Editore Mondadori / Collana Il Giallo Mondadori Oro
Anno 2025
Genere Giallo – Hard-boiled
220 pagine – ebook
Claudio Bandi, professore ordinario di microbiologia e evoluzione biologica presso l’università degli Studi di Milano, esordisce con il suo primo romanzo La città e l’abisso vincitore ex aequo del prestigioso Premio Tedeschi 2025.
Una crime story ambientata nella città di Los Angeles dei primi anni ’50. Los Angeles in quegli anni, quelli del secondo dopoguerra, era una città in forte crescita demografica, da centomila abitanti a quasi due milioni in cinquant’anni. Una crescita anche economica perché creava opportunità di sviluppo ma anche di corruzione e ampi margini di profitto per il crimine organizzato.
Ed è proprio per le strade di questa Los Angeles dura e spietata che l’investigatore privato William Slaytor si trova a operare. Ma questo caso è un po’ diverso da tutti gli altri. Questa volta non deve investigare su imprenditori di basso livello, biscazzieri o spacciatori ma su un professore universitario di economia e ecologia delle produzioni agricole che, secondo alcune lettere anonime, avrebbe relazioni clandestine con ragazze minorenni e addirittura con una tredicenne.
Quella che sembra essere un’indagine di routine si trasforma ben presto in un gioco ad incastri, fatto di piste parallele, sparizioni misteriose di persone e scelte morali tutt’altro che semplici da fare.
Slaytor osserva, segue, interroga e si sporca le mani per cercare in tutti i modi di sbrogliare la matassa e arrivare alla risoluzione del caso che, a dire il vero, nel frattempo, sono diventati ben tre anche se correlati tra loro.
Un romanzo noir del genere hard-boiled molto ben costruito e strutturato. La trama avvincente e intricata basata, come il genere richiede, sull’azione e sull’indagine offre, al lettore, uno spaccato crudo, violento ma realistico della società americana.
Un romanzo che vuole anche essere una denuncia sociale dell’America del secondo dopoguerra caratterizzata dal movimento maccartista che metteva in atto una forte repressione nei confronti di persone e gruppi percepiti come filo-comunisti e sovversivi. Quelli erano anni in cui un po’ di gente in America aveva paura dei rossi. In effetti la pressione anticomunista era piuttosto forte, nelle università californiane, ma anche negli studios dei grandi produttori di Hollywood.
Un’America dove il razzismo e il pregiudizio nei confronti dei neri e dei messicani era così radicato e all’ordine del giorno. Qui non si affittano case ai neri, se possibile si evita di dargli lavoro, se non nei campi o nelle fabbriche, lontano dal centro. Qualcuno sta iniziando a chiamare questi posti sundown towns, le città del tramonto: posti in cui i neri non possono farsi vedere in giro dopo una certa ora nel pomeriggio. Una sorta di coprifuoco imposto dai bianchi.
Un’America dove la violenza verso le donne, la prostituzione e l’abuso sui minori era un modus operandi non solo di certe categorie di persone.
Un’ America dove l’abisso di qualità e dignità di vita tra i quartieri “bene” e le periferie popolate da emarginati e rifiutati probabilmente non si sarebbe mai potuto o voluto colmare.
È in questo mondo razzista, omofobo e sessista che Bandi sceglie di far impersonificare il possibile cambiamento proprio a quattro donne diverse, figlie di un’America divisa, ma impegnate, ciascuna a suo modo, nella ricerca della libertà.
Il romanzo scritto in prima persona quarant’anni dopo lo svolgersi degli eventi raccontati.
Il protagonista e voce narrante, il detective privato William Slaytor, a cui Bandi affida il suo pensiero, le sue critiche e le sue speranze, risulta avere caratteristiche diverse rispetto agli investigatori privati della tradizione hard-boiled.
Il detective di Bandi è un ex poliziotto con buoni rapporti con la polizia, colto con un’istruzione universitaria, non alcolista. Non è un antieroe e non è un perdente, è “gentile”, sensibile e umano, non fa uso di un gergo nudo e crudo e tantomeno volgare.
È un uomo che riflette sul determinismo e sull’imprevedibilità dell’universo, sull’illusione del libero arbitrio e sulla necessità di combattere per una libertà possibile. E che consegna il suo messaggio di speranza a un gruppo di studenti di vent’anni pronti a scommettere sul proprio futuro sulle loro passioni, sulla conoscenza capisce che qualcosa di buono continuava a esistere, anche in una città come Los Angeles.
Di notevole interesse risultano essere i personaggi definiti secondari ma che tali, in realtà, non sono, perché offrono al lettore un’immagine precisa, realistica e psicologica delle categorie di persone di cui la società di quell’epoca e, non solo, era costituita. Categorie che non vogliono e non devono, però, essere statiche e senza un’evoluzione perché l’uomo, nonostante il contesto sociale avverso, può sempre trovare dentro di sé la forza e la determinazione per il cambiamento.
Il personaggio del vecchio Alvarez è un esempio di questo possibile cambiamento: un mostro che aveva mutilato e ucciso alcuni uomini, gestito forme ancestrali di prostituzione, organizzato il lavoro e la segregazione di centinaia di immigrati messicani. Ma che pareva essere alla ricerca di una sua redenzione.
Dal punto di vista più tecnico la descrizione dell’azione e dei vari quartieri di Los Angeles risulta essere fin troppo accurata e precisa così da inficiare la fluidità della scrittura e renderla un po’ lenta.
Anche la descrizione della situazione socio-economica di Los Angeles negli anni ’50 appare molto didascalica, come se si trattasse di un vero e proprio saggio e questo porta il lettore a perdere quella sensazione quasi palpabile di atmosfera noir, quel mood in cui il romanzo giallo ti fa e ti deve far immergere.
È vero che il genere hard boiled si basa principalmente sull’azione ma questa non deve sacrificare una caratterizzazione più completa della figura del detective e un maggior intervallarsi di tempi tra indagine e vita privata dello stesso. Così da rendere il racconto più intrigante, scorrevole e diversificato e permette al lettore di “conoscere” meglio il personaggio e affezionarcisi e farlo suo.
Ne La città e l’abisso tutto questo a tratti viene a mancare. Ma rimane un romanzo hard-boiled di grande spessore degno di questo genere perché Bandi racconta una storia di strada con il linguaggio della strada riuscendo con maestria a trasformare il suo giallo in un romanzo sociale in cui luci e ombre coesistono in una città enorme e complicata, in un mondo di relazioni terribilmente intricate, gli esiti delle nostre azioni, le conseguenze per gli altri di ciò che facciamo, non sono mai facili da prevedere. Le donne, gli uomini, le strade, le auto e i palazzi, nella grande città tutto si compone in un unico grande organimo. Come le particelle dell’universo di Laplace, dove solo un demone può prevedere cosa potrà accadere.
Benedetta Borghi
Lo scrittore:
Claudio Bandi (1962) è professore di Microbiologia all’Università degli Studi di Milano. Ha condotto i suoi studi in collaborazione con ricercatori di diversi Paesi, dall’Australia al Giappone, agli Stati Uniti, occupandosi di malattie infettive, di parassiti e della loro evoluzione. Le sue ricerche hanno contribuito allo sviluppo di nuovi approcci per la cura di malattie tropicali umane e della filariosi del cane. Vive a Pavia, è sposato e ha una figlia. Prima della carriera accademica ha lavorato in un’azienda agricola e ha raccolto e riparato moto italiane d’epoca. Appassionato di cinema e di letteratura americana, ha trovato in Raymond Chandler follia, disperazione e serenità. La città e l’abisso è il suo primo romanzo.