Editore Minimum Fax
Anno 2025
Genere Thriller
285 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Giuseppe Manuel Brescia
Nel mezzo del cammino di questa vita moderna, ai margini della periferia nel profondo sud degli Stati Uniti, Roy Cady deve aver avuto uno di quei momenti in cui tutta l’esistenza scorre davanti. Guarda le radiografie dei suoi polmoni ed è chiaro: la tosse persistente che ha da qualche tempo non è solo una tosse, il medico, le immagini dicono tumore. Sembra brutto perché lo è. Il momento di lucidità può attendere però.
Il suo capo, Stan Ptitko, lo manda a fare un lavoro di fino, uno di quelli facili ma che richiede testa e tatto e non una pistola. Arrivato nel posto indicato Roy, il ragazzo cresciuto con un allibratore, l’uomo capace che ha scalato molti gradoni nella piramide del crimine, picchiatore, fixer, assassino, Roy, l’uomo che sta morendo e che forse proprio per questo trauma non elaborato non legge del tutto i segni, cade in una trappola. Tutta la fortuna mancata in una vita si concentra in pochi attimi e Roy riesce a scappare dall’imboscata, metri e secondi di salvezza che si guadagna colpendo, lottando, sparando.
È il momento di lasciare la Louisiana e la mala di New Orleans, resettare, schiarirsi le idee. Nella fuga si ritrova in compagnia di Rocky, quasi una bambina, giovanissima prostituta, vittima recalcitrante. Come gli animali feriti vanno dove conoscono, verso qualcosa che ricordi luoghi passati. In macchina, verso il Texas, verso Galveston.
Giunse le mani sulla borsa e sospirò. Sembrava che tutto quel mondo ondulato di vite kudzu e alberi ossuti e acqua nera significasse qualcosa per lei, così come significava qualcosa per me, e guardava fuori dal finestrino con uno sguardo fisso e rassegnato. Per entrambi quel panorama aveva una gravità che ci trascinava indietro nel tempo, rendendoci come posseduti dalle persone che eravamo stati.
Il romanzo alterna brutalità e contemplazione, climax e anticlimax gestiti in un’architettura perfetta di thrilling e momenti di grazia. Roy, animale morente, il ragazzo di talento dal futuro interrotto, quando non lotta per la propria sopravvivenza fisica combatte tra quello l’uomo che è diventato deve fare e l’uomo, il padre, che poteva diventare. La voglia, la necessità operativa di rimanere in movimento si scontra con il mettere radici, possedere per una volta nella vita il proprio tempo, la vita che sfugge. Le scene d’azione sono vibranti, capaci, di grande scrittura e mestiere così come gli innesti sul paesaggio. Mentre si svolgono gli archi dei personaggi il paesaggio si svolge con loro, ancora con grande tecnica e grande umanità.
In questa America dei margini, quasi contro-suburbana, fuori dal sistema e ogni accezione di sogno americano, fatta di bayou e paludi, steppa e litoranee deserte, alberghi in strade di provincia e bar perduti, Pizzolatto mostra magistrale padronanza degli strumenti del mestiere dello scrivere. Evocazioni, flashback, mirroring, correlativi oggettivi scorrono nelle pagine di Galveston in una panoplia completa, tecnicamente adeguata come i ferri del mestiere che il protagonista Roy sceglie e usa.
Avvertì una sensazione di mutuo riconoscimento. Come se sapesse qualcosa dei grandi campi deserti, dei monolocali, del caffè bollito sulla piastra, della voce che grida «spegnere le luci» .
E da parte mia ero l’unico che capiva il terrore in cui si ritrovò alla fine di tutto, in quel vicolo con me.
Lo portai fuori città così, afflosciato contro la portiera. Il mio amico ubriaco. Il mio ultimo compare. Il mio doppio più giovane, debole e sconsiderato.
Questo primo e sembra unico romanzo di quello che diventerà ideatore e showrunner delle prime stagioni della maestosa serie True detective è un noir crepuscolare nella tradizione del Southern gothic. C’è chiaramente un debito con Corman McCarthy, il suo mondo spietato, senza Dio, la realtà che chiede di pagare il prezzo delle illusioni dell’umano ma non basta e non è il principale. Per Omar Di Monopoli, autore di Nella perfida terra di Dio (Adelphi, 2017) e Brucia l’aria (Feltrinelli, 2012), capo scuola del southern gothic mediterraneo, il riferimento essenziale per Galveston è l’opera di James Lee Burke. Pizzolatto salda il suo debito letterario principale con Burke, come scrive Di Monopoli, disseminando nomi e corrispondenze nelle pagine che raccontano i luoghi, i cieli e il run & hide di Roy e Rocky.
Per chi come me non ha riconosciuto alla prima lettura, molti anni fa, che il talento di combinare immagini e immaginario, azione rilevante e introspezione significativa, la tragedia dell’umano e i tropi del genere in True Detective è lo stesso talento del Pizzolatto di Galveston, questo è un buon momento per fare ammenda. Di Monopoli aveva ragione.
Galveston è un nostos interrotto, dalla sfortuna, dai ricordi, dalla catastrofe della povertà e del degrado, dai tornado, l’unico che rimane possibile in un’era, un ambiente, senza eroi eppure tormentato da appena mitigabili gravi della tragedia. Roy Cady è un grande personaggio di una tragedia contemporanea, come tutti i protagonisti di True Detective e lo sono allo stesso modo. Il trauma è manifesto, lo svelamento del mistero è continuo, l’unico sacrificio possibile è quello umano. Un romanzo sullo scegliere, contro i demoni, contro il male, contro il trauma. Nello struggle, interiore e per le strade, nel sopravvivere e sopravvivere a se stessi in Galveston, romanzo pieno di vicoli ciechi e fosse e abissi, una luce rimane contro l’oscurità: Roy può salvare se stesso solo se salva gli altri.
E anche qui, all’inizio della scrittura di Pizzolatto, la luce, a stento, appena, comunque, nonostante l’abisso, vince.
Antonio Vena
Lo scrittore:
Nic Pizzolatto, originario di New Orleans, è romanziere, sceneggiatore e produttore. Ha insegnato fiction e letteratura presso l’Università del North Carolina, l’Università di Chicago, e la DePauw University. Nel 2012 ha creato la serie di culto True Detective, che ha ridefinito gli standard del poliziesco televisivo ed è stata la più seguita della storia della tv via cavo HBO al suo primo anno di messa in onda. Oltre al romanzo di esordio Galveston (2010), vincitore di numerosi premi letterari, è autore della raccolta di racconti Between Here and the Yellow Sea.