Editore Baldini + Castoldi / Collana I Lupi
Anno 2025
Genere Noir
176 pagine – brossura e ebook
“Tutti abbiamo qualcosa d’inconfessabile. Tutti. Nessuno escluso”.
Sono le parole di don Tranquillo, parroco del paesino di Besana Brianza, sconvolto da un feroce delitto.
Di colpo, facciamo un balzo nel passato – un passato non troppo lontano ma che in realtà è lontanissimo – e ci ritroviamo proiettati nel 1980. La vicenda è narrata in prima persona da un giovane cronista, giornalista del Corriere d’Informazione: altro non è che la cronaca di un femminicidio e delle relative indagini, anche se allora il termine non era stato ancora coniato.
Oggi, tristemente, questi episodi sono all’ordine del giorno, e a nulla valgono prevenzione, servizi televisivi, invito a un’educazione sentimentale corretta, al rispetto della donna. Allora, cinquant’anni fa, erano episodi più rari, ma quando accadevano- come in questo caso – mettevano in subbuglio un’intera comunità. Così questo omicidio diventa l’occasione per tratteggiare un’epoca, un paese.
La storia è immaginaria, ma il giornalista de “L’Unità” che segue il caso con il narratore è reale, Beppe Cremagnani, e il romanzo è a lui dedicato. Un mix tra fantasia e realtà, cronaca e autobiografia.
Accade dunque che nel marzo 1980, in questo tranquillo paese brianzolo venga trovata assassinata la dottoressa Caterina Besozzi – medico condotto, con il cranio fracassato. Giovane, bellissima, riservata; dalla vita irreprensibile – almeno, così pare, anche se qualche illazione sul suo conto si sentiva. Possibile, così bella, sempre sola? In realtà, scoprono gli investigatori, aveva avuto un amore in passato, neppure troppo per bene, ma il giovanotto ha un alibi di ferro.
E allora, perché? Chi? Certo qualcuno conosciuto, se la donna è stata colta mentre attendeva a cena il fratello e faceva cruciverba…
I due cronisti si mettono al lavoro – arrivare ad avere qualche ghiotta anticipazione, dalla polizia o dal medico legale o da un vicino è essenziale per uno scoop, e per un conseguente passo avanti nella carriera. Ma allora erano pedinamenti, tanti passi a piedi; telefonate dalle cabine a gettone della Sip – un’altra era , rispetto alle tecnologie odierne!
Appostamenti dai vicini di casa per cogliere un dettaglio sfuggito finora; persino la chiacchierata col parroco del paese, non sia mai che in una confessione abbia sentito qualcosa di interessante: ma il segreto in questo caso è al sicuro…
L’indagine pare non portare a nulla; il Maresciallo Vicinanza, investigatore, comprensivo degli errori e della fragilità umana, si muove su un terreno insidioso, portando a galla peccati e segreti della provincia. Mentre interroga, chi aveva qualche cosa da nascondere , trema; addirittura certe…relazioni extraconiugali subiscono una battuta d’arresto; qualcuno confessa le sue trasgressioni, pur di non essere accusato di questo!
A poco a poco, emerge dagli interrogatori il ritratto della donna uccisa, inizialmente sfumato e nebuloso. Nello stesso tempo, emerge pure quello di un’intera comunità, con vizi e virtù.
È davvero, questo, un tuffo nel giornalismo di un altro tempo, fatto di notti insonni, di attese nei bar fumosi e frequentati da un’umanità varia; i social erano lontani ancora, diversi i metodi investigativi e giornalistici. Leggendolo, si riporta alla mente, e lascia addosso un sentore di malinconia.
Non ci sono qui colpi di scena, né suspense; tutta la narrazione si basa su interrogazioni, ipotesi, frasi che dicono tutto o niente, molti silenzi, anche.
L’atmosfera è suggestiva, lo stile scorrevole e fresco – da buon cronista. Alla fine della vicenda non solo avremo il nostro colpevole – talvolta basta una frase, una parola, per capire tutto – ma avremo pure un bell’affresco di un paese di provincia degli anni ’80.
Non si può quindi definire il romanzo un giallo o un noir mediterraneo, anche se parla di un femminicidio: è una storia di sentimenti, di introspezione nell’animo umano. Di odi nascosti, di rancori; di vendetta. Una storia dalla lettura piacevole e interessante.
Rosy Volta
Lo scrittore:
Michele Brambilla (Monza, 1958) è giornalista e saggista. Dopo aver diretto «La Provincia» di Como, la «Gazzetta di Parma», «il Resto del Carlino» e «QN Quotidiano Nazionale», dal 2024 è direttore de «Il Secolo XIX». Tra i suoi libri: L’Eskimo in redazione (1991), Sempre meglio che lavorare (2008), Coraggio, il meglio è passato (2009), Vinceremo di sicuro (2015), In provincia (2023), I peggiori anni della nostra vita (2024). Con Aldo Giovanni e Giacomo ha pubblicato Tre uomini e una vita (2016).