del rischio potrebbe diventare lontana, sfuggente enigmatica e impenetrabile come la nebbia.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Matteo Severgnini (1970) vive a Omegna, sulle sponde del lago d’Orta. Il suo ultimo romanzo giallo “La donna della luna”, ambientato sull’Isola di San Giulio, è pubblicato da Meridiano Zero, 2018. Collabora con ReteDue, Radio Svizzera Italiana in qualità di autore e documentarista radiofonico.