Nicola Bianchi – Crimini Felsina. Delitti a Bologna

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Editore Minerva / Collana Ade
Anno 2025
Genere True Crime
208 pagine – brossura e ebook


Dici Bologna, e dici stazione: immediato arriva l’orrore per uno degli episodi più bui della storia italiana, la strage alla sala d’aspetto di seconda classe che ha devastato la coscienza nazionale il 2 agosto 1980. Ogni anno, la città, i parenti delle vittime, i sopravvissuti, i cittadini di oggi e di allora cercano di tenerne viva la memoria, far sì che non cada nell’oblio il progetto di sangue, violenza e tensione che dopo varie indagini, depistaggi, giudizi della magistratura definitivi, ha avuto una sicura matrice mandante, nonostante ancora il progetto eversivo finale non sia stato chiarito del tutto.

Bologna non scorda, ma vuole anche ricordare le tante altre storie di sangue accadute all’ombra delle Due Torri, fatti di cronaca violenta consumati in città dagli anni Cinquanta fino a giorni nostri. Lo fa con il libro del giornalista Nicola Bianchi, Crimini Felsina. Delitti a Bologna, il volume che inaugura la nuova collana Ade (come il dio degli inferi e del regno dei morti) della Casa editrice Minerva, che contiene storie realmente accadute, vicende nazionali e internazionali raccontate attraverso testimonianze, carte processuali, ricordi e articoli di giornale, interviste esclusive effettuate dall’autore, sentenze, fotografie,

A mio parere un’idea originale e meritevole, una riflessione anche sulla memoria, sull’importanza di non lasciare all’oblio accadimenti importanti e tragici che hanno scosso l’opinione pubblica, un sentire comune, e che portano sempre e solo a una sconfitta, sia di chi perde la vita sia di chi la propria libertà e il proprio futuro.
Ogni capitolo del volume è chiamato appunto “Stazione”, perché si tratta del lungo ed emozionante viaggio di un treno di conoscenza attraverso la Storia criminale, con le sue tappe di crudeltà, sangue, maltrattamenti, bugie, ritrovamenti, verdetti, misteri; otto tappe della Nera cittadina, un percorso cronologico nella Bologna dei delitti.

In ogni fermata ci si indaga sulle motivazioni di quei gesti estremi, i colpevoli e l’ambiente in cui sono avvenuti, riportando testimonianze, confessioni e bugie, a volte anche i carichi di angoscia di chi ha compiuto gesti inconsulti ma definitivi. Nelle parole dell’autore, “Stazione dopo stazione, ciò che resterà vivo oltre l’ultima e ottava fermata sarà il ricordo di un qualcosa che non doveva assolutamente accadere. Terrà viva la memoria. Perché Bologna non possa mai dimenticare.”

Al contrario di quasi ogni opera di fiction, qui si annota per il lettore che i fatti riportati riguardano vicende realmente accadute, gli atti citati sono disponibili in fascicoli giudiziari passati in giudicato, quindi il taglio impresso al libro è quello di una testimonianza solida, attendibile, allineata alla verità processuale accertata dopo indagini e confronti.
Si parte dalla 1^ Stazione in cui riemerge una brutta storia accaduta in epoca di guerra, nel gennaio del 1944, dove un condannato a morte, prima di essere giustiziato dai fascisti gridando “Viva l’Italia!” ha giusto il tempo di scrivere brevi messaggi ad alcuni famigliari tra cui la moglie, a cui affida queste parole: “Rassegnati alla sorte. Continua ad educare i figli con amore. Non vendette”.
Si termina all’8^ Stazione, il ricordo di un ragazzo ucciso da un amico, che poi ha nascosto il corpo e negato a più riprese l’accaduto, nel 2018.
Nel mezzo, episodi degli anni Cinquanta, Ottanta, primi anni Duemila.
Vittime e carnefici, ogni ricordo è un grido disperato affinché non si ripetano altre tragedie simili, che riecheggia tra i vagoni, portato via dal vento.

Mauro Cremon


Lo scrittore:
Nicola Bianchi nasce a Portomaggiore nel 1978. Giornalista professionista, è vice caposervizio de “Il Resto del Carlino”. Tra i tanti casi seguiti: l’omicidio di Federico Aldrovandi, la strage alla stazione di Bologna, i delitti della Uno Bianca. Una sua inchiesta del 2014 ha permesso la riapertura delle indagini sull’omicidio di Willy Branchi, avvenuto a Goro nel 1988. Nel 2015 è stato premiato come giornalista dell’anno dell’Emilia-Romagna. Con Minerva è autore di Storia di Willy e di Valeriano Forzati presunto colpevole (2015) e Delitti nella Nebbia (2018). Con l’opera La strada di Marco (Faust edizioni, 2018), nel 2023 ha ottenuto il premio della giuria al Concorso internazionale Cristina Campo, nel 2024 il premio Eccellenza al Concorso nazionale Chiara Grillo sezione narrativa.