Cinzia Tani – L’ultimo boia. Storia di un pubblico giustiziere pentito

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Editore Vallecchi Firenze / Collana Narrativa
Anno 2021
Genere Saggistica
310 pagine – brossura e epub


“Mi chiamo Albert Pierrepoint e sono stato un boia. Ho lasciato il mio lavoro perché non credo più nella pena capitale.”

Inizia così il libro di Cinzia Tani “L’ultimo boia. Storia di un Pubblico Giustiziere Pentito.”, edito da Vallecchi Firenze. Uno di quegli incipit incisivi e decisivi che racchiudono in poche parole, il significato di tutta la storia che sarà raccontata. Uno di quegli inizi in cui è già accennata la fine.
Quella che andiamo a leggere è una sorta di biografia romanzata di Albert Pierrepoint, che è stato uno dei più grandi giustizieri inglesi. Nacque a Clayton, nel West Yorkshire, il 30 marzo del 1905. In ventitré anni di attività impiccò circa cinquecento persone tra cui diciassette donne, sei soldati e duecento criminali.

“due cose fondamentali per essere un bravo boia: la tecnica e l’umanità.”

Iniziamo a conoscere Albert bambino che scopre l’attività segreta del padre e dello zio: quella del boia. Ne è colpito, stupito ma anche affascinato dal modo in cui i suoi adulti di riferimento ne parlano e l’affrontano ognuno in maniera diversa. Con gli anni alimenterà la curiosità attorno a questa professione fino a diventare uno dei più giovani boia d’Inghilterra, e in seguito uno dei più famosi e verrà chiamato a giustiziare anche in altre nazioni.

Mentre l’autrice ci fa conoscere le varie fasi della vita, le sue amicizie, gli amori, e della professione del nostro protagonista, ci vengono svelati anche i suoi pensieri, le sue impressioni, le sue priorità fino a veder sorgere i dubbi sull’ingiustizia della pena di morte.
Contemporaneamente l’autrice ci racconta le storie dei condannati a morte, non solo il gesto criminoso dell’omicidio ma tenta di ricostruire ai nostri occhi ciò che si cela dietro agli assassini e alle vittime facendo riferimento ai reali casi passati per le mani del protagonista di cui è possibile leggere anche l’autobiografia pubblicata nel 1974.

Ho apprezzato la lettura di questo libro che è stato per me motivo di spunto e riflessione su un’attività, quella del boia, a cui non avevo mai guardato dal punto di vista del boia stesso. Si legge quindi scrutando nella veste dell’uomo che per ultimo guarda negli occhi di chi è condannato a morte. Di chi sente scivolare via tra le proprie mani la vita di un altro essere umano. Un uomo che non agisce meccanicamente. Che prende seriamente la propria professione, facendo della dignità del condannato un punto principale e che trova nel corso degli anni, mentre il movimento contro la pena di morte acquista sempre più voce, le ragioni di cambiare idea arrivando a dimettersi e a prendere posizione contro di essa.

“La pena capitale, a mio parere, non risolve nulla, soddisfa soltanto un desiderio primitivo di vedetta.”

Federica Politi


La scrittrice:
Cinzia Tani è giornalista e scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva. Nel 2004 è stata nominata dal presidente Ciampi cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Tra i suoi libri: Assassine (Mondadori, 1998), Coppie assassine (Mondadori, 1999), Amori crudeli (Mondadori, 2003), L’insonne (Mondadori, 2005), Sole e ombra (Mondadori, 2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (Mondadori, 2009), La storia di Tonia (Mondadori, 2014), Donne pericolose (Rizzoli, 2016), Il capolavoro (Mondadori, 2017), Darei la vita (Rizzoli, 2017), la trilogia Il Volo delle Aquile (Mondadori, 2018-2020), Angeli e carnefici (Rizzoli, 2021).