Niccolò Zancan – Sporca estate

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Editore Edizioni del Capricorno
Anno 2025
Genere Giallo
192 pagine – brossura e ebook


La storia che racconta Zancan contiene sicuramente tutti gli elementi della narrativa di genere per cui abbiamo i morti, gli attentati, gli inseguimenti, i pestaggi, le intimidazioni e tutto quanto crea un’atmosfera thrilling in cui gli eventi si susseguono con un buon ritmo e all’interno dei quali spesso capita di non riuscire a distinguere le categorie principali del noir che sono i buoni e i cattivi (cosa che peraltro rende sicuramente più interessante la trama), per cui, in ultima analisi, l’opera va sicuramente ascritta alla categoria del giallo/noir.

Però va detto che forse l’elemento più interessante di tutta l’opera è l’ambientazione in cui Zancan immerge i suoi straniti e stranianti personaggi ovvero una Torino di un futuro non troppo lontano che da più parti viene descritta come irreale e distopica ma, se si legge bene ciò che è la città e ciò che vi accade al suo interno, non è poi così difficile pensare che il mondo creato dall’autore non sia altro che una possibile proiezione di ciò che l’evoluzione sociale, politica, economica e, soprattutto, ambientale porterà ad essere città come Torino e chissà quante altre al mondo in anni che potrebbero anche non essere così lontani dalla realtà odierna.

Una realtà all’interno della quale si possono già osservare in nuce i prodromi di quella che tenderei a definire come una nuova realtà metropolitana, in cui i vari aspetti della tecnologia tendono a espandersi in modo sempre più invasivo nel quotidiano delle persone.

Droni utilizzati per controllare le città e monitorare eventuali gruppi che si riuniscono per attività non necessariamente illecite? Perché no? Non è un caso che sulla tecnologia dei droni in questo momento ci siano investimenti enormi e non solo in campo militare.
Altro aspetto piuttosto invasivo e fastidioso della tecnologia del tempo presente sono i famosi annunci personalizzati con cui le aziende tentano in tutti i modi di penetrare nei nostri smartphone e qui l’autore, con una lungimiranza non comune, prevede un qualcosa di tanto inquietante quanto verosimile, ovvero il fatto che, un giorno, potremmo trovarci questi annunci sotto forma di ologramma sulla strada che stiamo percorrendo, attivati da dei sensori che percepiscono il nostro passaggio o quello della nostra auto.

Ovviamente in questo contesto non può mancare l’elemento ambientalista che ci porta in una città dove il fiume e praticamente uno stagno senza vita, dove il caldo estivo ha raggiunto livelli da centro Africa e l’inquinamento costringe spesso la gente a chiudersi in casa con le finestre bloccate o a stare in macchina con i finestrini ben chiusi fino a quando non passa l’allarme ambientale che è sinistramente simile a quello aereo a cui purtroppo in questi tempi ci siamo fatalmente abituati.

Va da sé che anche i personaggi protagonisti di questa storia siano in linea con le condizioni ambientali in cui sono immersi. Il che significa che nel migliore dei casi si ha a che fare con persone disadattate o caratterizzate da personalità a dir poco complesse e nel caso specifico quello che accomuna tutti i personaggi del libro e il fatto di essere sopravvissuti a un naufragio emotivo dovuto a un’incolmabile perdita in momenti importanti della loro vita.

È così abbiamo l’investigatore con due nomi perché “I miei non si sono mai messi d’accordo su nulla” e ha nel dualismo probabilmente il suo carattere principale che si manifesta soprattutto nei momenti in cui dovendo imboccare una strada a un bivio, immancabilmente sceglie quella che lo porta verso i guai peggiori.
Non è da meno la sua principale collaboratrice, un ex giornalista con fin troppe velleità da investigatore sempre con la radio sintonizzata sulle frequenze della polizia, vizio quasi più insano del fumo o del gioco d’azzardo perché spesso ti porta dritto nel cuore di una scena del crimine dove non sempre si fanno gli incontri più auspicabili della propria vita.

Ma il guaio peggiore e doversi occupare di una pornostar del dark web della quale si sa poco, si capisce ancora meno e che si porta dietro una discreta scia di guai sotto forma di agguati, attentati e cadaveri sparsi per la città in modo apparentemente casuale ma facenti parte di un disegno ben preciso.

Lettura un po’ spiazzante date le visioni allucinate e allucinogene con cui i protagonisti raccontano in prima persona il loro navigare in una realtà tanto straniante quanto inquietante per la sua possibile futuribilità, ma la storia principale e quelle di contorno aiutano a non perdersi nell’universo post-orwelliano di questa sporca estate.

Mauro Bossi


Lo scrittore:
Niccolò Zancan (Torino 1971), inviato speciale di La Stampa, nel 2014 ha vinto il Premiolino, uno dei più antichi e importanti premi giornalistici italiani, con un’inchiesta sul caso Stamina, e nel 2016 il Premio Mediterraneo con il romanzo Ti mando un bacio (Sperling & Kupfer 2015). Tra i suoi libri: Dove finisce l’Italia. Viaggio sulla linea sottile dei nostri confini (Feltrinelli 2014) e Antologia degli sconfitti. Cronaca quasi poetica del presente (Einaudi 2024), tra reportage d’inchiesta e romanzo sociale.